Dal Mondo
REGIO INSUBRIA: Un anno di curiosità nel Comasco
Gli ultimi mesi rivissuti attraverso le storie più assurde emerse dalla vita di tutti i giorni: dal sesso alla viabilità passando attraverso furti d’altri tempi
REGIO INSUBRIA: Un anno di curiosità nel Comasco
Gli ultimi mesi rivissuti attraverso le storie più assurde emerse dalla vita di tutti i giorni: dal sesso alla viabilità passando attraverso furti d’altri tempi
IL “KILLER" DELLE CAPRE
SCHIGNANO – (MAGGIO) Non c’è pace per le capre lariane. Dopo la vicenda della cornuta “rapita” da una signora perché andava sempre a brucare l’erba del suo giardino (ricordate il...
IL “KILLER" DELLE CAPRE
SCHIGNANO – (MAGGIO)
Non c’è pace per le capre lariane. Dopo la vicenda della cornuta “rapita” da una signora perché andava sempre a brucare l’erba del suo giardino (ricordate il titolo di quel famoso film???) è di queste ore la notizia che in Valle Intelvi circola un pericoloso killer: due specie erbacee, infatti, stanno letteralmente infestando i terreni una volta destinati al pascolo. Si tratta, in particolare, di due felci che si trovano soprattutto nella zona della “Bolla di Orimento”, cui si deve aggiungere il “veratro bianco” nella zona degli “Alpi di Comana” e di Nava a Schignano, tutti paesini a ridosso del confine con il Ticino. Il veratro molto tossico e pericoloso anche per le bestie a due gambe (più comunemente chiamati essere umani) in quanto somiglia molto alla genziana che le nostre nonne, attraverso le radici, ricavano grappa Normalmente le vacche (quelle a 4 zampe) sanno fare distinzione e lo snobbano oppure lo calpestano ben bene mentre le capre no e rischiano di fare una gran brutta fine. Stessa storia, insomma, dei cervi di Porlezza e dintorni. Già due capre intelvesi sono rimaste stecchite dopo aver ingerito il veratro e sono state trovate malconce nelle loro “abitazioni” con febbre molto alta prima di tirar le cuoia. Dopo un gran consulto fra veterinari e Azienda Regionale delle Foreste sono stati compiuti diversi accertamenti fino a scoprire la causa del decesso. A questo punto ecco scattare il piano a tutela delle simpatiche cornute nell’ambito del “Progetto Lario” realizzato dall’Azienda Regionale Foreste in collaborazione con l’Amministrazione provinciale di Como e la Comunità Montana delle Alpi Lepontine. Tutta la zona interessata sarà presto disinfestata. In poche parole: guerra dichiarata ai killer delle capre.
RUBA I “BOLLINI PUNTI” AL SUPERMERCATO
TURATE – (MAGGIO)
Fare la raccolta punti per avere regali (normalmente oggetti di scadente qualità dopo aver speso capitali nell’acquisto dei prodotti abbinati ai bollini) è sempre stato uno degli hobby preferiti dalla casalinghe. Non da meno una “sciùra de Turaa” che anche lei, evidentemente è stata “contagiata dal male”. Ma non dal male della raccolta bensì da quello del “sgraffigna tu che sgraffigno anch’io”, altro passatempo molto di moda nel Comasco, così come nel Varesotto, nel Valtellinese, Lecchese e in tutto il Mondo. E se a Mandello del Lario c’è chi ha rubato un’auto con tanto di manifestini funebri a dalle parti di Alzate un arzillo pensionato si fregava la carta igienica dai cessi del Palazzo Municipale, la sciùra de Turaa è stata condannata dal Giudice Monocratico della cittadina degli amaretti per aver rubato i famosi bollini dalle confezioni di biscotti esposti al supermercato “D’Ambros” di Turate (Como). per lei due mesi con la sospensione e 100.000 lire di multa. La sciùra era stata beccata con le forbici in mano mentre ritagliava i “punti”.
