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«Adesso basta, bisogna capire che la vicinanza con l'Italia è un problema serio»

CANTONE«Adesso basta, bisogna capire che la vicinanza con l'Italia è un problema serio»

13.05.22 - 07:00
Prezzi della benzina ancora alti: Berna immobile. Il consigliere nazionale Piero Marchesi su Piazza Ticino. Il video.
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«Adesso basta, bisogna capire che la vicinanza con l'Italia è un problema serio»
Prezzi della benzina ancora alti: Berna immobile. Il consigliere nazionale Piero Marchesi su Piazza Ticino. Il video.
«Noi confiniamo con una nazione in cui le tasse sui carburanti sono state tagliate. Il resto della Svizzera non ha la nostra stessa percezione. E mi pare che qui manchi la volontà di cambiare».

TRESA - Da settimane porta avanti un braccio di ferro col Governo federale per abbassare i prezzi della benzina. Ancora di recente Piero Marchesi, consigliere nazionale UDC, ha depositato a Berna un'interrogazione in merito. In diretta su Piazza Ticino ha rincararato la dose. «L'Italia ha trovato una soluzione in poco tempo, riducendo le tasse sui carburanti. La Svizzera sembra che non voglia farlo».

Perché ha questa opinione?
«Forse Simonetta Sommaruga, direttrice del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni, ha un altro tipo di sensibilità su questo tema. Ricordo che siamo in un Paese in cui alcuni hanno festeggiato per l'aumento dei prezzi della benzina. Così, secondo la loro logica, la gente avrebbe usato meno l'auto. La verità è che chi ha bisogno dell'auto la benzina la deve comunque fare. Qui si tratta di tutelare i consumatori. Mi pare proprio che manchi la volontà di cambiare le cose».

Lei però sembra volere insistere. 
«Nel resto della Svizzera non hanno il problema che abbiamo noi in Ticino. Noi confiniamo con una nazione in cui i prezzi del carburante sono stati abbassati. C'è stato il famoso taglio delle accise. Questo significa che diversi ticinesi stanno andando a fare benzina in Italia, a scapito dell'economia locale. Tra i benzinai in alcuni casi c'è chi ha perso il 90% del fatturato. Stiamo parlando di un settore già messo a dura prova quando le restrizioni Covid erano forti e si usava poco la macchina». 

Per il ticinese dunque è un doppio problema. 
«Sì. Perché i prezzi sono saliti in generale e gli stipendi non sono come quelli della Svizzera interna. E poi appunto c'è la questione della concorrenza italiana».  

Il Governo ticinese, vista la situazione particolare del Ticino, dovrebbe farsi sentire di più?
«Credo di sì. Spero che il nostro Consiglio di Stato, unitamente alla deputazione ticinese, porti avanti la questione».  

Cosa potrebbe o dovrebbe fare concretamente il Consiglio federale?
«Su ogni litro di benzina ora la Confederazione preleva tra tasse e IVA un franco e 20 centesimi. Basterebbe prelevare solo 80 centesimi al litro e il problema sarebbe risolto. Non bisognerebbe farlo per sempre. Ma solo per questo periodo particolare in modo da rendere il prezzo alla pompa di benzina più simile a quello di due o tre mesi fa».

Ritiene che pressioni come le sue porteranno a qualcosa? 
«La politica dovrebbe essere capace di trovare risposte nell'immediato. Il problema non è solo inerente la benzina o il diesel, ma riguarderà anche il gas, l'energia elettrica. Non si può continuare a pesare sulle tasche dei cittadini. Volendo la questione della benzina potrebbe essere risolta in tempi relativamente brevi. Dal 30 maggio ci sarà la sessione estiva delle Camere. Sarebbe sufficiente che il Consiglio federale presentasse un concetto urgente di revisione della legge, visto che finora ha sostenuto di non potere fare molto con la legislazione in vigore».

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