«Il vento a 100 chilometri e le strade tutte allagate»

Il racconto della mesolcinese Claudia e della luganese Tanja, atterrate all'aeroporto di Colombo, in Sri Lanka, dove imperversa il ciclone Ditwah.
Il racconto della mesolcinese Claudia e della luganese Tanja, atterrate all'aeroporto di Colombo, in Sri Lanka, dove imperversa il ciclone Ditwah.
COLOMBO - L'impeto del ciclone Ditwah che si è abbattuto sullo Sri Lanka visto dagli occhi di due turiste, Claudia e Tanja, la prima di Leggia (Mesolcina) e la seconda di Lugano.
Le due donne raccontano di essere «atterrate venerdì pomeriggio a Colombo» la capitale del Paese, dove da qualche imperversavano fortissime folate di vento e una pioggia battente che aveva già causato allagamenti e danni alle abitazioni. «C'era una forte tempesta in corso - raccontano a Tio - ma siamo riuscite ad atterrare comunque anche se il vento tirava a 97 km all'ora». Claudia e Tanja riferiscono che «tanti voli invece sono stati dirottati verso l'India».
Fuori dall'aeroporto «le strade erano tutte allagate. Oggi siamo rimaste a Negombo perché il treno che percorre tutta la costa è bloccato e a Colombo hanno sconsigliato di andare in quanto c’era pericolo di esondazione del fiume principale».
Il tifone Ditwah ha già fatto oltre 130 morti e a decine si contano i dispersi. I danni più gravi si sono verificati nell'entroterra, con linee ferroviarie divelte, frane che hanno sotterrato case e veicoli. «Qua al Sud la situazione è molto più calma - raccontano - comunque una persona del posto che abbiamo incontrato ci ha detto che è la tempesta più forte dopo lo tsunami del 2004».









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