Google e Facebook chiamati alla cassa per le notizie

Entro la fine del 2022 sarà presentato un progetto per regolare la protezione delle pubblicazioni giornalistiche
BERNA - Anche in Svizzera, come in Francia, i media potrebbero venir risarciti per i rispettivi contenuti pubblicati dai grandi operatori del web, come Google o Facebook. Entro la fine del 2022, il Dipartimento federale di giustizia e polizia, assieme all'Ufficio federale delle comunicazioni e alla SECO, dovrà presentare un progetto da porre in consultazione per regolare giuridicamente la protezione delle pubblicazioni giornalistiche. Tale decisione è stata adottata oggi dal Consiglio federale in annesso alla pubblicazione di un rapporto sull'efficacia della revisione del diritto d'autore entrata in vigore nel 2020.
All'epoca, ricorda una nota governativa odierna, il Parlamento aveva rinunciato all'introduzione di un diritto di protezione affine per i media giornalistici poiché intendeva, tra le altre cose, attendere gli sviluppi in seno all'UE.
Nel rapporto sull'efficacia della revisione della legge sul diritto d'autore, l'esecutivo ha constatato che, grazie al diritto di protezione affine previsto nell'UE, in futuro i media giornalistici saranno verosimilmente ricompensati per le loro prestazioni.
In Francia, dove l'attuazione della misura è in fase avanzata, sono stati conclusi i primi accordi tra piattaforme Internet e media giornalistici su pressione delle autorità garanti della concorrenza. Anche in Germania sembra delinearsi una situazione simile.
In generale, il rapporto sulla revisione del diritto d'autore mostra che le modifiche legislative apportate dal Parlamento permettono di raggiungere gli obiettivi fissati. Per quanto riguarda il miglioramento dell'accesso all'utilizzazione di opere i cui titolari dei diritti sono sconosciuti o introvabili, le nuove possibilità sono già molto sfruttate.
Quanto alle semplificazioni introdotte nell'ambito dell'acquisizione di licenze i risultati sono invece inferiori alle aspettative. La regolamentazione dei compensi per lo streaming, prevista nella revisione, permette di correggere le disparità tra l'utilizzo delle opere in streaming e i relativi compensi degli operatori della cultura. A lungo termine si prevede che la nuova regolamentazione dei compensi migliori la situazione degli operatori culturali.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!