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SONDRIO: Precipita da una roccia, grave giovane di Morbegno

L’incidente nel pomeriggio di ieri mentre stava scendendo dal Sasso Remenno in Val Malenco
SONDRIO: Precipita da una roccia, grave giovane di Morbegno
L’incidente nel pomeriggio di ieri mentre stava scendendo dal Sasso Remenno in Val Malenco
MORBEGNO - Sono gravi le condizioni di un 34enne valtellineseprecipitato nel pomeriggio di ieri mentre stava effettuando una discesa dalla parete rocciosa del Sasso Remenno, in Val Masino. In ospedale è finito Alberto Rabbiosi,...
MORBEGNO - Sono gravi le condizioni di un 34enne valtellineseprecipitato nel pomeriggio di ieri mentre stava effettuando una discesa dalla parete rocciosa del Sasso Remenno, in Val Masino. In ospedale è finito Alberto Rabbiosi, 34 anni di Morbegno. Secondo quanto è stato potuto accertare in serata, l’uomo era impegnato nella discesa della parete considerata una vera e propria palestra naturale di arrampicata, quando per cause ancora da chiarire è precipitato nel vuoto compiendo un volo di oltre venti metri. Il poveretto nell’impatto con il suolo ha riportato un gravissimo trauma cranico commotivo. Ad assistere alla drammatica scena un suo amico che immediatamente ha lanciato l’allarme e che ai soccorritori ha spiegato come l’incidente possa essere stato causato da una corda scivolata dalle mani del 34enne morbegnese recuperato dagli uomini del Soccorso Alpino di Val Masino, di cui è coordinatore Ezio Scetti e dall’equipe dell’elisoccorso di Sondrio che provveduto ad intubare il paziente prima di trasportarlo al “Morelli” dove, a quanto pare, ogni tanto capita che qualcuno dimentichi fuori dalla cella frigorifera dell’obitorio i cadaveri: proprio per questo ieri mattina è iniziato il processo nei confronti di Giuseppe Pedeferri 63 anni di Gera Lario (Como), accusato fra l’altro di “avvio alla putrefazione di cadavere”. Nella lista dei testimoni 21 persone. Rapidamente ricordiamo i fatti: Pedeferri il 4 settembre del '98 nelle sue vesti di Direttore Sanitario dell'ospedale "Morelli" avrebbe controfirmato il decesso di Enrico Giobbe, certificato dal Dott. Mauro Della Morte, senza però predisporne l'autopsia. Per questo deve rispondere di omissione di atti d'ufficio. Ma l'aspetto sconcertante è il fatto che il cadavere sarebbe rimasto per 4 giorni in obitorio ma fuori dalla cella frigorifera con le immaginabili conseguenze.

di Bob Decker

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