Coronavirus, caso Assange: rinviata l'udienza per l'estradizione

Il fondatore di WikiLeaks si trova al momento nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh
LONDRA - L'udienza per l'estradizione negli Stati Uniti di Julian Assange, fissata per il 18 maggio, è stata rinviata a novembre a causa dell'emergenza coronavirus. Lo ha deciso la giudice Vanessa Baraiter nell'udienza preliminare oggi alla Westminster Magistrates' Court di Londra.
Il fondatore di WikiLeaks si trova al momento nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nel sud della capitale britannica, e i suoi avvocati sostengono di non riuscire a comunicare con lui dall'inizio del lockdown. «Abbiamo sempre avuto grosse difficoltà a comunicare con lui», ha detto l'avvocato Edward Fitzgerald al giudice aggiungendo che «con l'esplosione del Covid-19 è diventato impossibile preparare questo caso».
Il 48enne Assange è detenuto nel Regno dal maggio scorso, dopo che l'Ecuador del nuovo presidente Lenin Moreno gli ha revocato l'asilo concesso sette anni prima da Rafael Correa. Nel frattempo ha finito di scontare la pena per violazione dei termini della libertà vigilata inflittagli nel 2012, quando si rifugiò nell'ambasciata ecuadoriana a Londra.
Lo scorso 25 marzo gli è stata rifiutata per l'ennesima volta la libertà su cauzione che i suoi avvocati speravano di ottenere nell'ambito di un piano del governo britannico per scarcerare alcuni detenuti a causa della pandemia di coronavirus. Due settimane fa è uscita la notizia che, durante il suo soggiorno all'ambasciata dell'Ecuador, il fondatore di WikiLeaks ha avuto due figli maschi da uno dei suoi avvocati, Stella Morris.




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