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SVIZZERA

Non ci sono soldi, nel 2026 spenderemo meno

Il prossimo anno un terzo degli svizzeri prevede di ridurre la spesa al dettaglio, mentre solo il 14% aumenterà il budget.
Tamedia
Fonte ATS
Non ci sono soldi, nel 2026 spenderemo meno
Il prossimo anno un terzo degli svizzeri prevede di ridurre la spesa al dettaglio, mentre solo il 14% aumenterà il budget.

ZURIGO - Il 2026 sarà per molti svizzeri un anno in cui serrare i cordoni della borsa: stando a uno studio della società di consulenza AlixPartners un terzo della popolazione si propone di spendere di meno nel commercio al dettaglio, mentre solo il 14% si avvia ad aprire maggiormente il portafoglio.

Se si sottrae la quota di chi ridurrà la spesa a quella di chi l'aumenterà si ottiene un valore di -20, un dato in linea con altre realtà come Italia (-17), Stati Uniti (-20), Germania e Regno Unito (-21). Ancora più seria appare la situazione in Francia (-33), mentre se la cavano meglio Cina (-8), Arabia Saudita (+4) ed Emirati Arabi Uniti (+6).

Secondo i ricercatori - che per la loro analisi hanno tenuto conto di un sondaggio su oltre 13'000 persone in nove paesi - nella Confederazione continueranno a subire una forte pressione i settori del commercio non alimentare, del tempo libero, dei viaggi e della ristorazione, mentre il ramo alimentare dovrebbe rimanere relativamente stabile.

"La tendenza al risparmio si sta inasprendo", commenta Markus Schmid, alto dirigente di AlixPartners, citato in un comunicato. "Un consumatore su tre intende spendere meno nel 2026 e solo una piccola minoranza prevede di aumentare il proprio budget. Le aziende dovranno adeguarsi a questo trend in termini di costi a lungo termine e strutturalmente. Chi vuole crescere deve conquistare quote di mercato, ovvero migliorare la propria offerta e la propria gamma di prodotti sulla base di una nuova struttura dei costi, in modo tale che i consumatori riducano le spese in altri comparti", aggiunge.

"I prodotti alimentari affronteranno la battaglia più dura", osserva un altro specialista di AlixPartners, Nordal Cavadini, le cui dichiarazioni vengono a loro volta riportate nel documento per la stampa. "I consumatori confrontano i prezzi, cercano le offerte speciali, puntano maggiormente sui marchi propri e cambiano insegna per trovare un'offerta migliore. Inoltre, si aspettano il massimo valore possibile per ogni franco speso. Hanno successo i rivenditori che utilizzano i propri dati in modo intelligente, differenziano il proprio profilo e lavorano con promozioni mirate invece che con sconti indiscriminati".

"La bellezza e la cura personale stanno diventando una voce importante nel bilancio familiare", constata da parte sua Esther Liesenberg, altro esponente di AlixPartners, pure citata nella nota. "Per ogni svizzero disposto a spendere di più per la bellezza, ce ne sono quasi tre che vogliono ridurre le proprie uscite. Si risparmia nella vita quotidiana: più marchi propri, acquisti più mirati, meno acquisti spontanei. Chi si concede qualcosa sceglie prodotti mirati: meno prodotti, ma di qualità superiore e con effetti visibili. I marchi di fascia media devono comunicare più chiaramente ciò che rappresentano, ad esempio efficacia visibile, salute e benessere o sostenibilità realmente praticata", conclude l'esperta.

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