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CONSIGLIO D'EUROPA

«Le persone intersessuali hanno gli stessi diritti, dignità e opportunità di chiunque altro»

Alain Berset: «Un passo storico: per la prima volta lo dicono tutti gli Stati membri del Consiglio d'Europa».
Foto AFP
Fonte ats
«Le persone intersessuali hanno gli stessi diritti, dignità e opportunità di chiunque altro»
Alain Berset: «Un passo storico: per la prima volta lo dicono tutti gli Stati membri del Consiglio d'Europa».

STRASBURGO - «Oggi compiamo un passo storico, per la prima volta tutti gli Stati membri del Consiglio d'Europa dicono all'unanimità che le persone intersessuali hanno gli stessi diritti, dignità e opportunità di chiunque altro».

Lo afferma Alain Berset, segretario generale del Consiglio d'Europa, aprendo l'evento organizzato per il lancio della raccomandazione sugli equi diritti per le persone intersessuali, in cui si chiede tra le altre cose agli Stati di proibire per legge gli interventi medici sulle caratteristiche sessuali, senza previo consenso libero, informato, espresso e documentato.

Si specifica anche che «gli interventi su bambini o altre persone incapaci di dare il proprio consenso devono essere rinviati fino a quando non saranno in grado di decidere autonomamente».

«Gli ultimi dati indicano che la situazione delle persone intersessuali in Europa è allarmante», dice l'ex consigliere federale, evidenziando che una su tre afferma di essere stata attaccata fisicamente o sessualmente, che l'80% è stato vittima di bullismo o ridicolizzato nelle scuole, mentre la maggior parte è stata sottoposta a interventi chirurgici o trattamenti medici per alterarne le caratteristiche sessuali senza consenso».

Ed è sugli interventi medici anche su bambini, e i loro effetti che si sono concentrati numerosi degli interventi di persone intersessuali e dei loro parenti invitati al Consiglio d'Europa per l'evento che culminerà con l'illuminazione del Palais de l'Europe (Palazzo d'Europa, sede del Consiglio d'Europa) in viola, colore delle persone intersex.

«Dal momento in cui mia figlia è nata sono stata sottoposta a pressioni continue perché fosse operata, all'inizio non volevo, ma quando ha compiuto tre anni ho ceduto. La sua operazione è durata cinque ore, e in seguito lei urlava dal dolore, ma i medici mi dicevano che era normale", racconta una donna polacca, madre di Natalia che ora ha 20 anni. "Il corpo di un bimbo non è qualcosa da aggiustare. Provo rabbia per come siamo state trattate, che non ci sia stata data una scelta», continua la donna. Mentre un uomo di 60 anni racconta di come anche in età avanzata i dolori degli interventi siano ancora presenti, e che i medici non sanno come rimediare a quanto fatto dai colleghi.

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