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CANTONESuicidio giovanile: "Ragazzi ticinesi stressati e tartassati"

03.06.14 - 09:03
A due mesi dal lancio del progetto 'Just a moment before', l'appello ad aziende e istituzioni di Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute Svizzera italiana: "Abbiamo creato un mondo fatto solo di obiettivi scolastici e professionali".
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Suicidio giovanile: "Ragazzi ticinesi stressati e tartassati"
A due mesi dal lancio del progetto 'Just a moment before', l'appello ad aziende e istituzioni di Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute Svizzera italiana: "Abbiamo creato un mondo fatto solo di obiettivi scolastici e professionali".

LUGANO – Una vita in cui i ritmi sono scanditi dai successi scolastici e professionali. Il risultato? Tanta, tantissima pressione. Per Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute Svizzera italiana, è una delle cause principali del disagio giovanile. È lui stesso a sostenerlo, a due mesi dal lancio del progetto ‘Just a moment before’, nato con l’obiettivo di prevenire il suicidio tra i ragazzi. “C’è troppa pressione su di loro – spiega –. E gli adulti hanno grosse responsabilità. Abbiamo creato un mondo fatto solo di determinati obiettivi”. 

Problema educativo - Lodi sta cercando di portare avanti un discorso sull’educazione, basato da una parte sull’individuazione dei campanelli d’allarme, dall’altra sull’importanza del valore della vita. Sullo sfondo numeri che, nonostante il calo dell’ultimo decennio, restano impietosi: nella fascia d’età tra i 15 e i 25 anni il suicidio è la principale causa di morte dopo gli incidenti stradali, in Svizzera si registra un suicidio ogni 6 ore, e nel 2013 in Ticino i suicidi sono stati ben 52. Molti riguardano giovani di età inferiore ai 25 anni. Da non dimenticare, inoltre, che la Svizzera è ai primi posti in Europa per i suicidi di giovani con armi da fuoco.  

Campanelli d’allarme - “Ma nei dati statistici – evidenzia Lodi – non sono mai citati i tentativi di suicidio. E sono parecchi. Ogni giorno noi di Pro Juventute riceviamo almeno una chiamata sulla linea telefonica d’emergenza 147 in cui un ragazzo manifesta questo disagio. Ora il nostro obiettivo è quello di dare alla gente gli strumenti per individuare i campanelli di allarme. Senza creare inutili allarmismi, se un giovane improvvisamente non mangia più, o tutt’a un tratto non usa più le nuove tecnologie, o di punto in bianco se ne sta sempre chiuso in camera, c’è qualcosa che non va”.

Stress continuo - Sono passati due mesi dalla partenza di ‘Just a moment before’. Ora arriva l’appello del responsabile regionale di Pro Juventute. “Il problema del suicidio ci tocca dal punto di vista della responsabilità collettiva. Il mondo della scuola, quello del lavoro e quello della politica devono riflettere, perché sottoponiamo i ragazzi a una situazione di stress continuo. Viviamo in una società in cui ci sono ragazzi che la fanno finita perché vivono qualsiasi fallimento in maniera tragica. Qualcosa non funziona evidentemente”.

https://mail.google.com/mail/u/0/images/cleardot.gifEsasperazione - Per Lodi il dibattito va affrontato al più presto. “C’è troppa competizione, troppa esasperazione. Stiamo lanciando un messaggio sbagliato. Sembra che la vita sia basata solo sui risultati scolastici e professionali. Chiediamo ai giovani di essere formati, senza dare loro neanche il tempo di elaborarla questa formazione. I ragazzi oggi hanno l’ansia da prestazione. Finiscono le medie e devono subito fare il liceo. Poi c’è  il bachelor, poi il master e via dicendo… Bisogna fare capire ai giovani che c’è anche altro”.

Apprendisti perfetti - Tappe su tappe, insomma. “Stiamo mettendo sulle spalle di questi ragazzi un peso enorme. Per non parlare dei posti di apprendistato. Si sceglie sempre chi ha le note migliori, chi ha talento. E io dico invece che servirebbero anche imprenditori con il coraggio della sfida. Che vogliano prendere con sé, nella loro azienda, anche quei ragazzi con qualche difficoltà in più, per dare loro una possibilità”.

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