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TURCHIAEcco chi è Kiliçdaroglu, il “Gandhi turco” che sfida Erdogan

15.05.23 - 07:17
In Turchia sarà ballottaggio, e il candidato dell'opposizione è convinto: «Vinceremo»
Reuters
Fonte ats ans
Ecco chi è Kiliçdaroglu, il “Gandhi turco” che sfida Erdogan
In Turchia sarà ballottaggio, e il candidato dell'opposizione è convinto: «Vinceremo»

ANKARA - Il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan è costretto al ballottaggio per la prima volta in 20 anni di potere in Turchia. Il candidato dell'opposizione, Kemal Kiliçdaroglu, ha promesso la vittoria del suo schieramento.

Erdogan ha dichiarato di essere «chiaramente in testa» alle elezioni presidenziali, ma ha riconosciuto che sarà necessario un secondo turno, di cui «rispetterà» l'esito. «Rispettiamo queste elezioni e rispetteremo le prossime», ha aggiunto.

«Se la nostra nazione chiede un secondo turno, lo accetteremo volentieri. E lo vinceremo assolutamente», ha detto dal canto suo Kiliçdaroglu. Il presidente uscente Recep Tayyip «Erdogan non è riuscito a ottenere il risultato che si aspettava nonostante tutti gli insulti» pronunciati contro il suo avversario, ha proseguito il candidato dell'opposizione. «La necessità di cambiamento nella società è superiore al 50%. Dobbiamo assolutamente vincere e instaurare la democrazia in questo paese».

Chi è Kemal Kiliçdaroglu?
«Diritti, legge, giustizia»: è questo il messaggio con cui l'opposizione turca sogna di voltare pagina archiviando l'era Erdogan. Sono le tre parole d'ordine che Kemal Kilicdaroglu, il leader del partito laico e di centro sinistra Chp ha gridato con più forza nei comizi dell'opposizione.

Lo slogan nacque nel 2017, quando Kilicdaroglu guidò "la marcia della giustizia", una manifestazione politica da lui ideata per protestare contro gli arresti e le purghe di migliaia di dissidenti all'indomani del tentato golpe del luglio 2016. Molti di loro non avevano nessun legame con i golpisti, ma erano semplicemente dei critici.

La marcia di 450 km da Ankara a Istanbul, partecipata da centinaia di migliaia di persone in circa tre settimane, fu pacifica ma ricevette comunque attacchi da parte di militanti del partito del presidente e dei suoi alleati. Kilicdaroglu continuò imperterrito a marciare, invitando i suoi sostenitori a non rispondere alle provocazioni, cosa che gli valse anche all'estero il soprannome di "Gandhi turco".

La calma e il contegno sono tra le caratteristiche principali di questo politico di 74 anni che ha passato gli ultimi venti in partiti di opposizione all'attuale capo di Stato turco. Nato in una famiglia di umili origini nell'Anatolia centrale, dopo una brillante carriera da studente di economia Kilicdaroglu lavorò a lungo al ministero delle Finanze per poi diventare direttore dell'Istituto turco per la previdenza sociale. Lasciò nel 1999 per tuffarsi in politica con una formazione di centro sinistra, e nel 2002 fu eletto deputato con il Chp, il maggior partito di opposizione in parlamento, di area nazionalista e fermamente laico, fondato nel 1923 dal padre della Repubblica di Turchia Mustafa Kemal Ataturk. È lo stesso anno della prima vittoria alle elezioni del partito Akp di Erdogan, che l'anno successivo diventò premier, inaugurando una stagione ventennale alla guida dei governi di Ankara che dura tuttora.

La marcia della giustizia è stato il più grande successo della carriera politica di Kilicdaroglu, che fino a stasera non era mai riuscito con il suo partito a intaccare il dominio di Recep Tayyip Erdogan. L'unica eccezione è rappresentata dalle elezioni locali del 2019, dove due membri del suo partito furono eletti sindaci nella capitale Ankara e a Istanbul, battendo i candidati dell'Akp del presidente che governava le due più importanti città turche dai primi anni 2000. Senza mai mettere in discussione l'anima laica del partito, Kilicdaroglu ha lavorato negli anni scorsi soprattutto per spostare il Chp verso posizioni più socialdemocratiche e concilianti verso segmenti della società turca che la formazione politica aveva tradizionalmente ignorato, per non dire osteggiato, come i religiosi o la minoranza curda. In questo modo è riuscito a creare un'ampia alleanza di opposizione per fronteggiare Erdogan formata da forze molto diverse tra loro, tra cui partiti islamisti, e soprattutto a trovare il sostegno della principale formazione filocurda, lo Ysp, che ha chiesto ai suoi elettori di votare per lui.

Durante la campagna elettorale il leader dell'opposizione ha rotto un altro tabù parlando esplicitamente delle sue origini aleviti, una corrente minoritaria dell'Islam - non sunnita né sciita - presente in Turchia e regolarmente al centro di attacchi e discriminazioni. «Le nostre identità sono le risorse che ci rendono ciò che siamo», ha detto Kilicdaroglu rivolgendosi ai giovani per convincerli a votare per lui, riuscendo negli ultimi giorni a scavalcare Erdogan nei sondaggi. Fino ad ottenere un risultato che, comunque vada, è storico: incrinare per la prima volta dopo 20 anni il potere incontrastato del Sultano.

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COMMENTI
 

Alone 11 mesi fa su tio
non credo ad elezioni pulite, quindi vincerà ancora lui...
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