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Troppo spesso in bagno: «Buttata fuori dall'aereo»

Una passeggera era andata troppe volte alla toilette prima del decollo. E l'equipaggio, preoccupato, prende la scomoda decisione.
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Troppo spesso in bagno: «Buttata fuori dall'aereo»
Una passeggera era andata troppe volte alla toilette prima del decollo. E l'equipaggio, preoccupato, prende la scomoda decisione.
TORONTO - Andare alla toilette in aereo desta sempre preoccupazione, in un certo senso. C'è chi soffre di claustrofobia, chi invece teme di perdere l'equilibrio per una malaugurata, improvvisa virata, e così via.Ma crediamo che mai nessuno abbia pe...

TORONTO - Andare alla toilette in aereo desta sempre preoccupazione, in un certo senso. C'è chi soffre di claustrofobia, chi invece teme di perdere l'equilibrio per una malaugurata, improvvisa virata, e così via.

Ma crediamo che mai nessuno abbia pensato, andando nel bagno dell'aereo prima della partenza, di rischiare l'allontanamento dal velivolo. Come è invece accaduto ad una passeggera, Joanna Chiu, che, poco prima del decollo dal Messico con destinazione Vancouver si era trovata, suo malgrado, a doversi recare più volte in bagno.

Il motivo? Sebbene non sia carino rivelarlo, è stata lei stessa a raccontarlo in un post. «Sono appena stata cacciata dal volo WestJet» perché «avevo lo stomaco sottosopra», scrive su X lo scorso 10 febbraio. Consigliando poi ai suoi follower: «Se vi sentite male prima di un volo, tenetevelo dentro...».

Ma la disavventura non finisce qui. «Nella fretta di scendere, ho lasciato i miei soldi» sull'aereo, racconta la sfortunata passeggera, denunciando anche il fatto che la WestJet si è persino «rifiutata di pagarmi il taxi per un hotel, a 20 minuti di distanza».

La vicenda è finita sul portale di informazione "Now Toronto" che ha contattato la compagnia. «Garantire il benessere e la sicurezza dei nostri ospiti e dell'equipaggio è la nostra priorità numero uno - ha spiegato al portale canadese la portavoce di WestJet Madison Kruge - pertanto prendiamo molto sul serio qualsiasi preoccupazione relativa alla salute». Aggiungendo che se un passeggero «è ritenuto non idoneo a viaggiare a causa di una malattia, il nostro equipaggio deve prendere decisioni difficili, in nome della sicurezza».

La storia ha avuto comunque un lieto fine. Joanna è riuscita a tornare a casa con un altro volo, tanto che due giorni dopo (12 febbraio) la sua brutta esperienza ha voluto tranquillizzare tutti: «Sono a casa, sana e salva!».

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