IL “GIALLO” DELLA VACCA NEL BURRONE
ARGEGNO – (MAGGIO)
Proprio vero che in Valle Intelvi ne capitano di ogni: c’è pure il “giallo della vacca nel burrone”. Ed è quello approdato nell’Aula dell’ex Pretura di Menaggio dove si è aperto il dibattimento processuale nei confronti di tale Francesco Tettamanti falegname di San Fedele accompagnato da tale Domenico Caprani, suo vicino di casa. Ed ecco i fatti che risalgono al 20 febbraio ’95: la vacca, di proprietà dell’ex poliziotto residente a Laino, Battista Alberelli, 51enne, viene trovata in fondo ad un burrone dopo averla violentemente bastonata. L’uomo si dice convinto che sia stato un atto intimidatorio nei suoi confronti anche perché, a suo dire, i due imputati si sarebbero poi presentati al “Caminetto” di Schignano in occasione della Festa della Madonna e rivolgendosi a lui gli avrebbero detto “Vuoi che altre vacche finiscano nel burrone? Ti possiamo accontentare. Poi ti spariamo una rivoltellata in fronte e buttiamo giù anche te assieme alle beste”. Se davvero le cose sono andate così bisognerebbe dire: “Che carini”. Da qui l’accusa a Tettamanti di minacce il quale, però, al Giudice Francesco Angiolini ha detto di neppure conoscere la parte lesa. Alberelli in quel periodo aveva appena comperato sei vacche in Francia spendendo 30 milioni di lire: una l’ha trovata morta in stalla, un’altra giù nel burrone in località Sant’Anna. Per la prima nessun mistero: l’assassino è un mulo che la prese a calci. Ora attendiamo la prossima udienza. Alberelli chiede di essere risarcito e sottolinea che una vacca come la sua in Valassina (la zona di Canzo-Asso, per intenderci) sarebbe stata valutata un’ottantina di milioni. Alla faccia.
HANNO RUBATO QUATTRO SOMARI
OLGIATE COMASCO – (MAGGIO)
Hanno rapito quattro somari: ma di quelli che ragliano davvero. Per loro un sequestro lampo visto che sono stati liberati dai Carabinieri. Il quantomeno curioso episodio è avvenuto nel fine settimana alla periferia di Cairate, nel Varesotto, dove i Militari della Compagnia di Saronno hanno fatto irruzione in un cascinale sorprendendo al suo interno un uomo di 54 anni già conosciuto alle forze dell’ordine e ora accusato di ricettazione. Il blitz è scattato al termine delle quantomeno insolite indagini cui si sono trovati ad affrontare i Carabinieri avviate sulla scorta della denuncia presentata dal titolare di una azienda agricola con sede a Olgiate Comasco. Il furto risale alla notte del quattro maggio scorso. Già quest’oggi il 54enne comparirà davanti al Giudice delle Indagini Preliminari per la convalida dell’arresto anche se probabilmente verrà rimesso in libertà resta da capire se sia lui o meno l’autore del furto e, soprattutto, che fine avrebbero fatto gli animali. Due delle ipotesi che si possono formulare: trasformati in brasato, oppure rivenduti a qualche allevatore con pochi scrupoli della zona. I quattro somarelli, intanto, hanno già potuto far ritorno a casa e stanno bene: ragliano che è una meraviglia sentirli.
