Cerca e trova immobili

STABIODopo quel terribile incidente, il vuoto e l'odio attorno a lei

04.08.11 - 10:13
La drammatica storia di Tatiana Mazza, 31 anni, ergoterapista paralizzata alle gambe, diventa un film-denuncia
None
Dopo quel terribile incidente, il vuoto e l'odio attorno a lei
La drammatica storia di Tatiana Mazza, 31 anni, ergoterapista paralizzata alle gambe, diventa un film-denuncia

STABIO - Da tre anni non può più accedere al suo studio nel Mendrisiotto perché è in sedia a rotelle. Eppure continua a dovere pagare l’affitto. Proprio per questo è costretta a portare avanti una causa legale con la sua ex collega. La vita di Tatiana Mazza, 31enne di Stabio, quel terribile 13 settembre del 2008 si è completamente capovolta. Dopo una violenta caduta da cavallo e la conseguente paralisi alle gambe la giovane di Stabio si è trasformata da ergoterapista a paziente. Non solo: si è vista chiudere la porta in faccia dal 90% degli amici. Oggi la storia di Tatiana è diventata addirittura un film, ‘Frammenti’, del regista grigionese Riccardo Lurati. Un cortometraggio toccante, di vera denuncia. “Un modo per spiegare alla gente tutte le ingiustizie che una persona nella mia situazione deve subire. E poi Notwill, un centro di riabilitazione di fama internazionale dove oggi tutto è cambiato…”

L’incidente - Un normale sabato in scuderia, con la prospettiva di trascorrere una serata in allegria con gli amici. Invece, per Tatiana qualcosa va storto. La caduta da cavallo, un dolore terribile, la corsa in ospedale a bordo dell’ambulanza. E di lì a qualche mese, la drammatica verità: è paralisi alle gambe. “Sono stata ricoverata per nove mesi presso il centro di Notwill. In queste situazioni tendi a vivere le cose in maniera emotiva, certo. Però devo dire che dal punto di vista umano il centro è cambiato molto e oggi lascia molto a desiderare. La maggior parte degli infermieri si comportano in modo freddo, distaccato. Poi notavo sempre una certa confusione, ti prescrivevano un programma e non lo rispettavano. Senza contare la mancanza di coordinazione. Forse un paziente normale queste cose le nota meno. Per me, che venivo dal settore, erano lampanti. Non dimentichiamo che spendevo 1500 franchi al giorno per essere curata”.

Rapporti disumani – C’è una parte di ‘Frammenti’ che è stata censurata, su consiglio di alcuni avvocati. Tatiana, tuttavia, decide di parlarne apertamente a Ticinonline. Nel giugno del 2009 la 31enne torna a casa. In Ticino i medici della clinica Sant’Anna (“A loro sì che devo dire grazie”) la invogliano a riprendere l’attività lavorativa. “Ho scoperto che il mio posto era già stato occupato da un altro ergoterapista. Ma la mia parte d’affitto restava sempre a mio carico. E questo nonostante io fossi bloccata in una clinica oltre San Gottardo e non lavorassi più da tempo in quegli spazi”.

Choc - La giovane ergoterapista, accompagnata da un suo amico, cerca di tornare nel suo studio. E qui arriva lo choc. La carrozzina è troppo larga per entrare in quell’ascensore. “Mi è crollato il mondo addosso. Ho chiamato l’architetto del Cantone per chiedere una perizia in modo da potere chiedere una disdetta straordinaria. Per legge però in questi casi per dare una disdetta straordinaria bisogna essere in due. Senza il consenso della mia ex collega non lo potevo fare. E questo consenso non è mai arrivato. Mi sono rivolta a politici e avvocati. Questa storia va avanti da anni e nessuno è stato in grado di risolverla. Ho un precetto esecutivo di diverse migliaia di franchi, in tutta la Svizzera non esiste un altro caso simile al mio. Ora sono decisa più che mai ad arrivare fino in tribunale”.

Il presente - Tatiana è riuscita, comunque, a tornare a lavorare. Oggi ha aperto un nuovo studio nei pressi della sua abitazione a Stabio e i suoi pazienti la adorano. “L’attività va alla grande. Questa triste esperienza mi ha aiutato molto come professionista. Ora capisco molto di più i miei clienti, soprattutto dal punto di vista della sofferenza”. Notwill è un lontano ricordo. Restano le ferite legate agli affetti, alle amicizie. “Non so perché, ma l’incidente mi ha portato via anche la maggior parte delle persone che credevo amiche. Sono stati in molti a voltarmi le spalle. Questa è stata la cosa che più mi ha fatto soffrire”.

Patrick Mancini

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE