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MASSAGNOUn uomo caduto in disgrazia: ecco chi è la vittima del rogo

20.12.16 - 17:00
Dietro le quinte del dramma di Via Martignoni: il 40enne Ignazio Cirillo era un papà che aveva perso tutto. E che si era trasformato in un senza tetto
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Un uomo caduto in disgrazia: ecco chi è la vittima del rogo
Dietro le quinte del dramma di Via Martignoni: il 40enne Ignazio Cirillo era un papà che aveva perso tutto. E che si era trasformato in un senza tetto

MASSAGNO – Un uomo che, gradualmente, aveva perso tutto. Dal lavoro all’appartamento in cui viveva. È una storia triste, quella di Ignazio Cirillo. Terminata all’alba dello scorso sabato tra le fiamme del rogo scoppiato in una palazzina di Via Martignoni, a Massagno. Grande appassionato di musica, il 40enne di origini campane si era trasformato in un senza tetto nel giro degli 12 ultimi mesi.

Inferno – A raccontare i dettagli di un’esistenza travagliata è Romeo R., anziano che trascorre le sue giornate nel Parco Ciani di Lugano, come volontario per le persone con problemi di dipendenza. «Ignazio aveva problemi di alcol – puntualizza –. La sua vita era diventata un inferno. Viveva tra l’Italia e il Ticino da diverso tempo e parlava pure il dialetto. Prima aveva un lavoro. Da qualche tempo, però, era finito in un vortice negativo».

Notti al freddo – Difficile capire come mai Ignazio Cirillo sia stato trascinato in questa situazione. Quello che si sa è che le notti, da almeno 6 mesi, le passava dove capitava. Ancora il nostro interlocutore: «Dormiva su una panchina, nei bagni pubblici. O anche in riparazioni di fortuna». Come accaduto anche nella notte tra venerdì e sabato in quella palazzina di Massagno.

Una candela per scaldarsi – Alcuni inquilini dello stabile l’avevano già notato in altre occasioni mentre si aggirava nei corridoi dell’edificio. La sua presenza era già stata segnalata alla polizia. «Probabilmente – sottolinea il nostro testimone – era riuscito a intrufolarsi nelle cantine, sapendo che lì avrebbe potuto passare la notte al coperto. Io penso che potrebbe avere acceso una candela per scaldarsi. E da lì potrebbe essere partito l’incendio. È una mia ipotesi».

Poche tracce – Stando alla Polizia cantonale, Ignazio Cirillo non risultava avere una fissa dimora in Ticino. In Valtellina, la sua ultima residenza. Anche i servizi sociali di Lugano, da noi contattati, sembrano non conoscere il suo caso. Il Comune di Massagno, invece, per bocca della portavoce Beatrice Lundmark, fa sapere di preferire attenersi ai comunicati di polizia.

La passione per la musica – Ignazio Cirillo aveva anche una pagina Facebook, da cui trapelano alcune informazioni. Ad esempio, che ha un figlio. Forse due. E poi il riferimento alla sua città di provenienza, Torre Annunziata, località nei pressi di Napoli. Dal suo profilo traspare anche una grande passione per la musica. In alcune immagini lo si vede, vestito in maniera elegante, mentre suona la tastiera. «Ignazio – sostiene Romeo R. – era una persona intelligente. E amava suonare. A volte arrivava al Ciani con una chitarra».

Col morale a terra – Romeo R. aveva ancora incontrato Ignazio il giorno prima della sua morte. «Era depresso, aveva il morale a terra. Non riusciva a rialzarsi. Non vedeva prospettive. La cosa che più colpisce della sua storia è che, con un po’ di sfortuna, in una situazione del genere potrebbe finire chiunque. Io, da quando faccio il volontario al Ciani, incontro quotidianamente situazioni simili. Ho a che fare con un popolo di invisibili, che la gente comune ignora. E Ignazio, purtroppo, ne faceva parte».

 

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