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NEPALUna «storia di successo», a scapito delle popolazioni indigene

10.08.21 - 06:00
Migliaia di indigeni sfrattati con la forza, per realizzare aree protette nella natura: la denuncia di Amnesty
Archivio Keystone
Una «storia di successo», a scapito delle popolazioni indigene
Migliaia di indigeni sfrattati con la forza, per realizzare aree protette nella natura: la denuncia di Amnesty
Ciò che dall'esterno sembra una «storia di successo», è in realtà caratterizzate da «violenze e violazioni dei diritti umani»

KATMANDU - Le popolazioni indigene del Nepal hanno subito una serie di violazioni dei diritti umani negli ultimi cinque decenni a causa di politiche di conservazione «abusive», vantate poi all'esterno come parte di una «storia di successo» di promozione della fauna selvatica e dell'ambiente naturale. 

È quanto hanno denunciato ieri Amnesty International e il Community Self-Reliance Centre (CSRC), in un rapporto riguardo alle violazioni in nome della conservazione "Violations in the name of conservation".

«Torture e uccisioni»
Secondo le due associazioni, i «fallimenti» del Governo nepalese nel sostenere i diritti dei popoli indigeni hanno avuto un «costo elevato» per le famiglie. Tra le violazioni più eclatanti, «sgomberi forzati, restrizioni ingiustificate all'accesso alle foreste e alle risorse naturali da cui dipendono, arresti arbitrari, uccisioni illegali, detenzioni e torture».

Azioni forti, spinte dal nome della "Conservazione". Per creare parchi nazionali e altre aree protette, infatti, sono decine di migliaia gli indigeni che sono già stati sfrattati «con la forza» dalle loro terre ancestrali, senza alcun accesso «a mezzi di sostentamento alternativi» o a «compensazioni per le loro perdite».

Decenni d'illeciti
In particolare, nel rapporto, i gruppi per i diritti umani si concentrano sul Parco nazionale di Chitwan e su quello di Bardiya. Membri dei popoli indigeni sono stati spesso arrestati per essere entrati nei parchi nazionali e nelle riserve.

Per agire, il Governo si basa sul National Parks and Wildlife Conservation Act (NPWC), disegno di legge promulgato nel 1973 che regola le «aree protette», limitando la caccia, il pascolo, il taglio di alberi, la coltivazione della terra e l'uso della foresta. Oltre a ciò, vieta qualsiasi costruzione in un parco o riserva nazionale.

Negli ultimi anni, i poteri dell'esercito nepalese e l'uso della forza sono aumentati ancor più. In tal senso è simbolica l'uccisione di Raj Kumar Chepang, un 26enne che ha perso la vita dopo essere stato picchiato da alcuni ufficiali dell'esercito a Chitwan, nel luglio del 2020.

«Permettere loro di tornare»
«Per quasi mezzo secolo, i popoli indigeni in Nepal non hanno avuto che delusione dai governi in carica, che sarebbero costituzionalmente obbligati a sostenere i loro diritti. Per iniziare a riparare questo danno, le autorità nepalesi devono riconoscere i diritti dei popoli indigeni alle loro terre ancestrali e permettere loro di tornare», ha quindi appellato Jagat Basnet, direttore esecutivo del CSRC.

Oltre a ciò, secondo Basnet, «va garantito il diritto delle popolazioni indigene a partecipare pienamente alla gestione delle aree di conservazione», e va concordata «una compensazione adeguata per i torti inflitti dalle autorità nepalesi».

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COMMENTI
 

cle72 2 anni fa su tio
Su queste questioni il mondo dovrebbe essere unito, per i diritti di ogni essere vivente. La storia non insegna nulla. Quanto successo ai nativi americani, non è servito a nulla. Oggi ci si indigna se uno decide, nel pieno dei suoi diritti, di non vaccinarsi. Che spettacolo di mondo! Complimenti a queste persone. Per un mondo libero, privo d'ignoranza!!!
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