NOMINA EREDE IL GATTO
ERBA – (GIUGNO)
Ottant’anni suonati, senza figli, senza un parente meritevole al punto tale da potergli lasciare i propri averi. Che fare? Basta nominare quale erede il proprio gatto, oltre che la domestica. Ed è quanto ha fatto una vedova che ha lasciato in eredità al proprio fedele, inconsolabile gatto una villa con vista panoramica (dicono che si vedano da lì anche le pantegane che passeggiano in Piazza Roma a Como) situata ai Piani D’Erba. Tutto attorno alla villa un grande parco di migliaia di metri quadrati e una piantumazione secolare. Il valore stimato dell’intero possedimento si aggira sui tre miliardi di lire. Pare che, oltre al bene immobile, la donna abbia lasciato anche cospicui beni mobili, ovvero una mezza montagna di soldi e sempre a favore del gatto. Oltre che della domestica. La notizia di questo particolare lascito sta facendo il giro di tutto l’Erbese e non è difficile sentir le donne parlarne sul sagrato della chiesa o dal pollivendolo. La facoltosa erbese aveva, ad onor del vero, degli eredi legittimi che alla lettura del testamento sembra non abbiano proferito parola e neppure battuto ciglio. Anche perché a quanto si dice villa e parco sarebbero solo una fettuccina dell’intero patrimonio posseduto dalla quantomeno bizzarra ottantenne. Insomma tutti contenti: un telegramma di congratulazioni al fortunato erede è già stato inviato dalle nostre gatte ben consapevoli che, al più, noi potremmo lasciare quel lontano giorno in eredità alcune scatolette di cibo fatto appositamente confezionare per loro e un paio di fette
SEQUESTRO LAMPO DI …NANETTI DA GIARDINO
CANTÙ – (GIUGNO)
È tornato a colpire ancora una volta nel comasco il “Fronte per la liberazione dei nanetti da giardino”. Con un blitz alcuni adepti al quantomeno singolare sodalizio è entrato in azione nella centralissima piazza Garibaldi di Cantù. Qualcuno durante la notte, infatti, ha rapito, non si sa dove, l’intera famiglia di nanetti da giardino collocandoli poi sull’edicola che in piazza fa anche da bar. Per il loro recupero sono stati fatti intervenire i Vigili Urbani che a loro volta hanno allertato i volontari della Protezione Civile che con una scala a pioli hanno raggiunto la sommità dell’edificio “mettendo in salvo” i poverelli. E c’erano tutti. Tutti tranne uno: Pisolo, trovato rotto in tre pezzi. Le statue, ognuna alta 70 centimetri, erano state disposte in ordinata fila sul bordo della grondaia con il pericolo che potessero precipitare a terra e magari arrivare sulla capoccia di qualche passante. Proprio per questo sono state rimosse ed ora sono custodite al Comando della Polizia Municipale in attesa di capirne la provenienza e di potersene liberare al più presto, prima, comunque, che possa arrivare anche Biancaneve, la strega con la mela e l’immancabile Principe azzurro.
BIMBA TROVA UN MILIONE, LO RESTITUISCE A PENSIONATA
CANTÙ – (GIUGNO)
Dai bambini noi adulti dobbiamo imparare moltissime cose. Prima di tutto a rispettarli. Poi, ad esempio, il loro innato senso dell’onestà che perderanno quando saranno diventati adulti e bestie come noi. Intanto cominciamo a tener buona la parte positiva. In mezzo alle notizie di questi giorni sulla baby-gang che incute paura aggredendo adolescenti in giro per la città di Como, dalla vicina Cantù ci giunge notizia (lo svela il Giornale di Cantù oggi in edicola) di una bambina di appena nove anni che dopo aver rinvenuto 1 milione in contanti ha fatto di tutto per restituirlo alla legittima proprietaria. I fatti risalgono al 27 giugno scorso e hanno visto teatro il tratto di strada che separa la posta al cimitero di Vighizzolo percorso da una 80enne nel primo pomeriggio per andare a ritirare la pensione all’Ufficio postale della frazione canturina. Una volta prelevato il denaro è andata al camposanto per un saluto ai suoi cari, in particolare il marito morto qualche anno fa. Ma in un attimo di disattenzione non si è accorta di aver perso i soldi mentre li infilava nella borsa. Per sua fortuna il destino le ha arriso facendo si che la somma fosse rinvenuta di lì a poco dalla bimba che, notata a terra la busta, l’ha raccolta trovandovi dentro oltre 10 banconote da 100.000 lire. Tornata a casa ha avvertito subito la mamma e con lei ha raggiunto l’abitazione della pensionata, individuata grazie all’indirizzo stampato sulla busta, che nel contempo aveva già presentato denuncia di smarrimento ai Carabinieri di Cantù. La stessa bimba ha restituito i soldi all’80enne che l’ha ricambiata con una affettuosa carezza e tante caramelle. Dunque una storia che rappresenta un bellissimo esempio.
