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AUSTRALIALe chiavi di Sydney nelle mani della variante Delta

14.07.21 - 10:00
Il governo del Nuovo Galles del Sud ha prorogato di «almeno» altre due settimane l'attuale lockdown.
keystone-sda.ch / STF (MICK TSIKAS)
Le chiavi di Sydney nelle mani della variante Delta
Il governo del Nuovo Galles del Sud ha prorogato di «almeno» altre due settimane l'attuale lockdown.
Nel frattempo, la variante ha fatto la sua comparsa anche nella città di Melbourne. Jeroen Weimar, numero uno della task force dello stato di Victoria: «I prossimi due o tre giorni saranno decisivi. E se dovremo fare ricorso ad altre armi... lo faremo».

SYDNEY - Dovevano essere due settimane. Che sono prima diventate tre e, ora, cinque. E non è detto che non si vada oltre. La città di Sydney, tornata in lockdown alla fine dello scorso mese di giugno, resterà quindi "chiusa" per oltre un mese.

Quella annunciata in queste ore dalla premier del Nuovo Galles del Sud, Gladys Berejiklian, è la seconda proroga delle chiusure in meno di sette giorni. «Vogliamo uscire da questo lockdown il prima possibile», ha assicurato. È stata una decisione «dolorosa», ma «non possiamo permetterci alcuna battuta d'arresto».

Il Nuovo Galles del Sud ha fatto registrare 97 casi nelle ultime 24 ore, 70 dei quali nell'area sud-ovest della città di Sydney. La maggioranza delle infezioni, riporta l'ABC, è collegata a focolai di coronavirus già noti alle autorità sanitarie. Ci sono però oltre una trentina di casi la cui origine non è ancora stata determinata. Ma a preoccupare sono le caratteristiche della variante Delta, che si mostra capace di "viaggiare" a velocità molto più sostenuta rispetto agli altri ceppi.

E dopo aver messo Sydney sotto chiave, almeno fino al 30 luglio, la variante ha raggiunto anche Melbourne, nello stato di Victoria, la seconda città più grande del Paese, che già lo scorso maggio aveva chiuso tutto per un paio di settimane per spegnere sul nascere eventuali focolai di contagio. «Insieme, come comunità di Victoria, sono convinto che possiamo superare questa situazione, ma se sarà necessario fare ricorso ad altre armi... allora lo faremo», ha detto il numero uno della cellula di crisi Covid dello stato, Jeroen Weimar. E «i prossimi due o tre giorni», ha aggiunto, «saranno decisivi».

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