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STATI UNITI / IRANSoldati americani uccisi. Come risponderanno ora gli Stati Uniti?

30.01.24 - 09:30
La Casa Bianca «non vuole una guerra contro l'Iran». I possibili scenari - tra meno e più probabili - sono comunque tre
keystone-sda.ch (Adam Schultz)
Fonte Wall Street Journal/CNN
Soldati americani uccisi. Come risponderanno ora gli Stati Uniti?
La Casa Bianca «non vuole una guerra contro l'Iran». I possibili scenari - tra meno e più probabili - sono comunque tre

WASHINGTON D.C. - William Rivers, Kennedy Sanders e Breonna Moffett. Sono i nomi dei tre militari statunitensi rimasti uccisi, domenica, a seguito di un attacco con droni sferrato contro un avamposto americano in Giordania. Un'azione di matrice iraniana contro cui la Casa Bianca intende rispondere con durezza. Ma, è importante sottolinearlo, senza innescare un conflitto più ampio nella regione.

Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, lo ha dichiarato nelle scorse ore ai microfoni della CNN. «Non cerchiamo una guerra con l'Iran. Non vogliamo un conflitto più largo in Medio Oriente» e «ogni azione decisa dal presidente è stata scelta per ridimensionare le tensioni». Ma quindi quali sono, nel concreto, le azioni che gli Stati Uniti potrebbero intraprendere per rispondere? Il Wall Street Journal ha tracciato quelli che, sulla carta, sono i tre possibili scenari che Washington ha nel suo "arsenale".

Il primo di questi - che, alla luce delle parole di Kirby, appare come quello meno probabile - è, ovviamente, quello di un attacco diretto contro Teheran; sul suo territorio o verso le sue acque. Un'eventualità che certo si sposa bene con il concetto di «risposta decisa» espresso anche dal Segretario di Stato Antony Blinken, ma ovviamente deleterio in un'ottica di de-escalation. Si tratterebbe infatti di un'azione senza alcun precedente nella storia, perché gli Stati Uniti non hanno mai attaccato direttamente il territorio iraniano. Ma qualcuno, nell'ala repubblicana del Congresso, sostiene questa via.

Colpire uno dei cosiddetti "proxy" di Teheran - ossia quei gruppi militari affiliati al governo iraniano e che sono, de facto, la longa mano della Repubblica Islamica nella regione mediorientale - è invece uno scenario considerato ben più verosimile dagli analisti. In particolare, la Casa Bianca ha la possibilità di scegliere fra più obiettivi, tra i quali ci sono i gruppi legati alla Forza Quds - unità che sono parte dei pasdaran, ma attivi fuori dai confini del paese - di stanza in Siria, in Iraq e nello Yemen.

Infine vi è la possibilità di rispondere senza colpo ferire, mettendo in atto ulteriori sanzioni contro la Repubblica Islamica, già, lo ricordiamo, falcidiata da questo tipo di misure restrittive. Secondo il Wall Street Journal esiste infatti margine per «rinforzare» le sanzioni già promosse in passato per indebolire lo sviluppo militare di Teheran. Come? Andando a colpire il suo mercato energetico e sanzionando direttamente le imprese all'estero che contribuiscono a fornire un sostegno all'Iran (e l'occhio qua guarda in direzione della Cina, il principale acquirente di petrolio iraniano).

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