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ITALIA / SVIZZERATraffico illegale di reperti antichi: uno svizzero tra gli indagati

29.07.23 - 00:00
Si tratta del titolare di una casa d'aste elvetica, presunto destinatario di oggetti prelevati da "tombaroli" in provincia di Caserta
Depositphotos (sietevidas)
L'area archeologica di Santa Maria Capua Vetere, da dove è partita l'inchiesta.
L'area archeologica di Santa Maria Capua Vetere, da dove è partita l'inchiesta.
Traffico illegale di reperti antichi: uno svizzero tra gli indagati
Si tratta del titolare di una casa d'aste elvetica, presunto destinatario di oggetti prelevati da "tombaroli" in provincia di Caserta

SANTA MARIA CAPUA VETERE - Un traffico di reperti antichi che arriva in Svizzera e parte dalla provincia di Caserta: c'è questo al centro dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che ha iscritto nel registro degli indagati 22 persone, compreso il titolare di una casa d'aste elvetica.

L'indagine dei carabinieri del Nucleo tutela Patrimonio Culturale di Napoli, come riportano i media italiani, sono durate oltre un anno e hanno preso avvio dal materiale sottratto clandestinamente da siti storici del Casertano come Capua, Santa Maria Capua Vetere, Teano, Calvi Risorta, Mondragone e anche in Basilicata e Puglia. Il lavoro degli inquirenti ha permesso di ricostruire che i reperti e le monete antiche, trafugate dai cosiddetti "tombaroli", venivano consegnate a un trafficante e quindi vendute "sottobanco" in Svizzera.

Tra i 22 soggetti indagati ci sarebbero gli autori materiali dei ritrovamenti ma anche mediatori, collezionisti privati e, come detto, professionisti del settore delle aste. Le ipotesi di reato sono di ricettazione e furto di beni culturali. Si parla di qualcosa come migliaia di reperti trafugati nell'area archeologica - abbandonata da anni - di Antica Cales, nelle vicinanze del comune di Calvi Risorta, nel Casertano.

In questo anno di attività investigativa sono già stati compiuti degli arresti. Il più clamoroso risale al settembre 2022: a finire in manette fu l'allora sovrintendente per le province di Caserta e Benevento Mario Pagano. Ancora più importante per ricostruire i dettagli del traffico internazionale, sempre secondo la stampa italiana, sarebbe stato un altro arresto compiuto nei pressi del confine svizzero: in questo caso le forze dell'ordine avrebbero bloccato colui che stava per far entrare i reperti in Svizzera.

Per poter procedere nei confronti del cittadino elvetico i magistrati campani hanno inoltrato una richiesta di rogatoria internazionale. Il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere Antonio D'Amato, che ha coordinato le indagini insieme ai sostituti Armando Bosso e Giacomo Urbano, ha dichiarato all'agenzia Ansa: «Questa indagine è molto importante perché permette di ricostituire un patrimonio artistico spesso abbandonato e dunque alla mercé di malviventi e trafficanti, ma anche e soprattutto di salvaguardare la memoria di un territorio come quello casertano, dove sono tanti i siti archeologici e artistici».

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COMMENTI
 

carso 9 mesi fa su tio
Sarà un “rigommato “? Ah, no…

Piasial 9 mesi fa su tio
Non si tratta solo di furto,ma il non rispettare gli oggetti d'arte, come quei turisti che incidono graffiti al Colosseo o sottraggono la sabbia dalle spiagge della Sardegna. Fra questi anche degli svizzeri.

Swissabroad 9 mesi fa su tio
Sto aspettando il commento "non sarà svizzero, gli svizzeri non fanno certe cose"...😁😁😁

Dan1962 9 mesi fa su tio
Non gli faranno niente
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