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BELGIO

Aiuti di Stato alle banche, ecco i salvataggi big

Gli Stati membri hanno immesso nelle banche europee più di 1'600 miliardi di euro per salvarle
Aiuti di Stato alle banche, ecco i salvataggi big
Gli Stati membri hanno immesso nelle banche europee più di 1'600 miliardi di euro per salvarle
BRUXELLES - Stando alle stime della Commissione Ue, gli Stati membri hanno pompato nelle banche europee (tra liquidità e garanzie) più di 1.600 miliardi di euro tra ottobre 2008 e dicembre 2012. Una cifra mostruosa che ha messo a rischi...

BRUXELLES - Stando alle stime della Commissione Ue, gli Stati membri hanno pompato nelle banche europee (tra liquidità e garanzie) più di 1.600 miliardi di euro tra ottobre 2008 e dicembre 2012. Una cifra mostruosa che ha messo a rischio, ad esempio, le finanze pubbliche di Irlanda e Spagna.

È per questo che prima con una comunicazione che limitava l'uso degli aiuti di Stato (2012) e poi con la direttiva che istituiva il bail-in (2015), la Commissione europea ha messo un freno per sempre ai salvataggi statali degli istituti a spese dei contribuenti. Di seguito, i salvataggi più importanti dall'inizio della crisi.

GERMANIA. Per salvare la Commerzbank lo Stato è intervenuto con 18 miliardi, che hanno fatto salire la sua quota al 25%. Nel 2008 ci sono poi i 14 miliardi alla BayernLB, i 35 (in garanzie, assieme a un gruppo di investitori) alla Hypo Real Estate e i 9 alla IKB. Nel 2009 6,5 miliardi alla SdB e 13 alla HSH Nordbank. Anche le 'landesbank' come Sachsen, NordLB, WestLB, LBBW hanno ottenuto complessivamente diversi miliardi e Sparkasse KolnBonn ha avuto 650 milioni.

BELGIO. La KBC ha avuto dallo Stato 7 miliardi nel 2008-9, ne ha restituiti la maggior parte e il resto lo ridarà entro il 2017. Dexia ha avuto bisogno di tre salvataggi, per un totale di 15 miliardi da Francia, Belgio e Lussemburgo. Anche Fortis ha ottenuto 11,2 miliardi dagli stessi tre governi nel 2008, dopo aver acquistato l'olandese ABN Amro.

GRECIA. Nel 2010 iniettò 10 miliardi nel sistema per salvare le banche a rischio, ma grazie al prestito Ue-Fmi nell'ambito del piano di salvataggio. Altri 25 miliardi sono arrivati nel 2013, con il secondo salvataggio, e con il terzo nel 2015 ce ne sono altri 10.

IRLANDA. Dal 2008 a oggi ha usato circa 64 miliardi pubblici per salvare le banche, molti dei quali andati alla Anglo Irish e alla Irish nationalwide Building Society. Dopo aver aperto un ombrello statale per salvarle dalla bancarotta, nel 2010 l'Irlanda è stata costretta a chiedere un salvataggio Ue-Fmi da 70 miliardi. Anche Bank of Ireland e Allied Irish Bank sono state ricapitalizzate con 3,5 miliardi ciascuna.

SPAGNA. Non riuscendo a salvare il suo sistema bancario senza mettere a rischio la solvibilità dello Stato, nel 2012 ha chiesto un salvataggio Ue-Fmi per 100 miliardi. Alle banche sono andati 41 miliardi che il Governo spera di recuperare per poter a sua volta rimborsare il suo debito contratto con i creditori internazionali. Ma finora ne ha riavuti solo 3.

PORTOGALLO. Stesso discorso per Lisbona, che ha ottenuto un piano di aiuti da 80 miliardi dopo che nel 2008-9 BPN e BPP rischiavano il crollo sulla scia della crisi iniziata dalla Lehman Brothers. La linea di ricapitalizzazione per gli istituti portoghesi ammontava a 12 miliardi, che hanno rimesso in sesto Millennium BCP, Banco BPI e Banif.

OLANDA. Alla ING sono andati 10 miliardi nel 2008, mentre la ABN AMRO è stata nazionalizzata con oltre 23 miliardi di denaro pubblico. Anche la SNS Reaal è stata nazionalizzata con una spesa di 3,7 miliardi.

REGNO UNITO. Sono circa 60 miliardi in tutto i fondi andati alle banche del Regno. Nel 2009 Londra ha sostenuto i Lloyds con 19 miliardi di euro, diventandone azionista al 43,5%. Ma la sua quota è già scesa e dovrebbe tornare privata l'anno prossimo. Alla Royal Bank of Scotland sono andati 40 miliardi, e lo Stato detiene ora il 70% della banca, contando di cederla a privati entro il 2020. Anche la Northern Rock è stata nazionalizzata grazie a oltre 30 miliardi, e divisa in una good e bad bank.
 
 

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