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«Ora basta, esami d'entrata per il liceo»

A rilanciare l'idea è Gian-Luca Lardi, vice presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori: «C'è una mentalità scorretta da sradicare».
Depositphotos/ Christian Pfammatter
«Ora basta, esami d'entrata per il liceo»
A rilanciare l'idea è Gian-Luca Lardi, vice presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori: «C'è una mentalità scorretta da sradicare».

BELLINZONA - Esami d'ammissione per potere accedere al liceo in Ticino. La proposta arriva da Gian-Luca Lardi, vice presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori. Un'idea che si ispira a quanto accade in altri Cantoni. «Soprattutto nella Svizzera tedesca e orientale».

Non le sembra che sarebbe discriminatorio come concetto?
«Non si deve parlare di discriminazione. Si tratta di aiutare i giovani nell'instradarsi nel modo adeguato, compatibilmente con le caratteristiche della singola persona. Molti scelgono il liceo solo perché non hanno le idee in chiaro».

I giovani si sentono scolasticamente già sotto pressione. Questa sua idea non la aumenterebbe ulteriormente?
«No. Si creerebbe più consapevolezza. E poi si valorizzerebbe la via dell'apprendistato. Al momento è considerata ancora una via di serie B».

Sorge un problema: un giovane fa l'esame di accesso al liceo. Lo boccia. E poi resta a piedi un anno?
«L'esame di accesso dovrebbe essere fatto con una tempistica che poi non faccia perdere tempo a chi boccia. Al contrario la tempistica dovrebbe consentirgli di orientarsi verso altri scenari».

A settembre 2024 erano 1.198 gli iscritti alla prima liceo in Ticino. Il tasso di insuccesso in prima liceo è alto. Si aggira attorno al 30%.
«Appunto. Che senso ha permettere a tutti di accedere al liceo per poi fare una scrematura del genere? Meglio aiutare i ragazzi ad avere le idee chiare in anticipo».

Perché tanti ragazzi scelgono il liceo senza cognizione di causa?
«Perché non considerano in modo adeguato le alternative. La cultura latina vede la via "degli studi" classica come quella regina. I fattori che determinano se una persona avrà successo sul lavoro però sono altri. Ad esempio l'intraprendenza, le competenze sociali, la capacità di comunicare, il desiderio di continuare a imparare».

Sfatiamo il falso mito: liceo non deve più fare rima con carriera.
«È esattamente un falso mito che va sfatato. Oggi anche facendo l'apprendistato si può arrivare a ottenere un dottorato al Politecnico. La nascita delle Scuole universitarie professionali in questo è stata decisiva».

L'apprendistato è spesso promosso con la prospettiva della carriera. Ma un giovane potrebbe anche essere affascinato semplicemente dall'idea di portare a termine un apprendistato e di svolgere poi il mestiere scelto, o no? 
«Certo che potrebbe. Assolutamente. La necessità è grande. C’è bisogno di gente che fa. Il mercato lo richiede. E chi ha fatto un buon apprendistato spesso riesce a tenersi stretto il posto di lavoro».

Forse a non attrarre sono i salari, in particolare in Ticino dove regna il problema del dumping?
«Un muratore dopo l'apprendistato in Ticino guadagna al primo anno 4.900 franchi circa. Non mi si venga a dire che non è uno stipendio interessante per un giovane. Chi sceglie la via liceale il primo salario lo vede magari a 25 anni».

Che possibilità c'è che il suo appello sull'esame d'entrata al liceo venga seriamente preso in considerazione?
«Non è la prima volta che se ne parla. Non dobbiamo stancarci di riproporre la questione. Combattiamo contro un atteggiamento culturale controproducente. Questa idea che il liceo porti a un maggiore successo nella vita professionale è radicata. Specialmente nelle teste dei genitori».

Ecco, le famiglie che peso hanno?
«Enorme. A volte non riescono a mostrare ai figli che il percorso liceale e successivamente accademico può nascondere delle trappole. La più dolorosa appare quando qualcuno termina il liceo e poi inizia l'università e la interrompe per vari motivi. Senza avere molto in mano. È devastante dal profilo psicologico».

