Il degrado ambientale mette a rischio il sistema di vita europeo

«Mantenere la rotta è essenziale per salvaguardare la nostra economia», afferma il commissario europeo sul clima
COPENAGHEN - Il collasso climatico e il degrado dell'ecosistema stanno mettendo a rischio lo stile di vita europeo. È l'ammonimento contenuto in un rapporto dell'Agenzia europea dell'Ambiente (Eea) pubblicato lunedì.
Nella settima edizione del documento, stilato a scadenza quinquennale dal 1995, si dà conto di «progressi importanti» nella riduzione dell'inquinamento e dei fattori che portano al surriscaldamento del pianeta. Ci sono però delle minacce esistenziali: la scomparsa della fauna selvatica e il peggioramento del clima, che viene definito senza mezzi termini "collasso".
Gli studiosi dell'organismo che fa capo all'Unione europea hanno rilevato che un'elevata percentuale degli habitat protetti (più dell'80%) si trova in una situazione scarsa se non pessima. La colpa è dei modelli di produzione e consumo «insostenibili», che stanno falcidiando la fauna selvatica. Anche le foreste soffrono: gli incendi boschivi, il disboscamento e gli attacchi compiuti dai parassiti hanno ridotto di circa il 30% il "pozzo del carbonio" dell'Unione europea, ovvero quel deposito naturale che assorbe e trattiene l'anidride carbonica dall'atmosfera.
Un settore nel quale non sono stati compiuti passi in avanti è quello delle emissioni derivanti sia dai trasporti che dal settore alimentare. In 20 anni si è praticamente marciato sul posto, mentre in altri ambiti i progressi sono stati rilevanti. C'è poi lo stress idrico, che colpisce un terzo della popolazione europea ed è destinato a peggiorare con il cambiamento climatico. Gli scienziati hanno poi rilevato che la risposta degli stati Ue agli eventi meteo estremi è stata più lenta rispetto all'aumento dei livelli di rischio. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: inondazioni, frane, smottamenti e situazioni di calamità che costano alla collettività decine se non centinaia di milioni di euro.
Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell'Eea, avverte: «Stiamo facendo fatica a raggiungere i nostri obiettivi per il 2030 in molti ambiti. Questo, in sostanza, mette a rischio la futura prosperità, competitività e qualità della vita degli europei». Le fa eco Wopke Hoekstra, il commissario europeo sul clima: «I costi dell'inazione sono enormi, e il cambiamento climatico rappresenta una minaccia diretta alla nostra competitività. Mantenere la rotta è essenziale per salvaguardare la nostra economia».
Lo scemato interesse politico rispetto alle politiche ambientali viene deplorato, così come la spinta verso quella che viene definita deregolamentazione da parte degli attivisti. Una nota positiva? Il miglioramento della qualità dell'aria ha portato a un dimezzamento, rispetto al 2005, delle morti premature causate dalle polveri sottili.




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