Le storie e le canzoni di "Caffè Odessa"
Lo spettacolo chiude la prima serata di Poestate, mercoledì 30 maggio
LUGANO - A chiudere la prima serata dell'edizione 2018 di Poestate, a partire dalle 21.30 di mercoledì 30 maggio, sarà "Caffè Odessa".
Una notte d'inverno nel quartiere ebraico di Odessa. La nebbia del porto si confonde con la luce dei lampioni, l'umidità entra nelle ossa attraverso il cappotto. Oltre le finestre appannate, un caffè promette compagnia, calore, qualche risata e un po' di musica. Viaggiatori e avventurieri, cantanti dell'Opera e marinai, ragazze di buona famiglia e attrici sfiorite, commercianti e militari. Attorno al samovar si raduna un mondo intero, e finché ci sono musica, acquavite e caffè la notte non finisce.
Da Cracovia a New York, Da Berlino a Tel Aviv, da Istanbul a Buenos Aires, canzoni si susseguono, profumi si intrecciano, sapori si mischiano. Yiddish, ebraico, ladino, inglese, spagnolo. A chi appartiene la cannella? All'Oriente profumato o alle notti del nord Europa?
L'Europa e gli Stati Uniti hanno nutrito la diaspora ebraica di Jazz, Tango, di musiche dei Balcani, di canzoni da varietà, ma forse la vera radice sta nel Medio Oriente, oppure si perde nella notte dei tempi, nelle melodie cantate dagli ebrei cacciati di Spagna e approdati a Istanbul e a Salonicco. Poi c'è la nuova canzone che nasce nei kibbutz, dove ci si stringe attorno al fuoco, la sera dopo il lavoro nei campi, oppure si danza, per celebrare il primo raccolto e la gioia di essere vivi e liberi. Ma allora... Esiste la musica ebraica? E se sì, che cos'è? Poco conta: in un Caffè come il nostro, l'importante è avere una storia da raccontare e una canzone da cantare.
Di e con Miriam Camerini (narrazione e voce), Manuel Buda (chitarra, saz e voce), Bruna Di Virgilio (violoncello e pianoforte) e Arturo Garra (clarinetto).




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