Gianfranco D'Angelo si è esibito a Campione con una divertente commedia. Un'occasione per scambiare quattro chiacchiere.
In Il padre della sposa lei è un padre che resta abbastanza scioccato quando un giorno sua figlia rincasando le riferisce. “Papà mi sposo!”. Quanto le assomiglia questo padre?
Non moltissimo. Ho due figlie, sono sposate tutte e due e credo di non essere stato possessivo. Nella vita ci sono sicuramente dei padri simili a quello che io rappresento nel mio spettacolo, gelosi e possessivi, ma personalmente sono distante anni luce da un tipo di padre del genere.
Lei di teatro ne ha fatto davvero tanto, sin dagli esordi negli anni sessanta con il Bagaglino. Ma quando decide di andare in pensione e fermarsi?
Mai. Il teatro fa parte della mia professione e lo faccio perché mi sento attore e un attore si confronta con se stesso proprio in teatro. Faccio questo mestiere e continuerò a farlo perché ogni sera affronto un pubblico che vedo, sento e percepisco. Il fatto di avere una verifica immediata ogni volta che entro in scena mi dà ancora oggi emozione ed entusiasmo.
Teatro, televisione, cinema. Tra questi generi dove si trova meglio?
Non ci sono preferenze. Sono tutte forma di spettacolo importanti e necessarie per chi fa questo tipo di lavoro. Ovviamente ognuno può dare risultati diversi. La televisione è un mezzo che entra nelle case e ti dà quindi popolarità. Il teatro non ti dà la popolarità. Infatti spesso si arriva al teatro dopo aver fatto, purtroppo, televisione. Dico “purtroppo” non perché denigro la televisione; io di T.V ne ho fatta tanta e spesso ho portato anche delle novità nel varietà. Purtroppo oggi se non sei qualcuno, se il tuo nome non ha un certo peso i vari impresari teatrali stentano a produrre spettacoli.
Nella sua carriera occupa un posto importante Raffaella Carrà. Lei ha imitato la Carrà, ha lavorato con la Carrà, questa sera la regia è di Sergio Japino (compagno della Carrà per molti anni, ndr). Ma non faceva prima a sposarsela?
Di solito non rubo le donne agli altri. Di belle donne ne ho conosciute molte nella mia vita. Raffaella è stata per molti anni compagna di Japino, che tra l’altro è un mio grande amico che conosco da molti anni. Stimo la Carrà, sono legato a lei da amicizia anche se non ci frequentiamo spessissimo. Mi fa piacere incontrarla perché è una donna che stimo molto, soprattutto dal punto di vista professionale. Per me Raffaella è dotata di grande talento e volontà. Quando deve fare un lavoro, che sia Carramba o qualcos’altro, si prepara moltissimo e non lascia niente al caso. È una professionista vera dalla quale c’è sempre da imparare qualcosa. È vero, ho fatto molte volte il verso a Raffaella con “Raffaella dei miracoli”, ma tutto era un gioco divertente.
La sua comicità è basata essenzialmente sul prendere in giro la realtà di tutti i giorni, soprattutto i politici. Ma fanno davvero così ridere questi politici?
In passato i politici hanno fatto ridere moltissimo e continuano a farlo ancora oggi. Fanno ridere perché sono dei grandissimi attori, sono così bravi a dire tutto e il contrario di tutto, sanno cambiare la carte in tavola con una tale fretta che a me diverte molto e mi fa ridere.
Lei usa Internet?
Cerco di mantenermi al passo con tutta l’evoluzione tecnologica. Sono affascinato da tutto ciò che la tecnologia ci offre. Vado sempre alla ricerca di nuove cose. Ovviamente anch’io ho il computer, sono collegato a Internet, ma non ho molto tempo per approfondire e per diventare bravo. Sicuramente il futuro è la tecnologia.
di Sal Feo