I coniugi Cappelletti vivono in via Milano da una vita. Ma da Berna nei giorni scorsi è arrivata la disdetta
CHIASSO - «Cara Confederazione, noi di qui non vogliamo andarcene». La signora Cappelletti ha preso carta e penna, ieri, e ha scritto a Berna. «Se pensano di poterci cacciare così si sbagliano, sono 22 anni che io e mio marito viviamo qui» spiega. Nei giorni scorsi, i due pensionati di Chiasso hanno ricevuto una notifica di sfratto dalla villetta di due piani in cui vivono, in via Milano. Il padrone di casa è la Confederazione (che ha acquistato lo stabile dalle Ffs anni fa). Motivo della disdetta? Sconosciuto. Nella zona era stata progettata un'area per l'accoglienza di richiedenti l'asilo nei mesi scorsi, ma a marzo l'idea era stata cestinata a seguito delle proteste del Municipio.
«Abbiamo problemi di salute» - Voci di corridoio parlano di una (probabile) destinazione amministrativa: nella casa dei Cappelletti troverebbero spazio alcuni uffici delle Guardie di confine. Quel che è sicuro è che, se qualcuno non interviene, entro tre mesi i due 70enni dovranno andarsene. «E dove? Viviamo con la pensione, abbiamo cercato delle soluzioni alternative ma gli affitti sono altissimi» protesta l'inquilina. «Abbiamo 73 e 78 anni e problemi di salute: io ho un tumore, sono uscita dall'ospedale due settimane fa e ora, in quattro e quattr'otto, dovremmo lasciare la casa di una vita? Non è giusto».
«Rispetto per gli anziani» - In merito sono intervenuti i consiglieri comunali Giorgio Fonio - Ppd, Jessica Bottinelli e Denise Maranesi (Us / I Verdi) con un’interrogazione che chiede all’onorevole Maurer - per l'Ufficio federale delle costruzioni e della logistica - «rispetto per i nostri anziani». «Fermo restando che siamo a conoscenza del fatto che questa decisione non è contestabile dal profilo giuridico da parte della politica, resta in sospeso la questione inerente l'opportunità della scelta presa. Nella fattispecie, agli occhi dei sottoscritti interroganti, la disdetta intimata dal sopracitato ufficio federale, rappresenta una mancanza di sensibilità verso due anziani cittadini chiassesi, indipendentemente dall'uso che intenderà farne la Confederazione». Viene quindi chiesto al Municipio di prendere contatto con l'Ufficio federale delle costruzioni e della logistica al fine di trovare una soluzione che tuteli i due anziani chiassesi.