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CANTONEAl ristorante italiano? Da oggi una dose non basta

06.08.21 - 06:00
Nella vicina Penisola entra in vigore l'obbligo della certificazione per molte attività.
tipress
Al ristorante italiano? Da oggi una dose non basta
Nella vicina Penisola entra in vigore l'obbligo della certificazione per molte attività.
Il SIC: «Chi risiede oltre i 60 km dal confine non potrà entrare in Italia con un certificato rilasciato dopo la somministrazione della prima dose».

LUGANO - Non sono solo i vaccinati all'estero ad avere qualche problemino con il codice QR, altrimenti detto Covid Pass. Anche chi possiede l'agognato "passepartout", infatti, non è libero di muoversi a proprio piacimento, almeno una volta varcato il confine con la vicina Penisola.

Da oggi, in Italia, entra in vigore l'obbligo di certificazione per accedere a molte attività. Il documento sarà obbligatorio - anche in zona bianca - nei bar e ristoranti al chiuso, nelle piscine e palestre, ma anche per partecipare a spettacoli, recarsi al cinema e nei centri termali.

Va detto, è sufficiente la certificazione che attesta la vaccinazione con almeno una dose (altrimenti occorre essere guariti dalla malattia o aver effettuato un tampone nelle 48 ore precedenti). C'è un però: la Confederazione, al contrario dell'Italia, non rilascia nessun QR code alla prima somministrazione.

Come deve comportarsi quindi lo svizzero che vuole fare vacanze in Italia e ha ricevuto una sola dose di vaccino? Lo abbiamo chiesto al Servizio dell'informazione e della comunicazione del Consiglio di Stato (SIC). «Dopo l’annuncio da parte dell’Italia della necessità di un ‘Green Pass’ a partire dal 6 agosto anche per accedere a locali e ristoranti, le autorità cantonali ticinesi hanno provveduto fin da subito a rendere possibile, su richiesta, la stampa di un certificato parziale (una dose di due) nei centri di vaccinazione cantonali - ci viene spiegato -. Questa opzione è prevista dal programma informatico utilizzato anche dal Canton Ticino e dalle normative federali».

Quanto al riconoscimento italiano del certificato parziale «si tratta di una questione di competenza degli Stati», prosegue il SIC. Il governo italiano ha infatti già precisato che per l’ingresso in Italia rimane necessario possedere una certificazione che confermi il completamento del ciclo vaccinale oppure un test negativo o l’avvenuta guarigione. «Nel caso di movimenti a ridosso del confine, continua a essere in vigore l’esenzione – riconfermata anche dall’ultima ordinanza del Ministero della Salute – di presentare il Passenger Locator Form e la certificazione per spostamenti non superiori a 60 chilometri e 48 ore dal proprio domicilio - conclude il Servizio di comunicazione del Governo -. Chi risiede oltre questa distanza dal ristorante italiano non potrà quindi entrare in Italia con un certificato rilasciato dopo la somministrazione della prima dose».

Per qualsiasi spostamento all’estero, il SIC raccomanda infine di «informarsi tramite i canali ufficiali del paese di destinazione sulle modalità richieste per accedere e soggiornare».

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