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FRANCIASe n'è andato uno degli ultimi sopravvissuti ad Auschwitz

23.05.22 - 19:22
Nato in Polonia nel 1929, Elie Buzyn è morto questa mattina a causa di un malore.
Deposit (immagine illustrativa)
Fonte ats ans
Se n'è andato uno degli ultimi sopravvissuti ad Auschwitz
Nato in Polonia nel 1929, Elie Buzyn è morto questa mattina a causa di un malore.

PARIGI - Omaggi in Francia a Elie Buzyn, tra gli ultimi testimoni diretti della Shoah, "militante del dovere di memoria", scomparso all'età di 93 anni.

«È morto questa mattina circondato dai suoi familiari», ha dichiarato alla France Presse la figlia nonché ex ministra della Salute, Agnès Buzyn, aggiungendo che il papà aveva avuto «un malore ieri sera, subito dopo un ciclo di testimonianze assieme a un gruppo di giovani, per "passare il testimone", una conferenza che è stata molto commovente, sconvolgente, che lo ha molto colpito», ha aggiunto la figlia.

Nato in Polonia, superstite del campo di sterminio di Auschwitz, Elie Buzyn si stabilì in Francia nel 1956. Nel dopoguerra, come altri superstiti dell'inferno nazista, era stato inizialmente zitto ma poi ha dedicato la vita a trasmettere in prima persona la memoria della Shoah, raccontando la sua terribile esperienza nei lager e accompagnando gruppi scolastici ad Auschwitz-Birkenau.

«Visto che tra poco scompariremo, vi incarico di diventare "testimoni dei testimoni"» disse nel 2018, dinanzi d un gruppo di giovani che accompagnava in viaggio con il grande rabbino di Francia, Haim Korsia.

A gennaio, questo ex chirurgo ortopedico era stato chiamato a celebrare assieme al premier Jean Castex, il 77esimo anniversario della liberazione dei campi nazisti. «Vi ricordo che nel 1933, il cancelliere Hitler arrivò al potere in seguito a elezioni assolutamente democratiche», disse dinanzi a un gruppo di adolescenti, invitandoli a «riflettere bene prima di andare a votare».

«Ha trasmesso le sue testimonianze con incredibile costanza e determinazione, fino alla fine», dichiara alla France Presse il grande rabbino di Francia, Haim Korsia, rendendo omaggio a un «uomo che è sempre stato nella lotta, nella capacità di guardare dinanzi a sé" e di cui "dobbiamo conservare la forza di vita».

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