«Noi trattati bene. Ci siamo liberati da soli»
Uno dei ticinesi presi in ostaggio in Camerun racconta i contorni della disavventura. «Brutto spavento, ma non abbiamo subìto maltrattamenti»
CANTONE - Sono sette, e non due come comunicato inizialmente, i ticinesi presi in ostaggio da un gruppo armato secessionista in Camerun durante un safari. «È stato un brutto spavento, ma tutto è finito bene» rassicura uno dei membri della comitiva raggiunto al telefono da Tio.ch-20minuti. «Ora stiamo proseguendo il viaggio verso il Ciad».
Il gruppo, composto da 12 persone, stava attraversando il paese centrafricano nella seconda tappa di un viaggio organizzato da un tour operator di Giubiasco. «Tutto è avvenuto molto rapidamente» racconta al telefono Alfredo Eggemann, membro della comitiva. Il sequestro sarebbe avvenuto nel tardo pomeriggio di lunedì, e verso mezzanotte «eravamo già liberi» racconta l'uomo.
Sulle dinamiche esatte del rilascio degli ostaggi si attendono chiarimenti da parte del Dfae. Ma la ricostruzione di Egemann fa pensare a una liberazione "soft": sul profilo Facebook il turista ha ironizzato sulla scarsa rapidità d'intervento delle forze dell'ordine locali, che «poi così veloci non sono» si legge in un post. «Non voglio fare polemiche» precisa al telefono. «In ogni caso non è stato un sequestro violento, siamo stati trattati bene, non abbiamo subito maltrattamenti».
Sulle modalità dell'allontamento dal villaggio «non entro in dettagli, dico solo che ci siamo liberati praticamente da soli. Il tutto è durato poche ore» precisa Egemann. «Abbiamo avuto un brutto spavento iniziale, ma poi le cose si sono risolte abbastanza tranquillamente».
Ora il gruppo intende proseguire il tour, che dovrebbe concludersi con il rientro in Ticino tra una decina di giorni.




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