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Zali punta sul green: sarà un Ticino fotovoltaico

Obiettivo: tagliare entro il 2050 il 90% delle emissioni di anidride carbonica. E saranno coinvolte anche le banche.
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Zali punta sul green: sarà un Ticino fotovoltaico
Obiettivo: tagliare entro il 2050 il 90% delle emissioni di anidride carbonica. E saranno coinvolte anche le banche.

BELLINZONA - Indipendenza energetica, neutralità climatica, predisposizione ai mutamenti climatici: sono questi i principali obiettivi che il Cantone conta di raggiungere entro il 2050. Lo farà attraverso il Piano energetico e climatico cantonale (PECC), presentato martedì mattina in conferenza stampa.

«In un contesto non facile, il Cantone Ticino cerca di avere una visione a lungo termine, dando un alto grado di priorità alla cura dell’ambiente. Ne è un esempio il Piano energetico e climatico cantonale (PECC) che vuole fornire una prospettiva sugli obiettivi dei prossimi 20 anni», ha detto il direttore del Dipartimento del territorio, Claudio Zali. Licenziato lo scorso 10 luglio 2024 dal Consiglio di Stato, e trasmesso al Gran Consiglio per approvazione, il PECC contiene al suo interno la proiezione dello scenario energetico e climatico (denominato scenario TI-2050).

Se tutto va come preventivano, le emissioni pro-capite di anidride carbonica saranno infatti ridotte del 90%. «Un obiettivo ambizioso - commenta Nicola Solcà, capo della Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo - ma l’auspicio è che si possa procedere in questa direzione e che il Cantone faccia la sua parte».

Incentivare la transizione energetica - In particolare si vuole incentivare l’installazione dei pannelli fotovoltaici per i nuovi edifici e per quelli che saranno ristrutturati, nonché imporre un obbligo per quelli esistenti con superficie superiore ai 300mq. «Nonostante la remunerazione fluttuante, il fotovoltaico è conveniente indipendentemente dalle condizioni quadro. L’autoconsumo è risparmio». Si vuole inoltre incentivare la conversione energetica per gli impianti di produzione di calore. «Una tendenza in atto da diversi anni soprattutto per le nuove costruzioni e che entro il 2040 si vorrebbe estendere a quelle già esistenti: vogliamo mettere la parola fine agli impianti di riscaldamento che utilizzano energie fossili. Oltre a questo si vuole sviluppare una rete coordinata di teleriscaldamento e tecnologie Power-to-x atte all’accumulo e alla conversione di energia».

Obiettivi per cui sono necessarie risorse umane e finanziarie. Prevista, infatti, una riorganizzazione degli uffici, «senza la necessità di assumere nuovo personale», ha sottolineato il consigliere di Stato.

Nascono due nuovi uffici - Un cambiamento necessario, ribadisce Solcà. Per cui «saranno trasferite le competenze pertinenti dall'ex Ufficio del clima e delle energie rinnovabili (UACER) al nuovo Ufficio della sicurezza, dell'aria e del suolo (USAS). Questo per permettere al nuovo Ufficio clima e decarbonizzazione (UCD) di concentrare i suoi sforzi sugli obiettivi, per una gestione più mirata di questi ambiti. In particolare, l'UCD si occuperà della legislazione federale e cantonale in ambito energetico e climatico».

«Coinvolgere le banche» - Tra i compiti più sfidanti ci sarà il coinvolgimento delle banche per incentivare e sensibilizzare al cambiamento. «Il loro ruolo è fondamentale - ha ribadito Zali -. Oggigiorno è più facile richiedere un leasing per acquistare un'auto di lusso piuttosto che per una termopompa».

Crediti approvati dal Parlamento - Per quanto riguarda i finanziamenti, Zali e Solcà hanno confermato che da inizio gennaio è ripreso il programma promozionale cantonale in ambito energetico. Negli scorsi mesi, il Parlamento aveva approvato un credito cantonale di 100 milioni di franchi a favore del risanamento degli edifici esistenti e della conversione energetica degli impianti alimentati a energie fossili, nonché di un credito di 27 milioni di franchi destinato allo sviluppo delle reti di teleriscaldamento e delle relative centrali termiche.

Incentivi che si affiancano a quelli erogati dal Fondo per le energie rinnovabili (FER) in ambito di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, il cui finanziamento è stato riconfermato per un ulteriore quadriennio dal Parlamento ticinese durante la sua seduta dello scorso 21 gennaio; e a quelli erogati dal programma promozionale a favore della mobilità elettrica e dello sviluppo delle infrastrutture di ricarica, avviato già nel corso del 2023 e che possono contare su un credito cantonale di 11 milioni di franchi.

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