I deputati PPD Fonio, Agustoni, Beretta Piccoli e Jelmini interrogano il Consiglio di Stato sulla possibilità di attuare clausole straordinarie per revocare l'espulsione di una famiglia siriana
LUGANO - Dopo l’appello lanciato dalla classe 4C del Liceo 1 di Lugano nel corso della cerimonia di consegna dei diplomi di sabato, anche la politica si è attivata nel tentativo di tenere unita la famiglia Gemmo - di origini curde e fuggita dalla Siria a causa della guerra - e revocare il decreto di espulsione nei loro confronti.
Un’interrogazione, firmata dai deputati Giorgio Fonio, Maurizio Agustoni, Sara Beretta Piccoli e Lorenzo Jelmini, è stata presentata oggi al Consiglio di Stato chiedendo quali siano le competenze delle autorità cantonali riguardo la situazione della famiglia e se esistano clausole di carattere straordinario che permettono un intervento delle autorità cantonali a favore della permanenza in Svizzera, rispettivamente del Canton Ticino, di tutti i suoi membri.
Rischio imminente - Negli scorsi giorni è stato lanciato un appello, sottoscritto tra gli altri anche dal già Vescovo di Lugano, Giacomo Grampa e da Chiara Simoneschi Cortesi (già presidente del Consiglio Nazionale), a seguito della decisione di prima istanza di rifiuto dell’asilo, tutt’ora sospeso durante la procedura di ricorso, «salvo per i due figli appena maggiorenni - viene sottolineato dai deputati PPD - che rischiano da un giorno di essere strappati dalla loro famiglia venendo trasferiti in un paese a loro sconosciuto per non dire ostile».
Secondo gli accordi di Dublino, la famiglia dovrebbe essere rimpatriata nel paese in cui sono state rilevate le impronte digitali, ovvero la Grecia, nella quali i profughi «sono lasciati in stato di disagio e forte abbandono». Fatto che, unito all’automatismo della concessione dell’asilo, «giustifica le misure straordinarie di accoglienza in Svizzera» per la famiglia Gemmo.
Ricordando che altri membri di questa stirpe familiare hanno già ricevuto l’asilo in altri cantoni (in particolare nel Canton Friburgo) riconoscendo la gravità delle persecuzioni a cui sono state esposte, i deputati PPD chiedono inoltre al Governo se «intravede la possibilità di una misura urgente che tenga conto della situazione straordinaria di questa famiglia».