Coronavirus in Lombardia, Quadri pensa ai frontalieri

Il consigliere nazionale leghista si rivolge al Consiglio federale
LUGANO - L’area del basso lodigiano è centro di un focolaio di coronavirus. L'Italia si colloca, al momento, al primo posto tra i Paesi europei per numero di contagi. Informazioni che possono allarmare i ticinesi, uno su tutti Lorenzo Quadri. Il consigliere nazionale ha infatti deciso di interrogare il Consiglio federale nell'ora delle domande. Tirando in ballo la libera circolazione delle persone, i frontalieri e i "padroncini".
Al Governo il leghista chiede se sia disposto, «al fine di prevenire un’emergenza sanitaria in Ticino», a derogare alla libera circolazione delle persone e all’accordo di Schengen. «Oppure il pedissequo rispetto dell’accordo sulla libera circolazione ha la priorità su qualsiasi altra considerazione, incluse le emergenze di salute pubblica?».
Una reazione che i media di oltreconfine associano all'interpellanza presentata al Consiglio di Stato da Tiziano Galeazzi e che definiscono "proposta shock".
Sul suo profilo Facebook Quadri parla di «blindare i confini», di «impedire da subito l’accesso ai 45mila frontalieri che lavorano nel terziario, dato che nessuno di loro è indispensabile» e «anche ai finti rifugiati con lo smartphone» e di «invasione da sud».




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