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"È la Valascia", «un tributo a un posto magico»

CANTONE"È la Valascia", «un tributo a un posto magico»

28.09.22 - 06:30
Sisma rende omaggio alla mitica pista leventinese con un brano ad alto tasso di emotività
TIPRESS / LINEA 23
"È la Valascia", «un tributo a un posto magico»
Sisma rende omaggio alla mitica pista leventinese con un brano ad alto tasso di emotività

AMBRÌ - Un simbolo, divisivo quanto si vuole, ma che tutti in Ticino riconoscono come tale: è la Valascia, la struttura che per decenni è stata un vero e proprio "tempio" dell'hockey e di cui ora è in corso la demolizione. Ora è destinataria di affezionato ricordo in musica: il rapper Sisma ha composto e pubblicato "È la Valascia". Abbiamo voluto scoprire qualcosa di più.

Come è nato il suo omaggio?
«In tanti hanno reso onore alla Valascia con libri, film, poesie eccetera. Io ho voluto produrre questo brano per motivazioni sentimentali, che sono la motivazione costante della mia musica. Mi sentivo di fare un piccolo tributo a un luogo speciale, magico».

Hai lasciato parlare le tue emozioni o ti sei documentato?
«Ho preso molti spunti da "La Mitica e il suo domani" di Luca Dattrino, ma anche da un video che ho recuperato in Rete e che raccontava la storia della Valascia. Ho trovato, in tutte queste testimonianze, ricordi che appartengono anche a me».

Ascoltando il brano si ha l'impressione di vivere un grande racconto condiviso...
«Assolutamente, l'ho scritto io ma potrebbero averlo fatto decine di amici. Anche la signora di Faido che ascolta la canzone si può ritrovare senza dubbio nelle mie rime. È un racconto popolare fatto alla mia maniera, con una base musicale in salsa Sisma».

"È la Valascia" finirà nel tuo prossimo disco?
«È uscita bene, sono contento. Il beat era destinato a grossi artisti francesi, che poi non l'hanno tenuto. Quando si è liberato Version F me l'ha proposto e l'ho trovato subito perfetto. Con lui sto attualmente registrando l'album che, spero, uscirà entro la fine dell'anno. Ci sarà? Probabilmente sarà la bonus track».

Sei tifoso ancora oggi?
«Sì nonostante la distanza (Sisma vive a Zurigo, ndr). Quello dell'HCAP è un ambiente che conosco bene, poi sono cresciuto insieme a Luca Cereda, abitava a 50 metri da casa mia a Sementina...».

Cos'è per te l'HCAP?
«È la squadra del popolo. Io ho frequentato tanto la Valascia, sia come spettatore che in pista, avendo giocato tanti anni a hockey. Contro l'Ambrì e mai per, non ero abbastanza bravo (ride, ndr). Era una tradizione di famiglia: mio padre ci ha tenuto a tramandarla a noi figli in memoria dei suoi anni giovanili, quando andava a vedere le partite e non c'era ancora il tetto. Era lì all'esordio di Marco Baron, che poi è diventato un amico ed è stato mio allenatore».

E cos'era la Valascia?
«Sai, nella mia vita ho frequentato tantissimi stadi del ghiaccio e palazzetti, ma non esiste un altro posto come la Valascia. Era unico già ai tempi e più passavano gli anni più diventava speciale. Andavi su e "mangiavi" un sacco di freddo, mentre a Lugano guardi la partita seduto in maglietta... È proprio per la sua unicità che è così facile dedicare una canzone a una pista come la Valascia. Con altre sarebbe più difficile (ride, ndr)».

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