Disinteresse e sfiducia dietro al flop delle elezioni del Gran Consiglio del 2023

Tra astenuti, fughe verso nuovi partiti, e la questione del "voto alle donne", ecco l'analisi dell’Osservatorio della vita politica regionale dell’Università di Losanna.
LUGANO - Chi sono i partecipanti e gli astensionisti alle ultime elezioni del parlamento ticinese dell’aprile 2023? La polarizzazione limita o favorisce la partecipazione? Quali sono le motivazioni che spingono i cittadini a premiare con il proprio voto le persone piuttosto che i partiti? È vero che le donne tendono a non sostenere le candidate? Quali opinioni hanno espresso i cittadini ticinesi sulle tematiche ambientali in occasione delle elezioni cantonali? A queste domande ha tentato di rispondere l’Osservatorio della vita politica regionale dell’Università di Losanna, a due anni circa dal prossimo rinnovo dei poteri cantonali. Lo studio è basato su un’indagine presso un campione rappresentativo di 1419 cittadini e cittadine ticinesi.
La minor partecipazione di sempre - Le scorse elezioni cantonali hanno registrato il tasso di partecipazione più basso di sempre nella storia politica ticinese.
L’analisi evidenzia che l’astensione è dovuta non solo a disinteresse o impedimenti pratici, ma anche alla sfiducia nei partiti, alla percezione della complessità del sistema politico, alla sensazione di non essere adeguatamente rappresentati.
Chi si è astenuto - L’astensionismo riguarda più i giovani, le donne, le persone economicamente vulnerabili e chi non si situa sull’asse sinistra-destra. In altri termini, la polarizzazione sinistra-destra sembra favorire la partecipazione.
Tante schede senza intestazione - L'analisi dei flussi elettorali mostra come le perdite di schede di tre dei quattro partiti di governo (PLR, LEGA e PS) siano soprattutto riconducibili alla crescita della scheda senza intestazione.
Il Centro (ex PPD) è il solo partito di governo a mantenere un risultato stabile, riuscendo ad attrarre, in misura più importante rispetto ad altre elezioni, chi si era astenuto o aveva votato PLR o PS.
Chi è confluito in Avanti con Ticino & Lavoro - Sebbene l’indagine non permetta di entrare nel dettaglio dei flussi dei partiti più piccoli, si osserva che Avanti con Ticino & Lavoro ha beneficiato di schede provenienti dal PS, dalla LEGA ma anche di chi nel 2019 si era astenuto o aveva votato scheda senza intestazione.
L'uso del voto personale - I cittadini ticinesi fanno ampio uso del voto personale, sia quando scelgono la scheda senza intestazione, sia quando votano un partito. Ad attribuire più voti personali sono in media i giovani, gli uomini, gli occupati nel settore dipendente, e chi ha meno fiducia nei partiti. Le motivazioni soggettive del voto personale sono molteplici, e si differenziano tra gli elettorati dei vari partiti e tra chi fa ricorso alla scheda senza intestazione. Nel complesso, il voto personale appare più legato al contatto diretto e alla condivisione di valori che alla visibilità mediatica.
Non è vero che le donne non votano donne - Come nelle precedenti elezioni ticinesi, lo studio mette in dubbio l’opinione secondo cui “le donne non votano le donne”. Infatti, dall’analisi si evince che una netta maggioranza dell’elettorato femminile dichiara di votare le candidate per aumentarne la presenza in politica.
La paura della discriminazione al contrario - Tuttavia, il tema suscita opinioni in parte diverse fra uomini e donne. Per esempio, una maggioranza maschile ritiene che “fare troppo per le donne discrimina gli uomini”. Tuttavia, un’altrettanta chiara maggioranza di uomini sostiene che i partiti devono dare più spazio alle candidature femminili.
Le scelte green - Secondo lo studio le opinioni dei cittadini e delle cittadine ticinesi nei confronti delle politiche ambientali ricalcano sia le differenze generazionali sia la tradizionale opposizione sinistra-destra. Rispetto ai giovani, le fasce di età più avanzate mostrano maggiore scetticismo verso le politiche ecologiche, ritenendole spesso costose o restrittive rispetto agli stili di vita consolidati.
Mentre, per quanto riguarda l’autocollocazione ideologica, gli elettori di sinistra tendono ad essere più preoccupati nei confronti dei cambiamenti climatici, sostenendo politiche ecologiche più vincolanti. Al contrario, gli elettori di destra considerano le questioni climatiche meno urgenti rispetto ad altri problemi e tendono ad opporsi a politiche percepite come restrittive della libertà individuale o penalizzanti dal punto di vista economico.