"Joker" è «un tradimento» dei malati di mente

David Fincher attacca il film di Todd Phillips e in generale la politica degli studios di Hollywood
David Fincher attacca il film di Todd Phillips e in generale la politica degli studios di Hollywood
LOS ANGELES - David Fincher ha usato parole molto dure su "Joker", definendolo un «tradimento» delle persone affette da malattie mentali.
Il regista di "Fight Club", "Seven" e del recentissimo "Mank", intervistato dal Daily Telegraph, ha riflettuto sul clamoroso successo al botteghino del film di Todd Phillips - che vede Joaquin Phoenix nel ruolo del protagonista - e ha attaccato le grandi case di produzione hollywoodiane. Gli studios, a suo dire, «non vogliono fare nulla che non porti loro miliardi di dollari» e può capitare che talvolta diano il sostegno a del materiale «stimolante», ma solo se in passato ha dimostrato di avere un potenziale a livello commerciale.
Ecco quindi "Joker" e il suo debito verso "Il cavaliere oscuro" di Christopher Nolan. «Nessuno avrebbe mai pensato di avere la possibilità di fare così tanto successo con "Joker" se "Il cavaliere oscuro" non fosse andato così forte all'epoca». Il film di Phillips, con i suoi richiami a due classici di Martin Scorsese degli anni '70 e '80, non avrebbe sfondato senza quel precedente, sostiene Fincher. Ed ecco la stoccata: «Non credo che qualcuno avrebbe guardato a quel materiale e pensato: "Sì, prendiamo Travis Bickle di "Taxi Driver" e Rupert Pupkin di "Re per una notte", mischiamoli in un unico personaggio che tradisca i malati di mente e in questo modo faremo un miliardo di dollari"».





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