In tutte le aziende che hanno partecipato al progetto pilota, l'agente patogeno causa del problema è stato eradicato.
BELLINZONA - Le mastiti infettive nelle bovine da latte hanno un impatto economico significativo per il settore lattiero-caseario, stimato a 130 milioni di franchi l’anno, solo in Svizzera. A causarle, nella maggior parte dei casi, è lo Staphylococcus aureus genotipo B (SAGB).
Oggi, in occasione della Giornata dell’alpigiano, si è tenuta al Centro professionale e sociale di Cugnasco-Gerra la presentazione dei risultati del progetto pilota volto a contrastare la diffusione di questo agente patogeno molto contagioso.
A illustrare l’iniziativa sono stati Luca Bacciarini, Veterinario cantonale, e Martin Reist, responsabile della divisione Salute e protezione degli animali all’Ufficio federale per la sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV). Il progetto ha coinvolto la quasi totalità delle aziende ticinesi produttrici di latte.
Il Cantone Ticino si è distinto come pioniere in questo ambito. Nel 2015, l’Ufficio del veterinario cantonale (UVC) del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) ha lanciato un progetto pilota su scala cantonale a favore della promozione della salute animale e la diminuzione del ricorso ai trattamenti antibiotici, che ha ottenuto un importante sostegno economico da parte dell’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG) - pari quasi all’'80% - e dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) per il suo approccio innovativo e per il contributo alla riduzione dell’uso di antibiotici, in linea con la Strategia nazionale contro le resistenze agli antibiotici (StAR). Va infatti ricordato che la riduzione degli antibiotici nelle mucche da latte protegge la salute umana limitando lo sviluppo di batteri resistenti.
I risultati sono stati «straordinari»: dopo solo 21 mesi dall’avvio della fase operativa, nel novembre 2019 lo Staphylococcus aureus genotipo B risultava eradicato in tutte le aziende che hanno partecipato al progetto. Queste sono rimaste indenni fino al termine al suo termine, avvenuto a dicembre 2024. Gli obiettivi di miglioramento dell’efficienza del settore - maggiore qualità del latte, salute animale rafforzata, minori perdite produttive e riduzione dell’uso di antibiotici, e quindi, complessivamente, minori costi - sono stati pienamente raggiunti.
Occorre ricordare che all’inizio della fase di risanamento il 35% delle aziende e il 10% delle bovine da latte nel Cantone Ticino risultava positivo allo SAGB. Questo straordinario risultato è stato possibile grazie all’ottima collaborazione con tutti gli enti coinvolti, con un ruolo fondamentale svolto dagli allevatori.
Sebbene il progetto pilota sia concluso, l’impegno prosegue: le autorità cantonali, insieme agli allevatori, all’Unione Contadini Ticinesi, alla Federazione ticinese dei produttori di latte e alla Società Ticinese di Economia Alpestre, stanno già lavorando per mantenere le bovine da latte ticinesi libere dal SAGB.
Oltre al finanziamento federale, il progetto è stato sostenuto dal Cantone, attraverso l’UVC e la Sezione dell'agricoltura, e da enti privati, quali Swissmilk e la Federazione ticinese dei produttori di latte (FTPL), con il sostegno tecnico e scientifico dell'Università di Berna e dell'istituto Agroscope dell'UFAG. I fondi sono stati utilizzati per i prelievi e le analisi del latte, il servizio di sostegno tecnico e la consulenza, il versamento di indennizzi per la macellazione in caso di animali resistenti alla terapia e per l’accompagnamento scientifico.