C'è l'ok alla zona franca, ma la strada è ancora lunga

Il tema è entrato nell'agenda del Governo italiano.
Ma almeno fino a metà maggio non dovrebbe cambiare nulla.
LUGANO - Un passo avanti è stato fatto, ma in sostanza non è cambiato nulla. Il Parlamento italiano ha approvato il documento che chiede di eliminare le restrizioni entro i 20 chilometri dal confine.
Tuttavia, sembra quasi certo che almeno fino alla seconda metà di maggio se non per tutto il mese, non si possa riaprire al “turismo della spesa” superando l’ostacolo del tampone.
Insomma, fino a venerdì l’obbligo di tampone negativo entro le 48 per varcare il confine resta. Ma - stando a La Provincia di Como - il Governo (e in particolare il ministro della Salute, Roberto Speranza) sembra intenzionato a prorogare la misura per le prossime settimane.
Sia il senatore varesino del Partito Democratico Alessandro Alfieri, che il deputato comasco pentastellato Giovanni Currò, hanno riferito di colloqui con il Governo finalizzati a garantire i movimenti giornalieri lungo la linea di confine.
Di fatto, il tema dei transiti lungo la frontiera non strettamente legati ai frontalieri è entrato nell’agenda del Governo. «Finalmente è emerso il distinguo importante sul fatto che chi si muove lungo la linea di confine non può essere considerato alla stessa stregua di chi va a fare le vacanze alle Baleari», ha commentato il deputato leghista Matteo Luigi Bianchi che ha inoltrato la richiesta per la creazione della zona franca di 40 chilometri. «Il via libera - ha aggiunto - ha certificato che le zone di confine hanno peculiarità diverse rispetto a tutti gli altri contesti». Anche se, per ora, di riaprire ancora non se ne parla.




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