Raoul Ghisletta non molla e non usa mezzi termini: «Provo pena, Borradori è sindaco solo dei leghisti»
LUGANO - Non si è ancora placato il botta e risposta tra Raoul Ghisletta e Lorenzo Quadri sulla naturalizzazione dell’imam Samir Jelassi. Protagonista dell’ultima puntata nella vicenda è il sindaco di Lugano Marco Borradori. «La responsabilità politica della naturalizzazione bloccata dall’autorità federale è del sindaco leghista», scrive il consigliere comunale socialista.
Ghisletta punta il dito prima contro Quadri e il suo «infame, vile e pazzesco» tentativo di «addossare la colpa a posteriori al relatore della Commissione del legislativo comunale», poi contro il Municipio. In primis perché «ammette che la pubblicazione del rapporto commissionale sulla “naturalizzazione dell’imam” non poteva essere fatta perché il documento non è pubblico, ma non denuncia la violazione del segreto d’ufficio del municipale Quadri». Poi, perché nonostante sia a conoscenza «degli attacchi ripetuti di Quadri», «ritiene che dal profilo istituzionale la fiducia non venga meno tra l’esecutivo e il legislativo». E infine in quanto «non si è sentito in dovere nemmeno di smentire l’esistenza di eventuali e ipotetici errori di servizi o commissioni della Città, sottacendo la responsabilità del sindaco».
La conclusione del presidente del partito socialista non lascia spazio a interpretazioni: «Provo pena per l’inazione del Municipio. E provo pena anche per la presa di posizione in aula del sindaco, che si lava le mani come Ponzio Pilato non solamente in questa vicenda, ma anche per tutti gli attacchi gratuiti e le falsità scritte ogni domenica dal “Mattino della domenica” sui municipali e sui consiglieri comunali degli altri partiti che lavorano per il bene della Città. Con questo comportamento Borradori dimostra di non essere il sindaco di tutta la Città, che difende le istituzioni luganesi, ma solamente il sindaco dei leghisti».