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BELLINZONAAndrea Alimonti è il nuovo direttore dello IOR

12.05.23 - 12:28
Il professore entrerà in carica il primo gennaio del 2024, prendendo il testimone da Carlo Catapano che andrà in pensione.
USI
Andrea Alimonti è il nuovo direttore dello IOR
Il professore entrerà in carica il primo gennaio del 2024, prendendo il testimone da Carlo Catapano che andrà in pensione.

BELLINZONA - Il professor Andrea Alimonti è stato nominato nuovo Direttore dell’Istituto oncologico di ricerca (IOR) di Bellinzona. L'attuale direttore del gruppo di ricerca di Oncologia molecolare succederà dal primo gennaio del 2024 al Professor Carlo Catapano che dopo 20 anni lascia la guida dello IOR per il raggiungimento dell’età di pensionamento (pur rimanendo a capo del Gruppo di ricerca di Terapie sperimentali).

Crescita costante - Sotto la guida di Catapano - ricorda l'USI in una nota - lo IOR è cresciuto costantemente sia in termini quantitativi che qualitativi. Basti pensare che nel 2011 lo IOR contava solo tre gruppi di ricerca. A oggi lo IOR vede i suoi laboratori più che raddoppiati: sono infatti ben otto i gruppi di ricerca attivi e a breve se ne aggiungerà un altro. «Vorrei ringraziare di cuore Carlo Catapano per il grande impegno che, partendo praticamente da zero, gli ha permesso in soli vent'anni di posizionare lo IOR sulla mappa globale della ricerca oncologica», ha dichiarato il Presidente della Fondazione per lo IOR Franco Cavalli.

Le sfide future - Questa notevole crescita, che continuerà anche nel prossimo futuro, pone già ora delle sfide in merito agli spazi per i laboratori dello IOR. Per questo motivo, nella stessa riunione del 11 maggio, il Consiglio di Fondazione ha anche finalizzato i preparativi per la pubblicazione, probabilmente in autunno, del concorso di progettazione di un nuovo edificio “gemello” che, sempre in Via Chiesa, sarà accostato a quello occupato attualmente, di proprietà di IRB.  Sono quindi molte le sfide che attendono il neoeletto professor Alimonti sul quale Cavalli scommette però a occhi chiusi. «Sono sicuro che grazie alla sua impressionante rete di collaborazioni internazionali e ai suoi progetti di ricerca all’avanguardia, saprà far raggiungere allo IOR traguardi ancora più ambiziosi». Alimonti, da parte sua, si dice «onorato» per questa nomina che arriva dopo più di dieci anni di ricerca in Ticino. «Sono convinto che con il mio lavoro e quello dei miei colleghi riusciremo nei prossimi anni a traghettare lo IOR verso nuovi traguardi scientifici, per avvicinarci sempre più a una terapia efficace contro alcune forme di cancro».

Il CV di Andrea Alimonti - Dal 2011 il Professor Andrea Alimonti è direttore del Gruppo di ricerca di Oncologia molecolare dello IOR. È Professore ordinario di oncologia presso l’USI, Professore ordinario di oncologia sperimentale presso il Politecnico di Zurigo e Professore di farmacologia all’Università di Padova. Dopo l’ottenimento della laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Roma “La Sapienza” e la specializzazione in Oncologia all’Istituto Nazionale Tumori di Roma, Andrea Alimonti ha lavorato come Postdoc a New York e alla Harvard Medical School di Boston.

Nella sua carriera Alimonti ha ottenuto numerosi importanti riconoscimenti, tra cui il prestigioso premio Steiner dell’omonima Fondazione, il premio Wenner della Lega Svizzera contro il cancro, nonché varie distinzioni e premi internazionali tra cui citiamo quelli della Prostate Cancer Foundation, della Benioff Initiative for Prostate Cancer research, dell’European Molecular Biology Organization (EMBO Young Investigator) e importanti finanziamenti dal Consiglio Europeo della Ricerca (ERC Starting e Consolidator Grant).
Con oltre 100 pubblicazioni scientifiche all’attivo, spesso in riviste molto prestigiose, il Prof. Alimonti è soprattutto noto a livello internazionale per le sue ricerche pionieristiche sulla biologia del cancro della prostata, che già lasciano intravvedere nuovi e promettenti approcci terapeutici per questo tumore maligno – il più frequente nella popolazione maschile. Il Prof. Alimonti ha anche identificato una popolazione di cellule sanguigne, le cosidette «cellule mieloidi suppressorie», che sono in grado di favorire lo sviluppo del tumore prostatico e di causarne la resistenza alle terapie odierne. Alimonti ha inoltre scoperto un altro meccanismo di resistenza alle terapie per questo tumore, collegato con il microbiota intestinale. Da anni inoltre egli sta sviscerando i meccanismi della senescenza cellulare con l’obiettivo di arrivare a “far invecchiare” le cellule tumorali in modo da neutralizzarne le capacità proliferative che stanno alla base del fenomeno tumorale.

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COMMENTI
 

Evry 10 mesi fa su tio
Autodifesa giustificata.

Arrabbiato 10 mesi fa su tio
Da TicinoNews: UCCISO LOONKITO, IL RE DEL PARCO NAZIONALE DELL'AMBOSELI L'animale aveva 19 anni ed è stato ucciso mercoledì scorso da pastori locali per difendere le loro mandrie. "Si tratta chiaramente di un conflitto tra uomo e natura. Bisogna scoraggiare queste azioni", ha dichiarato il coordinatore della Big Life Foundation. Loonkito, il leone più anziano e iconico del parco nazionale dell'Amboseli, in Kenya, è stato ucciso mercoledì scorso da pastori locali per difendere le loro mandrie. L'ente governativo di protezione degli animali Kenya Wildlife Service (Kws) ha confermato la morte del felino al sito del quotidiano Daily Nation, segnalando che sono rimasti poco più di un centinaio di leoni nell'Amboseli, parco naturale alle falde del Kilimangiaro. IL RE DEL PARCO Loonkito aveva 19 anni ed era uno degli esemplari più fotografati dai turisti nei "safari". "Si tratta chiaramente di un conflitto tra uomo e natura - ha dichiarato Daniel Sampu, coordinatore della Big Life Foundation, che si occupa di ricompensare i pastori i cui capi di bestiame vengono sbranati dai predatori - la gente locale ha vissuto con gli animali selvatici per anni. L'allerta da parte dei pastori è aumentata dopo la recente, prolungata siccità. Bisogna scoraggiare queste azioni".
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