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FRANCIASalah Abdeslam esce dal silenzio

09.03.18 - 15:45
Il terrorista si è pronunciato per difendere un amico coinvolto nell'inchiesta relativa agli attentati del 13 novembre a Parigi
Keystone
Salah Abdeslam esce dal silenzio
Il terrorista si è pronunciato per difendere un amico coinvolto nell'inchiesta relativa agli attentati del 13 novembre a Parigi

PARIGI - Salah Abdeslam è uscito dal silenzio. Per la prima volta, interrogato da un giudice francese, l'unico superstite del commando terrorista degli attentati del 13 novembre a Parigi ha parlato per difendere un amico coinvolto nell'inchiesta, probabilmente quello che lo riportò in auto dalla Francia al Belgio nella notte dell'attacco al Bataclan. È quanto rivela France Inter.

Abdeslam ha parlato per la prima volta questa mattina, al palazzo di giustizia di Parigi, in occasione di un confronto con l'amico Ali Oulkadi, uno dei tre uomini che gli permise di sfuggire alla polizia, all'indomani degli attacchi, il 14 novembre del 2015. Nell'ufficio del giudice antiterrorismo, senza avvocato, l'unico superstite del commando dell'Isis ha cominciato con l'avvalersi del diritto di non rispondere, come fatto all'inizio del suo processo il mese scorso a Bruxelles. E però, a un certo punto, sebbene dal suo trasferimento in Francia, nell'aprile 2016, non avesse praticamente mai proferito parola dinanzi al giudice Christophe Teissier, la volontà di scagionare l'amico l'ha indotto ad esprimersi per qualche minuto.

In particolare, Abdeslam ha tentato di difendere Oulkadi, assicurando che non aveva mai chiesto il suo aiuto e tanto meno telefonato per ricevere una sua assistenza. Ha spiegato che il 14 novembre, all'indomani della strage, la sua foto non era stata ancora diramata dappertutto e dunque Oulkadi «non poteva sapere» che era diventato il «nemico numero 1».

Secondo l'inchiesta, Ouulkadi venne contattato da Hamza Attou, a sua volta contattato da Mohammed Amri, la sera del 13 novembre, affinché andassero a prendere Abdselam a Parigi. Il giorno dopo, arrivati a Bruxelles, Oulkadi si prese carico di accompagnare Abdeslam fino al covo della rue Bergé, dove erano state preparate le cinture esplosive. Abdeslam ha anche confermato la linea difensiva di Oulkadi, secondo cui non avesse mai messo piede in quell'appartamento, nonostante sul posto siano state rinvenute sue tracce di dna. L'uomo è indagato per terrorismo dal luglio 2016 e incarcerato in Francia, a Maubeuge.

Contrariamente a quanto ha sempre sostenuto, i giudici sospettano che fosse al corrente delle azioni di Abdeslam. Sulla strada da Parigi, quest'ultimo aveva raccontato ad Amri e Attou che voleva farsi esplodere come il fratello Brahim ma che il gilet esplosivo non aveva funzionato.

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