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MALVAGLIALa danza può cambiare la vita e trasformarti in un campione

03.09.20 - 07:00
Per Mattia Kaufmann, fisioterapista e campione di breakdance, il corpo è un santuario e bisogna prendersene cura.
YURI PIX'YS SORY
La danza può cambiare la vita e trasformarti in un campione
Per Mattia Kaufmann, fisioterapista e campione di breakdance, il corpo è un santuario e bisogna prendersene cura.

MALVAGLIA - Mattia Kaufmann, in arte “Bboy Metya”, ha 26 anni e danza da quando di anni ne aveva appena 12. Nella sua carriera ha raggiunto ottimi risultati in diverse competizioni e ora ha ottenuto il titolo di campione svizzero di breakdance.

Quando ha iniziato a ballare?
«Nel 2006. Dopo avere guardato dei video su youtube, e anche grazie all’aiuto di mia mamma, ho seguito dei corsi, dopodiché ho cominciato ad allenarmi individualmente e con alcuni amici (nexus crew). La danza mi ha fatto conoscere persone eccezionali, una delle quali la mia ragazza, ottima ballerina di hip hop».

Ha partecipato a competizioni importanti?
«L’anno scorso sono andato a Phoenix, in Arizona, per i campionati mondiali di hip hop, partecipando alla battaglia “1 vs 1”. Quest’anno, invece, ho preso parte alle gare svizzere di hip hop con una mega crew (S.W.A) della scuola Fit&Gym di Roveredo, dove insegno, e siamo arrivati primi. Inoltre, l’anno scorso ho gareggiato ai campionati svizzeri IDO (International Dance Organization), classificandomi al primo posto e sono stato selezionato per i mondiali a Bremerhaven, in Germania».

Come ricorda la sua esperienza ai mondiali?
«Dopo 15 ore di viaggio la stanchezza non si era fatta sentire: ero un fascio di energia. Le selezioni sono state difficili, ma quando ho letto sull’albo il mio nome nella lista dei classificati è stato impagabile. Alla fine ho ottenuto il 5° posto. Pur sapendo che avrei potuto fare di meglio, ancora oggi sono fiero e sono già carico per il prossimo mondiale: purtroppo quest’anno è stato rinviato a causa della pandemia».

È comunque campione svizzero.
«Essere sul podio è per me un ottimo risultato! Oltre al certificato che mi permette di accedere ai mondiali, ho ricevuto una coppa e un premio di 100 franchi. L’orgoglio più grande è però ciò che ho potuto imparare tramite l’esperienza e i ricordi delle bellissime emozioni che ho provato e che porterò sempre con me».

È difficile conciliare sport e lavoro?
«Una parola: organizzazione. Due volte a settimana insegno breakdance a bambini e ragazzi. Spesso mi invitano a condurre dei workshop durante il weekend. Ciò che mi rende più felice è trasmettere la mia passione agli altri. Generalmente mi alleno fino a tre volte a settimana in gruppo e due volte singolarmente a casa. Cerco sempre di lasciare qualche giorno di riposo. Anche sul lavoro prendo ispirazione da esercizi di breakdance. Pur lavorando in due studi privati, entrambi i datori di lavoro mi sostengono e riesco a organizzare gli allenamenti».

Ha mai pensato di fare della sua passione la sua professione?
«Durante i primi anni ci ho pensato. Ora ritengo che il fisioterapista sia una delle professioni più belle al mondo e mai smetterei di svolgerla. La breakdance è diventata parte integrante del mio stile di vita. Di corpo ne abbiamo uno e ci accompagnerà per sempre: merita dunque di essere trattato nel migliore dei modi. Sappiamo che la mente influenza il corpo e viceversa e penso che avere una passione aumenti la possibilità di trovare attimi importanti da dedicare a se stessi e aiuti a distrarsi dalla routine quotidiana».

SUSANA LUZIR

Una disciplina per mezzo milione di ballerini
L’International Dance Organization (IDO), è una federazione mondiale di danza con sede in Danimarca, composta da oltre 90 nazioni e rappresentata da oltre 500.000 ballerini di tutti i sei i continenti. «Ciò che la caratterizza è il metodo di selezione, dove i partecipanti vengono divisi in tre gruppi e ogni gruppo balla per 40 secondi. Quando tutti gli sfidanti si sono esibiti, si ricomincia nello stesso ordine, per tre volte consecutive», spiega Kaufmann. «Questi rounds servono ai giudici per confrontare i ballerini e scegliere, tramite dei criteri di valutazione, chi selezionare per la battle. A dipendenza del numero iniziale dei concorrenti, ne vengono selezionati 16 o 8, che si sfideranno poi nell’1 vs 1». Il breakdancer ticinese è in prima fila. «La competizione mi spinge a fare sempre meglio, a dare il massimo e a superare i miei limiti. Quando ottengo un buon risultato, è sempre un'enorme soddisfazione!».

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