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COMMENTI
 

Nmemo 3 sett fa su tio
Ai miei tempi “il filtro” già avveniva alla fine della scuola elementare: esami d’entrata per il ginnasio o scuola maggiore. Non tutti quelli che accedevano al ginnasio arrivavano alla fine del ciclo. Quella generazione, ora ottantenne, è cresciuta in una scuola basata sul rigore e nella vita a saputo ben mettere a frutto le “dure lezioni” apprese nella scuola di quei tempi.

Fleischkäs90 3 sett fa su tio
Sì perché gli allievi che non entrano al liceo vanno a fare gli apprendisti e non si iscrivono semplicemente alle Scuole di commercio, spostando il problema in altri istituti (già adesso ben oltre i limiti di capacità). I problemi vanno risolti alla base. Finché una persona che ha svolto un regolare apprendistato e svolge un lavoro "umile", so volgiamo definirlo tale, non può permettersi una vita dignitosa con prospettive e traguardi da raggiungere sempre meno giovani inizieranno degli apprendistati. Perché l'intervistato non propone ai suoi colleghi di imprenditori di smetterla di farsi le pălle d'oro assumendo frontalieri? Perché non chiede ai suoi colleghi imprenditori di creare prospettive ed opportunità per i giovani, invece di lamentarsi con essi del fatto che non sono vogliosi di alzarsi alle 5.30 per 600. - al mese, per poi essere sostituiti da qualche operaio frontalieri appena terminato l'apprendistato?

64cleme 3 sett fa su tio
Lardi dà un quadro della questione assolutamente realistico e condivisibile in ogni affermazione. Io fatto il liceo più di 40 anni fa e l'ho superato senza insufficienze ma non ho poi concluso gli studi universitari. Però a quell'epoca per avere una solida cultura generale il liceo era un passaggio obbligato e poi non esisteva né la SUPSI né l'USI né tantomeno altre formazioni professionali di livello superiore, mentre oggi il sistema formativo svizzero si é arricchito di preziose opportunità collaterali e tra loro interconnesse in senso progressivo. Alla lucida analisi di Lardi aggiungerei solo che il Ticino subisce anche l'inconveniente influenza linguistica e culturale dalla vicina Italia dove sappiamo che il sistema formativo e i suoi agganci con il mondo del lavoro non sono così ben sviluppati per cui i titoli universitari vengono visti come conditio sine qua non per avere successo nella vita, salvo poi constatare amaramente che spesso finiscono per non realizzare le prospettive sperate.

blitz65 3 sett fa su tio
Quanti si iscrivono al liceo perché non sanno cosa fare ?

Findus 3 sett fa su tio
eh certo sono proprio questi i problemi della scuola di oggi. La solita discussione alibi. La realtà é che scuole medie e liceo non sono più all'altezza. Sfornano ragazzi che fanno fatica a leggere. Per non parlare dello scrivere e della matematica. Ma facciamo finta di non vedere e andiamo avanti a credere che tutto vada bene e, naturalmente, a discutere del nulla.

franco1951 3 sett fa su tio
Credo che ognuno abbia il diritto di fare le proprie esperienze. Una bocciatura non significa automaticamente un anno perso. Io su un anno perso, problemi di tedesco, ci ho costruito tutta la mia carriera.

flame 3 sett fa su tio
Risposta a franco1951
Ah si, sicuramente è per l'anno perso. Non perché negli anni 70' c'era una prosperità economica ben diversa dall'attuale.

prophet 3 sett fa su tio
Ermotti insegna...

flame 3 sett fa su tio
Non è la prima volta che tio mi ha rimosso il commento: L’apprendistato è una delle truffe più grosse che esistano. Si parla tanto di dare opportunità ai giovani, ma la realtà è che le aziende ci guadagnano alla grande. Prendono ragazzi che in poco tempo producono come un normale impiegato, ma li pagano una miseria. Ed è legale! Quanti di quelli che fanno un apprendistato e poi non continuano gli studi riescono a comprare una casa o a guadagnare più di 8000 franchi al mese? Pochissimi. E qui viene fuori il problema vero: chi va avanti con gli studi di solito guadagna di più, ha più tempo libero, meno stress e si fa più vacanze. Insomma, l’apprendistato rischia di essere una trappola che ti lascia in una posizione svantaggiata per tutta la vita. Alla fine, è un sistema che crea un divario enorme, da una parte chi ha studiato e si gode i privilegi, dall’altra chi si spacca la schiena per arrivare a fine mese. E questa non è una colpa dei ragazzi, ma del sistema che è fatto apposta per mantenere queste differenze.

