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PAROLA AL TIFOSOChiesa e stadio: «Per me due sacramenti in un giorno»

02.02.24 - 08:30
Maurizio Canetta e la fede nerazzurra: «Un gol subìto e vado in confusione»
Maurizio Canetta
Chiesa e stadio: «Per me due sacramenti in un giorno»
Maurizio Canetta e la fede nerazzurra: «Un gol subìto e vado in confusione»
«Ai miei figli non ho trasmesso la passione per il calcio. Ma forse è un bene. Avrei corso il rischio di ritrovarmene uno milanista o juventino. Sarebbe stata dura».
Calcio - Serie A 04.02.2024

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LUGANO - Giocatori, allenatore e dirigenti contano tantissimo, ma la vera ricchezza di una società, club o nazionale non fa differenza, sono i tifosi. Come Maurizio Canetta, che in un giorno di tanti anni fa ha unito sacro e profano.

«Il mio amore per l’Inter è nato in modo molto carino nel marzo del 1965 - ha raccontato l’ex direttore della RSI - Nel giorno della mia cresima il mio padrino, di Gallarate, disse a mio padre che il pranzo si sarebbe dovuto tenere alle 11. “Perché poi devo portare Maurizio a vedere Inter-Milan”. In un giorno, in pratica, per me ci furono due sacramenti, oltre a quello cattolico, ci fu il battesimo del campo. In quell’occasione misi infatti per la prima volta piede a San Siro e seguii un derby che finì 5-2. Quello fu poi l’anno della rimonta dei sette punti. Insomma, innamorarsi fu facile. E da allora per me non è cambiato molto: oriento infatti la mia agenda sulle partite dei nerazzurri. Sono abbonato, sono un tifoso totalizzato. Non totalizzante però. Mia moglie segue gli incontri perché tifosa, ai miei figli invece non ho trasmesso questa passione così forte. Ma forse è un bene, un vantaggio. Avrei corso il rischio di ritrovarmene uno milanista o juventino. Sarebbe stata dura».

Qual è la cosa più pazza che hai fatto per la Beneamata?
«Pazzie proprio non ne ho fatte. A parte andare in trasferta anche in mezzo a tifoserie non proprio amichevoli. Ne ricordo una in casa della Stella Rossa Belgrado. Eravamo pochissimi davanti a novantamila serbi. L’Inter vinse 1-0 e, mentre ce ne andavamo, nascondemmo sciarpe e cappellini. Così, giusto per evitare guai. I nerazzurri sono per me anche fonte di grande sofferenza e di confusione. Soprattutto quando prendiamo gol… Mi è già capitato di uscire dallo stadio con il punteggio sfavorevole per poi pentirmene. Mi ricordo un famoso Inter-Sampdoria. Me ne andai sullo 0-2 a 10’ dalla fine. Con l’amico che mi accompagnava ricevemmo la notizia della rimonta e del 3-2 finale nel parcheggio». 

La grande rivale è per te la Juventus o il Milan?
«La Juve direi». 

C’è allora un giocatore che ruberesti o avresti rubato ai bianconeri?
«Due. Il primo è Roberto Baggio, che poi è arrivato e che io considero il miglior calciatore italiano degli ultimi 50 anni. Il problema è che si presentò alla Pinetina insieme con Marcello Lippi, allenatore della Juve con il quale non si poteva vedere e che in pochi tifosi sopportavano. E io ho sempre negli occhi la magnifica doppietta siglata nello spareggio con il Parma, che mi diede grande gioia, nonostante permise a Lippi di mantenere il posto. L’altro è Michel Platinì, che forse è più un rimpianto. Era già nerazzurro e poi forse per un contrasto tra Fraizzoli e Mazzola la trattativa non si concretizzò. E il francese, giocatore strepitoso, finì alla Juve».

Come valuti il momento attuale ?
«È molto buono, direi. L’Inter si è presa la Supercoppa, che non conta niente solo per chi non la vince, è in testa al campionato e soprattutto gioca bene. E questo non succedeva da tempo. Abbiamo passato anni orribili con giocatori improponibili, mentre ora la situazione mi sembra eccellente».

Cosa pensi della società?
«È evidentemente in grave difficoltà. C'è questo prestito che è una spada di Damocle, c'è questa incertezza su Zhang… L’Inter è obbligata a fare il cosiddetto player trading ma insomma, mi pare che tra Marotta e Ausilio lo stia facendo bene. Stia ottenendo buoni risultati. Basti solo pensare all’operazione Onana-Sommer…».

Cosa pensi dell’allenatore?
«Come tutti i tifosi sono umorale. Sono passato da Inzaghi-out dell'anno scorso e di due anni fa, con lo scudetto regalato al Milan, a dirgli “bravo”. Ha dimostrato di saper mettere in campo la squadra, si è inventato Çalhanoglu regista, ha avuto un ruolo fondamentale nell’esplosione di Dimarco… Soprattutto è riuscito a dare al gruppo una certa solidità mentale. Temo sempre il suo febbraio-marzo, ma per il momento non ci sono segnali».

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6Empoli00000000
7Fiorentina00000000
8Genoa00000000
9Verona00000000
10Inter00000000
11Juventus00000000
12Lazio00000000
13Lecce00000000
14Monza00000000
15Parma00000000
16Roma00000000
17Napoli00000000
18Torino00000000
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Ultimo aggiornamento: 17.07.2024 15:22
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