Feriti lasciati morire dissanguati, suicidi e fucilazioni

Nuove intercettazioni dei servizi segreti ucraini fanno il punto sul morale delle truppe russe al fronte.
KIEV - Soldati stanchi, depressi e spinti al fronte a forza di minacce e fucilazioni. Questo il quadro riprodotto dalle intercettazioni telefoniche raccolte dall’intelligence ucraina al fronte. Intercettazioni accuratamente scelte da Kiev certo, ma che permettono di rilevare un malumore ormai diffuso tra i riservisti russi costretti a prendere parte "all'operazione speciale".
«Non ha retto la pressione e si è sparato alla testa», racconta scioccato un soldato di Mosca. Il milite aggiunge che ormai è una scena entrata nella quotidianità della vita al fronte. «Chi si rifiuta di andare a combattere viene fucilato sul posto», spiega invece un altro soldato.
Il malumore si trasforma presto in paura e terrore. «Ci sono solo cadaveri in giro», è stata l’intercettazione di un altro soldato tornato da un campo disseminato di cadaveri dei suoi compagni. La cura dei feriti tra le file dell’esercito di Putin diventa, secondo le intercettazioni, sempre più complicata. «I feriti vengono portati al confine per essere trasportati in Russia. Ma spesso i ragazzi muoiono dissanguati».
Tra le conversazioni intercettate dagli 007 ucraini emerge anche la totale sfiducia verso i quadri militari. Gli ordini sono spesso imprecisi e avventati. «Ci lanciano al combattimento solo con le mitragliatrici, niente artiglieri, niente carri armati». «Sono solo chiacchiere, il commando fa schifo».




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