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LUGANO«Dimenticare Gaber per ricordarlo, per far ri-vivere la sua scrittura»

13.02.23 - 11:30
Domani sera al Teatro Foce va in scena "Dimenticando Gaber", recital omaggio al gigante della musica italiana
IMAGO / Cola Images
«Dimenticare Gaber per ricordarlo, per far ri-vivere la sua scrittura»
Domani sera al Teatro Foce va in scena "Dimenticando Gaber", recital omaggio al gigante della musica italiana

LUGANO - Domani sera al Teatro Foce di Lugano dalle 19 va in scena il recital che Emanuele Santoro ha creato per rendere omaggio a un gigante della musica italiana: Giorgio Gaber.

«Gaber è, prima di tutto, poesia, letteratura. I testi di Gaber e Luporini sono innanzitutto prosa. Partendo da questo assunto, interpretarli significa necessariamente, per me, dimenticare Gaber, il suo volto, la sua voce, i suoi ritmi» spiega Santoro. «Anni fa, in occasione di una serata di letture, un collega, che ha conosciuto personalmente Gaber ed è amico di Sandro Luporini, scoprendo che avrei letto testi di Gaber mi disse "Troppo rischioso... Gaber è Gaber!". Interpretai un testo di Gaber in mio adattamento in dialetto napoletano. "Funziona!", mi disse alla fine. Non avevo dubbi. Se un testo non avesse la forza di sopravvivere al suo autore o principale interprete bisognerebbe lasciare, per esempio, i testi di Dario Fo allo stesso Fo, o, in senso più ampio, Shakespeare agli inglesi e Molière ai francesi. Dimenticando Gaber, titolo in verità poco invitante, vuol proprio riassumere, provocatoriamente, questa idea che ho dell'opera in prosa di Gaber e Luporini, che peraltro scriveva "su misura" per l'amico. Dimenticare Gaber per ricordarlo, per far ri-vivere la sua scrittura» e non è un caso che questa produzione di E.S.Teatro sia intitolata "Dimenticando Gaber".

«Racconti, quelli che verranno interpretati al leggìo, diversi uno dall'altro, che però si uniformano a un unico interrogativo, sempre attuale: quello di capire a che punto stanno i nostri sentimenti, capire quanto e se sono gonfiati, isterici o veri. Che cos'è, per esempio l'amore? Ogni volta che diciamo "ti amo" non si sa mai se è vero e quanto. Per dirla con l'autore, il delirio di "mentire e credere" non è raro, quello che conta è sapere quanto si finge e quanto si fa sul serio, perché è proprio da questa pulizia del sentimento che si può trovare il coraggio di ridare un'occhiata al mondo». Santoro sarà accompagnato dalle musiche dal vivo di Claudia Klinzing.

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