Autore 3 sett fa su tio
Risposta a flame
Salve, il commento cancellato in sé era ok e in sé e pure interessante. Se non avesse concluso il tutto con un insulto all'intervistato non lo avremmo certo rimosso. Giusto per chiarezza. Saluti e grazie per leggerci, la redazione.

Mannyblack 3 sett fa su tio
Risposta a flame
Ma infatti nell'intervista si dice che l'apprendistato può, come un liceo essere l'inizio di una carriera non solo professionale, ma anche universitaria. Io per esempio ho cominciato come apprendista e nel corso della vita ho deciso di cambiare e fare un secondo apprendistato e una scuola universitaria professionale. Uscito da un liceo e senza idea di cosa si vuole fare nella vita probabilmente un giovane si troverebbe con un pugno di mosche in mano, se poi decide che non vuole continuare a studiare deve ricominciare dai piedi della scala. Ma alla fine come dice bene il Sig. Lardi, i fattori che determinano se una persona avrà successo sul lavoro sono altri... Inoltre è falso affermare (generalizzando) che chi ha studiato ha più tempo libero, meno stress e si fa più vacanze! Magari arriva a guadagnare meglio (ma anche quello non è garantito), tutto dipende dal settore e dal luogo in cui si lavora. Alla fine la società ha bisogno anche della gente che fa. La questione salariale non è un problema del tipo di studio che si fa, ma è un problema socio-politico che va risolto appunto a livello politico.

Medea 3 sett fa su tio
Risposta a flame
Non sono d'accordo con il tuo ragionamento. Come dice l'intervistato, grazie alle SUP chiunque, anche con un apprendistato di venditore o elettricesta può accedere a degli studi universitari grazie alle maturità professionali. Dunque non é vero che un giovane con un diploma di apprendistato sarà obbligato a restare in un limbo di svantaggio. Questa é una lettura deterministica che oggi non esiste più

LDb 3 sett fa su tio
Risposta a flame
Qui in svizzera interna molti direttori e capi di imprese sono partiti dall'apprendistato. Anche in ticino ci sono diversi esempi in questi senso: si pensi a Sergio Ermotti (apprendistato) o Raphael Brunschwig (scuola di commercio). Questo per dire che le possibilità di carriera non dipendono dall'aver concluso il liceo. L'importante é scegliere un percorso consono alle proprie capacità ed interessi. Chi ha passione e continua a formarsi guadagnerà di più di chi invece ha studiato come scelta di ripiego.

Medea 3 sett fa su tio
Risposta a flame
é una lettura deterministica della situazione. Se é vero che negli anni scorsi un giovane non aveva una maturità non poteva accedere agli studi universitari, al giorno d'oggi con le SUP basta una maturità professionale e cominciare una carriera accademica. Ho conoscenti che con un diploma di commesso di vendita ora lavorano con un Bachelor in economia.

flame 3 sett fa su tio
Risposta a Medea
Hai assolutamente ragione, e nel mio commento originale lo avevo specificato tra parentesi. Il punto non era affermare che chi sceglie un apprendistato sia condannato a una vita mediocre, ma evidenziare che gli incentivi a creare ulteriori barriere per l'accesso agli studi superiori sono palesemente in conflitto con la realtà locale: le aziende vogliono più personale pagato poco che produce tanto. Tra l'altro: sono stato apprendista pure io!

flame 3 sett fa su tio
Risposta a Autore
Ma non è assolutamente vero. Avevo scritto: "Gian-Luca Lardi, sciagura a te!". La mia espressione colorita era chiaramente ironica. Se non riesci nemmeno a cogliere un modo di dire, non so che dire. Tuttavia, il fatto che tu l'abbia percepita come un insulto non lo rende tale. Le frecciate fanno parte della libertà di espressione, e censurare un commento solo sulla base di un'interpretazione soggettiva è una scelta discutibile. Saluti e grazie per leggermi.

