Hamas in fuga dai tunnel di Rafah. L'IDF: «Uccisi o catturati»

L'esercito israeliano va a caccia di altri fuggitivi sia via terra che via aria. Altissima tensione in Cisgiordania.
TEL AVIV - Da settimane asserragliati in un tunnel di Rafah, sotto l'area controllata dall'esercito israeliano nel sud della Striscia di Gaza, un gruppo di miliziani di Hamas ha tentato la fuga. Circa 15 sono emersi dal sottosuolo, ha riferito l'esercito israeliano (Idf): di questi, cinque si sono arresi, sono stati arrestati e trasferiti in Israele dallo Shin Bet per essere interrogati; altri 6 sono invece stati individuati dalle forze israeliane oltre la Linea Gialla, mentre «si stavano avvicinando alle truppe», e uccisi con un raid aereo. Altri ancora sono riusciti a fuggire o a nascondersi, mentre l'Idf dà loro la caccia «da terra e dall'alto».
Secondo stime israeliane, sono ancora tra i 100 e i 150 gli uomini di Hamas intrappolati nei sotterranei dall'accordo di cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre. Bloccati a est della Linea Gialla controllata dall'esercito, hanno tentato finora di uscire alla spicciolata e attaccare i militari, causando nelle scorse settimane la reazione di Israele e nuovi bombardamenti sulla Striscia: l'ultimo, mercoledì scorso, ha causato 28 morti in diverse località.
Si presume che i terroristi si fossero preparati a resistere a lungo nei cunicoli, anche se stando a fonti arabe acqua e cibo cominciano a scarseggiare. La loro sorte è oggetto di pressioni da parte degli Stati Uniti per fornire loro un passaggio sicuro, all'estero o verso la parte di Gaza sotto il controllo di Hamas, in cambio del disarmo nel timore che ulteriori incidenti mettano ancora a rischio il fragile cessate il fuoco. Israele ha finora respinto l'ipotesi: «O si arrendono o moriranno», ripetono i vertici militari, mentre Hamas ha giurato che non si faranno prendere dal nemico. La questione, insieme al ritorno dei corpi di tre ostaggi israeliani ancora a Gaza, lascia il piano del presidente americano Donald Trump ancorato alla fase uno, con l'amministrazione Usa che ipotizza di procedere comunque alla seconda fase nella green zone controllata da Israele e dalla futura Forza internazionale di stabilizzazione, i cui contorni e partecipanti restano ancora da definire. Il governo del premier israeliano Benyamin Netanyahu ha intanto deciso di istituire un team ristretto di ministri per l'attuazione della fase 2, composto dai titolari di Difesa, Esteri e Giustizia e dagli ultranazionalisti Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich.
E mentre a Gaza dal cessate il fuoco muoiono due bambini al giorno, secondo l'Unicef, in Cisgiordania dove la tensione è altissima, due adolescenti sono stati uccisi dal fuoco dell'Idf a Kafr Aqab, a nord di Gerusalemme. Secondo fonti palestinesi, la cittadina è stata presa d'assalto dall'esercito che ha schierato unità di fanteria nelle strade e posizionato cecchini sui tetti di diversi edifici da dove è partito il fuoco che ha ucciso i due ragazzi. Un poliziotto palestinese è invece rimasto ucciso un raid nella sua abitazione nel villaggio di Tal, a sud-ovest di Nablus, ha riferito Haaretz. L'Autorità nazionale palestinese ha inoltre condannato una serie di attacchi da parte dei coloni a Nablus, Ramallah, Betlemme ed Hebron e nei villaggi circostanti, commessi dalla notte tra giovedì e venerdì, con aggressioni ai palestinesi e la distruzione di proprietà. L'Anp punta il dito contro il governo israeliano, accusandolo di «proteggere i coloni» e «invita l'amministrazione Usa a fare pressione su Israele» affinché li fermi.



