La diatriba tra la gerente del locale e il proprietario dello stabile finisce in Pretura. Colpa di un cantiere che va avanti da 16 mesi.
LUGANO - Alta tensione al numero 20 di Via Pretorio a Lugano. Una vertenza tra la gerente del Bar Ceresiana e i proprietari dello stabile finirà, per la seconda volta in poco tempo, in Pretura. Motivo del contenzioso, il cantiere attivo da ottobre 2023 che mira a ristrutturare il palazzo massonico. I numerosi uffici che lo riempivano saranno convertiti in appartamenti, in particolare destinati a studenti.
Il volantino – A rivelare i dissapori un volantino spuntato nelle scorse settimane nei pressi del locale. A esporlo un collaboratore dell'esercizio pubblico. Sul foglio, un testo intriso di rabbia e di frustrazione. «Non ce l'abbiamo con la massoneria – commenta la gerente, che porta avanti il bar dal 2016 –. Anzi, conosciamo diversi massoni in gamba. Qui ci sono tuttavia alcuni elementi che non stanno onorando i nobili principi dell'Ordine».
«Affitto alzato durante i lavori» – Ma quali sono nel concreto le reali rivendicazioni della donna? Cosa l'ha portata a una condizione tanto esasperante? «Questo cantiere va avanti da sedici mesi e noi navighiamo a vista. Abbiamo avuto disagi a non finire. Senza ricevere un franco di indennizzo. Anzi. A un certo punto ci hanno anche alzato l’affitto di oltre 400 franchi mensili. Ben sapendo che nel frattempo, anche a causa di un cantiere comunale in concomitanza, abbiamo perso un sacco di clienti, con punte del 40%».
«Non ci dicono nulla» – La gerente si sfoga. Racconta delle presunte maniere brusche e minacciose di alcune persone che ruotano attorno al cantiere. Citando in particolare l’architetto. E aggiunge: «Siamo immersi nella polvere. I trapani risuonano tutto il giorno. C’è l’acqua dei gabinetti che si alza e ci sono infiltrazioni in cantina. Ogni volta che c’è un intervento nuovo al palazzo, nessuno ce lo fa sapere. Il preavviso, se c'è, è minimo. E non sappiamo nemmeno quando tutto questo finirà».
"No comment" del proprietario – Contattato da tio.ch il proprietario dello stabile non intende prendere posizione. Motivando la scelta col fatto che si tratta di una questione di natura privata e non pubblica. E sottolineando che del caso si sta occupando la Procura con i legali delle rispettive parti.
«Modus operandi che non va» – La gerente tuttavia non cambia la sua versione. «Ho due figli a cui pensare e dei dipendenti a cui garantire un salario. Questa situazione è logorante. So benissimo che un cantiere comporta disagi. Quello comunale però è stato gestito in modo chiaro. Qui è il modus operandi che non va. Non c'è comunicazione e i modi sono arroganti. Se dobbiamo andarcene subito ce lo dicano e siano chiari. Ma lo facciano con gentilezza e riconoscendo la perdita economica che avremmo».
Via sicuramente dopo il 2033 – Il contratto tra la gerente e lo stabile scade nel 2033. Nel frattempo alla donna è già arrivata la disdetta per quel termine. È già sicuro che dopo quella data non avrà più la possibilità di operare lì dentro.