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GUERRA IN UCRAINA

Quel prigioniero nordcoreano che vuole restare a Kiev

Le truppe ucraine sono riuscite a catturare due soldati nordcoreani. Ecco quello che hanno rivelato durante gli interrogatori
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Quel prigioniero nordcoreano che vuole restare a Kiev
Le truppe ucraine sono riuscite a catturare due soldati nordcoreani. Ecco quello che hanno rivelato durante gli interrogatori

KIEV - Si può rallegrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La recente cattura di due soldati nordcoreani nella regione russa del Kursk, in cui l'esercito ucraino ha lanciato un'offensiva mesi fa, farà comodo al governo di Kiev. Già, perché oltre alle informazioni top-secret che i due potrebbero fornire ai servizi segreti ucraini (Sbu), è probabile che - e i risultati di questa tendenza sono già visibili, a giudicare dai titoli delle testate internazionali - il presidente ucraino li userà per un'astuta campagna di "pubbliche relazioni" a favore del suo Paese. In particolare, per quello che concerne il rispetto dalla Convenzione di Ginevra sul trattamento riservato ai prigionieri di guerra da parte dell'Ucraina.

I due, infatti, dopo essere stati scortati al di là delle linee amiche, in Ucraina - operazione sicuramente non priva di rischi ed elogiata dal presidente ucraino - sono stati ricoverati in ospedale e sottoposti a cure mediche. Uno dei due, apparso in un video pubblicato nella giornata di sabato, aveva la mandibola fratturata. L'altro, anche lui apparso in video, si era rotto un femore - a suo dire - due giorni dopo lo schieramento nel Kursk, il 5 gennaio, dopo essere uscito dal suo nascondiglio sotterraneo.

Da considerare che è la prima volta che Kiev riesce a mettere le mani sul personale militare del neo-alleato di Mosca. Una possibilità che gli alti dirigenti del Cremlino hanno sempre preso in considerazione e per la quale erano stati comunicati (a gran voce) i comportamenti da assumere in caso di cattura: «Meglio uccidersi che cadere in mano al nemico», recitava la massima.

Come detto, il trattamento riservato ai due soldati è stato esemplare, per quanto è stato possibile constatare dai video pubblicati dall'amministrazione di Kiev. In particolare, gli interrogatori portati avanti dai servizi segreti ucraini, anch'essi pubblicati, in parte, e che mostrano i due soldati adagiati sulle loro brandine, fasciati di garze e, tutto sommato, in buono spirito. Le parole a loro rivolte? Rassicuranti, gentili: una situazione ben diversa da quella a cui generalmente si pensa, quando si immagina un interrogatorio dell'Sbu...

A quanto pare, uno dei soldati non era a conoscenza del fatto che si sarebbe scontrato con le truppe di Kiev, e credeva si trattasse soltanto di «un'esercitazione». Chiesto se voleva tornare a casa ha dichiarato: «Vado se me lo ordinano», facendo intendere la sua intenzione di rimanere in Ucraina. Insomma, trattati come trofei, anziché nemici. E questo, il presidente Zelensky lo sfrutterà nei giorni e nelle settimane a venire.

Poche ore fa, il suo ultimo annuncio: «Per i soldati nordcoreani che non desiderano tornare in patria, potrebbero esserci altre opzioni», ha dichiarato Zelensky, aggiungendo che a coloro che intendono lavorare per «la pace, diffondendo la verità sulla guerra, sarà data questa opportunità». Ma l'interesse nazionale prima di tutto. Il presidente si è infatti detto «pronto» ad avviare trattative con Pyongyang per un eventuale scambio di prigionieri.

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