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CANTONEUna “rivoluzione” per le ARP

01.02.21 - 11:25
La riorganizzazione passa dalla “cantonalizzazione” e dalla “giudiziarizzazione”
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Una “rivoluzione” per le ARP
La riorganizzazione passa dalla “cantonalizzazione” e dalla “giudiziarizzazione”
Il Governo ticinese ha avviato la consultazione per il relativo progetto

BELLINZONA - Le autorità regionali di protezione (ARP) si preparano a cambiare. Il Governo cantonale ha infatti avviato la consultazione sul messaggio riguardante la loro riorganizzazione. Una riorganizzazione che si inserisce nella più ampia riforma della giustizia cantonale. «Una giustizia che sarà al passo coi tempi» ha ricordato oggi Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato e direttore del Dipartimento delle istituzioni.

«Il tassello delle ARP è un tassello centrale di questa riforma della giustizia cantonale» ha detto ancora Gobbi. «I bisogni non riguardano più l'orfano o l'anziano, ma questioni più fragili e complesse». Si tratta di un'autorità che prende 11'000 decisioni all'anno, ha spiegato Frida Andreotti, direttrice della Divisione della giustizia. E ha annunciato che la riorganizzazione passa dalla «cantonalizzazione», dalla «giudiziarizzazione», dalla «specializzazione» e dalla creazione del sistema «Preture di famiglia».

Tra gli obiettivi si conta un miglioramento nella trattazione dei casi da parte di specialisti e in tempi adeguati. E un'uniformazione dell'organizzazione, delle procedure e delle prassi, mantenendo la presenza sul territorio. «Le autorità saranno efficienti, efficaci e moderne» come ha detto Andreotti

La riorganizzazione - In Ticino sono attualmente presenti sedici autorità regionali di protezione, di natura amministrativa e con un'organizzazione comunale-intercomunale. La riorganizzazione prevede l'istituzione di una nuova autorità giudiziaria specializzata nel diritto di protezione, le nuove preture di protezione.

Il nuovo modello organizzativo si basa quindi principalmente sulla “cantonalizzazione” delle autorità di protezione, con il passaggio delle competenze sul loro funzionamento dai Comuni al Cantone, e sulla “giudiziarizzazione” del sistema mediante una nuova autorità giudiziaria. «La via giudiziaria è la naturale evoluzione di questo settore» ha sottolineato Andreotti, spiegando che si tratta di un'autorità giudiziaria «disgiunta dalle preture».

La “giudiziarizzazione” è considerata particolarmente importante, in quanto nel nostro cantone le autorità sono confrontate anche con molte situazioni transfrontaliere. «Le autorità si confrontano quindi con tribunali al di là del confine» ha spiegato Gobbi.

Per quanto riguarda il sistema “Preture di famiglia”, si tratta di un sistema astratto di modalità di organizzazione. «Il diritto di famiglia - ha spiegato la direttrice della Divisione della giustizia - viene deciso non solo nell'ambito dell'operato delle ARP ma anche dalle preture, questo sistema farà dialogare ARP e preture nel contesto della presa di decisione».

Novanta posti di lavoro - In termini di risorse umane, la nuova autorità giudiziaria sarà composta da circa novanta unità di lavoro a tempo pieno (oggi sono un'ottantina), presenti in varie sedi e sottosedi collocate sul territorio, di modo da garantire la prossimità. Dal punto di vista finanziario, l’onere netto supplementare a carico del Cantone è stimato in 13,4 milioni di franchi. L’importo è contemplato nella riforma “Ticino 2020”, nell’ottica della sua neutralizzazione nel computo globale dell’onere finanziario tra i due livelli istituzionali.

L'istituzione di questo modello è sancito nella Costituzione cantonale e nella Legge sull'organizzazione giudiziaria. Se la riforma troverà l'approvazione da parte del Gran Consiglio, dovrà quindi poi essere avallata in votazione popolare.

Si stima che le preture di protezione potrebbero entrare in vigore nel 2024. Nel frattempo la procedura di consultazione - che avviene interamente in forma digitale - parte oggi e termina il 31 marzo 2021, e coinvolge circa 200 attori interessati dalla riorganizzazione.

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