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GUERRA IN UCRAINALa Wagner: «Bakhmut è tecnicamente nostra». Ma gli Usa negano

03.04.23 - 23:17
Il leader della milizia filorussa, Yevgeny Prigozhin, annuncia di aver issato la bandiera russa sul tetto della città distrutta.
Reuters
Fonte ats ans
La Wagner: «Bakhmut è tecnicamente nostra». Ma gli Usa negano
Il leader della milizia filorussa, Yevgeny Prigozhin, annuncia di aver issato la bandiera russa sul tetto della città distrutta.

KIEV  - La battaglia senza fine di Bakhmut si combatte anche con le armi della comunicazione, o della propaganda. Gli invasori stavolta si sono affidati a un video, in cui Yevgeny Prigozhin ha annunciato di aver issato la bandiera russa sul tetto del municipio, rivendicando che la cittadina del Donbass è «tecnicamente» in mano alle sue milizie private. Immediata la replica di Kiev: tutto falso, la nostra difesa è ancora in piedi. «Non è finita, gli ucraini resistono», la conferma degli Usa.

Dopo mesi di scontri violentissimi, che hanno ridotto Bakhmut in macerie e sono costati la vita a migliaia di soldati di entrambi gli schieramenti, i pretoriani della Wagner che guidano gli assalti per conto di Mosca hanno proclamato una vittoria di fatto. Il loro leader, lo 'chef di Putin', si è fatto immortalare con consueta mimetica ed elmetto, imbracciando una bandiera, ripreso da quello che sembra un visore notturno: «2 aprile, 23 in punto. Dietro di me l'edificio dell'amministrazione comunale di Artemovsk (la denominazione russa di Bakhmut). Questa è la bandiera russa e i comandi che hanno preso il municipio e l'intero distretto centrale le posizioneranno«, ha annunciato Prigozhin. Aggiungendo che «tecnicamente abbiamo preso Bakhmut», mentre «il nemico è rimasto nei quartieri occidentali». Un proclama corredato da un gesto ancora più plateale: una dedica, proprio sulla bandiera, alla «memoria» del blogger ultranazionalista Vladlen Tatarsky, ucciso in un attentato in un caffè di San Pietroburgo. I due erano considerati vicini, accomunati dalle ripetute critiche contro il comando militare di Mosca per gli scarsi successi nell'offensiva in Ucraina.

La replica di Kiev su Bakhmut è arrivata nello spazio di poche ore. «Il nemico non ha interrotto il suo assalto ma gli ucraini difendono la città con coraggio», ha fatto sapere lo stato maggiore. Mentre il comandante delle forze di terra Alexander Syrsky ha incontrato i suoi soldati proprio in città. Quanto a Volodymyr Zelensky, si è limitato a confermare che il fronte resta "particolarmente caldo".

Dello stesso tenore le valutazioni della Casa Bianca: «Non posso confermare che i russi abbiano preso il controllo di Bakhmut ma posso confermare che gli ucraini sono ancora nel pieno nella battaglia e non sono stati cacciati», ha riferito John Kirby. È interessante, invece, il silenzio della Difesa russa, che nel briefing quotidiano non ha fatto menzione di alcun progresso in città: forse l'ennesima spia della guerra intestina tra il ministro Serghei Shoigu e il cane sciolto Prigozhin. Con Bakhmut come trofeo da contendersi, per poter rivendicare un primo successo sul terreno dopo tanti passi falsi.

Dopo 14 mesi di guerra, in effetti, gli ucraini continuano a dimostrare di essere in grado di tenere testa al nemico. In attesa di ulteriori forniture militari promesse dagli occidentali. Quelle americane dovrebbe arrivare in settimana, e nel frattempo la Polonia ha consegnato i primi Mig. Zelensky andrà proprio a Varsavia mercoledì prossimo, ma la sua giornata è stata dedicata alla visita del villaggio di Yahidne, nell'oblast di Chernihiv. Per ricordare la prigionia di 400 residenti in un seminterrato di 200 metri quadrati, nel primo mese dell'invasione. «Ci prepariamo per liberare la nostra terra», anche se «è difficile dire come e quando ciò avverrà», ha sottolineato il leader ucraino, che era accompagnato dalla segretaria generale del Consiglio d'Europa Marija Pejcinovic Buric e dal vicecancelliere tedesco Robert Habeck.

La risposta di Mosca è la progressiva militarizzazione della Bielorussia. Il Cremlino ha reso noto che è iniziato l'addestramento degli equipaggi alleati per il sistema missilistico Iskander. Mentre l'ambasciatore a Minsk Boris Gryzlov ha riferito che le armi nucleari russe saranno dispiegate «ai confini occidentali dello Stato dell'Unione». Pericolosamente vicino alla Polonia.

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COMMENTI
 

carlo56 1 anno fa su tio
brutto a dirsi, lo so, ma la guerra e la violenza fanno parte della natura umana anche solo perché in natura la nostra razza è una razza predatrice. detto ciò le guerre le vince da sempre il più forte. vedremo come finirà alla lunga. l’unica cosa che sappiamo è che gli ucraini sono buoni combattenti: anche l’armata rossa nella seconda guerra mondiale li usò al fronte per la presa di Berlino. Però alla lunga i russi sono numericamente 10 volte di più.

Dred 1 anno fa su tio
Risposta a carlo56
I Ru.ssi al massimo sono 4 volte di più. Non sopra.valutiamoli. (chissà cosa ho scritto di male per essere censurato da TIO?).

Dred 1 anno fa su tio
Risposta a Dred
Ho capito, a TIO non va bene la parola Ru.ssi (scritta senza punto). Si vede che la considera una parolaccia.

LuckyLuciano 1 anno fa su tio
"gli ucraini continuano a dimostrare di essere in grado di tenere testa al nemico"

Claude55 1 anno fa su tio
Non sono religioso, ma sarei felice oggi che un Dio ci fosse e che spazzasse da questo pianeta tutti i capi di stato guerrafondai e corrotti, nonché tutti i violenti. Chissà in quanti resteremmo. Comunque da profezie varie qualcosa succederà.

carlo56 1 anno fa su tio
Risposta a Claude55
andrebbero aggiunti anche gli indifferenti che sono poi coloro che rendono possibile ai “cattivi” di dominare… resteremmo la metà, forse meno

falco8 1 anno fa su tio
Risposta a Claude55
aspetta che arrivi di nuovo uno dei antichi dei della guerra come Apedemak, Maahes, Ares, Odin o Mars e sarà molto peggio

miomiomio76 1 anno fa su tio
“Cane sciolto” ?

Miki89 1 anno fa su tio
Figli del di.avolo

Miki89 1 anno fa su tio
USA il male del mondo, mascherato da un perbenismo di false ideologie, sostenuta da una cultura storicamente inesistente fatta di morte e oppressione, in nome della libertà e della democrazia.

Mat78 1 anno fa su tio
Risposta a Miki89
Il male del mondo sta nell'ignoranza e nell'invidia, che si traduce poi nell'odio.

Adegheiz 1 anno fa su tio
È dall’inizio della guerra che negano la caduta di ogni città fino a quando controllato anche una casa del comune adiacente. Questa retorica ha rotto
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