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CANTONEAnche le donne senza documenti sono vittime di violenza

25.11.19 - 11:10
«Il diritto all’aiuto alle vittime di reati è accessibile a tutti?», chiede al Consiglio di Stato un'interrogazione in occasione del 25 novembre
TiPress - foto d'archivio
Anche le donne senza documenti sono vittime di violenza
«Il diritto all’aiuto alle vittime di reati è accessibile a tutti?», chiede al Consiglio di Stato un'interrogazione in occasione del 25 novembre

BELLINZONA - La Confederazione aiuta le donne e le ragazze vittime di violenza che vivono regolarmente in Svizzera, ma nega un aiuto a coloro che sono in procedura d’asilo, a coloro nei cui confronti è stata emessa una decisione di non-entrata in materia o una decisione negativa, come anche a tutte le persone senza permesso di soggiorno. Una situazione non condivisa dall’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati UNHCR e neppure dai socialisti ticinesi, che in occasione del 25 novembre presentano un’interrogazione al Governo.

Sono proprio due donne socialiste le prime firmatarie, nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, Gina La Mantia e Tatiana Lurati Grassi. Ma le domande sottoposte all’attenzione del Consiglio di Stato vengono condivise e firmate anche da altre nove donne e sette uomini del Gran Consiglio.

Al Governo viene chiesto a chi possono rivolgersi nel nostro cantone le persone che hanno subito reati di violenza all’estero se sono in procedura d’asilo, o nei loro confronti è stata emessa una decisione di non entrata in materia o una decisione negativa, oppure ancora se sono prive di permesso di soggiorno.

Secondo l’articolo 4 della Convenzione di Istanbul tutte le vittime di violenza in Svizzera devono avere accesso all’aiuto alle vittime. Una convenzione entrata in vigore in Svizzera nel 2018. I firmatari dell’interrogazione vogliono pertanto sapere se l’aiuto alle vittime messo a disposizione in Ticino adempie i criteri stabiliti dalla Convenzione e se vi siano delle misure pragmatiche da poter attuare per poterla rispettare. «Il Consiglio di Stato ha un margine di manovra per chiedere alla Confederazione di adeguare l’attuale prassi dell’aiuto alle vittime, eliminando le discriminazioni e ingiustizie?».

Oggi ha inizio la campagna “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”. La campagna si collega a due importanti ricorrenze: il 25 novembre (giornata internazionale sulla violenza contro le donne) e il 10 dicembre (giornata internazionale per i diritti umani). I sedici giorni della campagna fanno così da ponte a queste giornate per chiedere l’eliminazione di tutte le forme di violenza di genere.

Oltre una sessantina di enti e associazioni hanno aderito alla campagna "16 giorni di attivismo contro la violenza sulle donne", che nella Confederazione è appena alla seconda edizione, ma che è nata nel 1991.

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COMMENTI
 

moma 4 anni fa su tio
Ho letto su un giornale cosa ha detto lo straniero che ha ucciso sua moglie ad Acona. Dalle sue parti la donna conta nulla in sostanza e deve ubbidire ai padri padroni maschi se no iè bott. Giusto per dire che molta violenza sulle donne di cui si parla da noi è, mi spiace se a qualcuno da fastidio, d'importazione. Anzi, direi, la maggior parte. D'altronde le statistiche parlano chiaro. Piaccia o no.

Bayron 4 anni fa su tio
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