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COLOMBIASalvi grazie alle "conoscenze ancestrali" insegnate dalla nonna

10.06.23 - 14:08
I quattro bambini hanno potuto sopravvivere per oltre un mese nella foresta grazie a ciò che hanno appreso
keystone-sda.ch (MILITARY FORCES OF COLOMBIA / HA)
Fonte Ats Ans
Salvi grazie alle "conoscenze ancestrali" insegnate dalla nonna
I quattro bambini hanno potuto sopravvivere per oltre un mese nella foresta grazie a ciò che hanno appreso

BOGOTÀ - Sarebbero sopravvissuti grazie alla loro "conoscenza ancestrale" i quattro bambini ritrovati dopo aver vagato più di 40 giorni nella selva colombiana. A dirlo - come riportato dalla testata "Cambio" - è John Moreno, leader indigeno guanano del Vaupés, che ha spiegato: «I bambini sono cresciuti dalla nonna, che è sapiente nella protezione indigena di Araracuara. Sono riusciti a sopravvivere grazie alle conoscenze tradizionali che ha insegnato loro».

Anche per Sandra Vilardy, viceministra della politica e della normalizzazione ambientale, se i bambini sono potuti sopravvivere in quella che è rinomata essere una delle foreste più dense e vergini del paese è grazie ai «messaggi della propria comunità e, naturalmente, le conoscenze che hanno fornito loro in precedenza». I rischi nella foresta, ha detto ancora Vilardy, sono tanti e riguardano non solo «le condizioni molto limitate che offre la giungla in termini di alimentazione» ma anche quelli «associati a felini, serpenti, ragni, scorpioni, così come terreni instabili e pericolosi».

Disidratati e feriti - Stando a un primo rapporto medico - come riportato dalla testata Cambio -, i bambini sono disidratati e presentano punture di insetti e ferite multiple, specialmente ai piedi, perché hanno passato 40 giorni a piedi nudi nella giungla. Per continuare il percorso, avrebbero realizzato delle bende improvvisate in modo da poter camminare.

Lesly, Soleiny, Tien Noriel e la piccola Cristin, che ha compiuto il suo primo anno di vita il 26 maggio mentre si trovava dispersa nella selva, sono stati ritrovati in un punto perlustrato più volte dai militari e dagli indigeni impegnati nell'Operazione Speranza. Si tratta del luogo in cui il 15 maggio l'unità Dragon 4 delle Forze Speciali ha trovato il primo rifugio dei piccoli, i resti del frutto della passione con tracce di morsi, e un paio di forbici, a tre chilometri dal rinvenimento dei resti dell'aereo precipitato.

«È un mistero. Ci sorprende tutti. È un'area che abbiamo battuto, e in quella zona non ci sono grotte, la giungla non è fitta», ha riferito un soldato al settimanale colombiano "La Semana". «Siamo felici. È un segno di speranza, di vita. Una grandissima emozione per noi che abbiamo passato settimane a cercare i piccoli, senza mai perdere la fiducia».

Gli indizi per il ritrovamento - Piccole impronte di piedi e frutti selvatici che sembravano essere stati morsi. Sono questi i segnali che hanno dato speranza ai soccorritori. I primi oggetti ritrovati dai ricercatori nella foresta sono stati un paio di forbici viola e un elastico per capelli, riporta la Bbc pubblicandone le foto. In un altro punto, invece, è stato trovato un pezzetto di metallo che sembrava essere parte di un telefono.

Sono stati però i resti della frutta a suggerire che i bambini potessero essere ancora vivi: i membri del gruppo indigeno Huitoto speravano infatti che la conoscenza dei fratelli dei frutti selvatici potesse dar loro più chances di sopravvivenza.

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COMMENTI
 

Sig der sauer 10 mesi fa su tio
Bella conclusione di una brutta storia🥹
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