Kelt 3 sett fa su tio
Si vogliono togliere i livelli. Si vogliono diversificare i percorsi adattandoli alle capacità di ogni studente. Così però, e le scuole ne sono consapevoli ma le famiglie un pò meno, si snatura la scuola stessa. Non c'è niente di male se ad un ragazzo non interessa studiare. Scelga un altro percorso. Sembra però che questa mentalità tutta italiana di mandare chiunque al Liceo perché altrimenti sembra ignorante stia crescendo anche da noi. Così si convincono i ragazzi che si può fare un Liceo anche senza studiare o senza averne l'attitudine. Perché di questo si tratta: di attitudine...se no ti piace studiare non colpa del docente, on è colpa del metodo, non è colpa dell'asticella troppo alta. Sei tu che non dovevi fare il liceo (che fra l'altro è diventato molto più facile di 20-30 anni fa) Non sviliamo ulteriormente il nostro sistema scolastico. Poi, quando arrivano in azienda lo vedono tutti che non sono abbastanza preparati.

M78M 3 sett fa su tio
Risposta a Kelt
Amen

MarcN.7 3 sett fa su tio
Ricordiamoci di Brumotti

MarcN.7 3 sett fa su tio
In effetti

IlBiologo 3 sett fa su tio
Il signor Lardi ha perfettamente ragione, specialmente se si intendesse effettivamente eliminare i livelli nella scuola media. Il liceo non deve diventare un parcheggio transitorio per allievi che non sono assolutamente motivati a studiare e forse ancor meno a lavorare. E tutto ciò abbassando il ritmo di apprendimento di coloro che invece sono motivati e dotati. Forse chi strepita dimentica che il liceo non fa parte del percorso di scuola obbligatoria e che come tale deve poter includere delle difficoltà che non sono più perfettamente inclusive. Altrimenti ci trasciniamo il problema nelle Università (e già è un fenomeno che si percepisce da almeno due decenni).

theghost 3 sett fa su tio
Iniziamo col dire che probabilmente l'insuccesso degli studenti al liceo non è dovuto esclusivamente alla "difficoltà" del percorso di studi in sé, ma a una questione più profonda. Al liceo, infatti, sembra che l'obiettivo non sia tanto quello di supportare gli studenti nel loro percorso di apprendimento, quanto piuttosto quello di selezionare chi "merita" di proseguire, lasciando indietro chi incontra difficoltà. Basta una sola insufficienza perché alcuni docenti inizino a mettere sotto pressione lo studente, a volte etichettandolo come "non adatto" al percorso liceale. Questo tipo di comportamento, che in ambito lavorativo potrebbe essere definito mobbing, spesso si traduce in veri e propri episodi di umiliazione, talvolta persino davanti alla classe intera. Questi atteggiamenti non solo danneggiano la salute psicologica degli studenti, ma contribuiscono a creare un clima di sfiducia e insicurezza che può portarli a colpevolizzarsi per difficoltà che spesso non dipendono solo da loro. Invece di introdurre un esame di ingresso per il liceo, sarebbe più utile ascoltare gli studenti, comprendere il loro stato psicologico e monitorare come vengono trattati dai docenti. L’obiettivo principale dovrebbe essere quello di garantire un’istruzione inclusiva, dove ogni studente possa sentirsi supportato e valorizzato.

Kirilu 3 sett fa su tio
Risposta a theghost
Ecco una descrizione dei fatti corretta e aggiungerei che al DECS dovrebbero farsi un esame di coscienza per quanto riguarda il divario tra medie, con tanto di livelli, e liceo/commercio di Bellinzona. TROPPI ragazzi escono dalle scuole medie con una media strepitosa e non dico con demerito, malgrado ciò tanti di questi ragazzi passano le pene dell'inferno al primo e secondo anno di liceo/SCC. Possibile che nessuno nelle alte sfere si accorge che forse è alle medie che bisogna correggere il tiro? Altro che levare i livelli! In 4ª media i ragazzi devono avvicinarsi a quello che li aspetterà se intraprendono gli studi. Così se faticano già lì, non avrebbero neanche accesso al liceo. Poi come detto, ci sono effettivamente docenti veramente discutibili al liceo/SCC; a questi bisognerebbe imporre esami per il come impartiscono le lezioni! Altro che "guardate il mio canale youtube per la teoria, qui in classe facciamo esercizi"... e questo è solo un esempio.

64cleme 3 sett fa su tio
Risposta a Kirilu
In effetti l'introduzione della scuola media dall'inizio degli anni 80, se da una parte aveva alzato il livello offerto dalla scuola maggiore, dall'altro aveva inevitabilmente abbassato quello che prima conferiva il ginnasio malgrado l'opzione dei due livelli A e B. Ne derivò una selezione più superficiale e permissiva verso il liceo ed una più diffusa quota percentuale di bocciature e abbandoni.
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