A Losanna c'è chi vorrebbe disarmare buona parte degli agenti. Il sindacalista Giorgio Fonio: «Fermiamo subito questa follia».
BELLINZONA - «Fermiamo subito questa follia finché siamo in tempo». Giorgio Fonio, segretario del sindacato OCST funzionari di polizia e consigliere nazionale, è perplesso di fronte alle voci che arrivano dal Canton Vaud dove c'è chi vorrebbe togliere l'arma a buona parte degli agenti di polizia. Un'idea avanzata dal presidente dei Verdi losannesi Illias Panchard e appoggiata dal Parlamento cittadino. «È pazzesco. I poliziotti sono già troppo soli. Sempre di più. Meritano almeno il supporto della politica in un'era così complicata».
Nel frattempo a livello nazionale il PLR ha lanciato una petizione per frenare questa proposta. C'è il rischio che contagi anche altri Cantoni?
«Speriamo di no. Meglio comunque prevenire. Nel caso del Canton Vaud si vorrebbero disarmare i poliziotti per ridurre il rischio di scontri in alcuni quartieri. Non ha senso».
Arma da difendere a tutti i costi dunque?
«Sì. Spesso è solo un deterrente. Il fatto di sapere che un poliziotto è armato può frenare alcuni malintenzionati nel compiere azioni sconsiderate. Inoltre, l’arma è una protezione, non uno strumento per attaccare».
Secondo alcuni c'è il rischio che quest'arma venga usata a sproposito.
«I poliziotti sono formati e agiscono secondo norme e comportamenti chiari. Non usano le armi per giocare. Disarmarli significa metterli maggiormente in pericolo, con il rischio di precluderne l’efficienza».
La proposta losannese vorrebbe lasciare l'arma solo a chi si occupa di interventi delicati...
«Ma un poliziotto come fa a sapere in anticipo come evolverà l’intervento? A volte le situazioni sembrano tranquille e poi si accendono di colpo».
A livello nazionale nel 2000 il numero delle aggressioni a funzionari di polizia sfociate in una condanna ammontava a 7 in un anno. Nel 2021 è salito a 36. Una crescita preoccupante?
«E’ certamente un indicatore di malessere sempre più diffuso a livello di popolazione. E dimostra come già oggi il rispetto verso chi indossa una divisa sia in calo».
Perché la divisa ha perso potere?
«In contesti relativamente tranquilli come possono essere i nostri, se paragonati ad altre realtà, la figura del poliziotto forse è avvertita come meno indispensabile. A ciò si aggiunga la narrazione fatta oggi attraverso i social che spesso diffondono filmati presi di nascosto durante gli interventi. Video poco oggettivi. Chi filma non sa cosa è successo prima e cosa è successo dopo quel pezzo di realtà immortalato».
A un certo punto a livello federale si voleva vietare alla gente di filmare i poliziotti.
«La mozione purtroppo è stata bocciata. Io sarei stato d'accordo con questo divieto».
Non sarebbe stata una misura un po' troppo drastica?
«Non penso. Avrebbe contribuito a ridare dignità a chi è chiamato a vigilare sulla sicurezza della popolazione».
Lei voleva le videocamere sul corpo degli agenti. Proprio per tutelarli da situazioni scomode.
«È un tema urgente su cui si sta temporeggiando troppo. La misura contribuirebbe a restituire tranquillità agli agenti durante le loro azioni e a risolvere le innumerevoli false denunce che il poliziotto subisce magari nello spazio di pochi giorni».