PROSTITUTA MORDE I GENITALI AL GIOVANE CLIENTE
COMO – (GIUGNO)
La sua "virilità" è appesa ad un filo. Un venticinquenne di Cassino, solo tra un mese, potrà sapere se i suoi "attributi" potranno tornare a posto. A stroncare la sua fama di latin lover impenitente ci ha pensato, l'altra sera una prostituta nigeriana che, in un momento di rabbia gli ha quasi staccato,a morsi il testicolo sinistro. Tutto ha avuto inizio in un anfratto della Strada Consortile che conduce allo stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano. L'arteria al calar del sole si trasforma in una sorta di alcova. C'è nè per tutti i gusti e tutte le età: albanesi, nigeriane, croate, ucraine e travestiti partenopei. Lui, lo sfortunato "macho", in vena di "emozioni violente", ha abbordato Jasmine detta "Arethra Franklin" - per le sue misure al di fuori del normale -. Ha contrattato il prezzo pagando in anticipo. Mentre, nella minuscola utilitaria consumavano un focoso amplesso, il ragazzo ha pensato di chiedere un rapporto diverso. La possente africana invece ha risposto con un secco "no". Iniziano così a volare parole grosse e qualche schiaffo. La donna perde il lume della ragione e senza pensarci due volte addenta i testicoli del ragazzo e quasi glieli stacca a morsi. Non è riuscita nel suo intento perchè le urla disumane dell'uomo hanno richiamato l'attenzione del "popolo della notte" che in quel momento transitava nella zona. Raccapricciante la scena che si è parata dinanzi gli occhi dei soccorritori. Il ragazzo, piangente e con i pantaloni abbassati perdeva sangue a fiotti. Immediata la corsa presso il locale nosocomio dove i medici di turno, hanno cercato di fare il possibile. La prostituta, rintracciata dai carabinieri del capitano Angelo Megna è stata denunciata per lesioni gravi.
BOLLETTA “PAZZA”: UTENTE CHIAMA 161 OGNI 5 MINUTI
COMO – (LUGLIO)
Il morbo della vacca pazza o qualcosa di simile sembra aver contagiato le bollette Telecom: se diamo retta ad una in particolare, circolata in questi giorni in Valtellina, allora dobbiamo anche credere che una commerciante del centro di Sondrio ha chiamato ogni 5 minuti il servizio 161 per sapere l’ora esatta. E l’avrebbe fatto giorno e notte con l’apparecchio telefonico situato nel negozio. O questa è tutta tonta, oppure la bolletta Telecom è quantomeno sbagliata. E visto che in giro vi sono altri casi grossomodo analoghi ci vediamo costretti a propendere per la seconda ipotesi. Se, infatti, a Como, un utente si è visto informare di una mega bolletta milionaria senza aver quasi mai toccato telefono ed avendo per giunta l’abbonamento “no stop” a tariffa fissa di 89.000 lire, a Sondrio è capitato proprio che una negoziante si sia ritrovata fra le mani una bolletta assurda indicante, appunto, una sfilza di chiamate al 161 fatte anche di domenica e festivi. Peccato che in negozio la prima cosa che noti entrando è un enorme orologio: che bisogno aveva, dunque, di chiamare così frequentemente il servizio a pagamento? Evidente l’errore. Ma come al solito la Telecom nicchia nel riconoscere la castronata: così come per il comasco da oltre una settimana in attesa di lumi (e telefono momentaneamente isolato in attesa delle verifiche che continuano ad essere latitanti) anche per la valtellinese la rabbia in corpo per essersi sentita dare quasi della bugiarda. Tuttavia il tabulato non lascia dubbi: le chiamate al 161 sono state registrate tutte, giorno per giorno e minuto per minuto, e salta fuori addirittura che un dì la commerciante avrebbe telefonato alle 14.00 in punto, poi undici minuti dopo, poi dopo altri 3 minuti e poi dopo altri 7 e ancora dopo altri due. In poche parole in un solo bimestre ha accumulato 1.434 scatti da 254 lire ciascuno. Non certo una grossissima somma come certe cifre a sei zeri arrivate ad altri utenti in tempi non troppo lontani, ma è sempre una sommetta ragguardevole che per chi non ha fatto uso del servizio appare un vero ladrocinio: 364.000 lire circa che, con il resto dovuto alle tariffe e alle poche telefonate effettivamente effettuate, ha portato a un totale di 531.000 in due mesi. “Dalle verifiche tecniche effettuate - replica per lettera Silvano Palombi del Servizio clienti Telecom - siamo in grado di assicurare che la linea telefonica possiede tutti i requisiti previsti dalla normativa tecnica vigente, che non è occorso nessun inconveniente tale da determinare un errato conteggio delle chiamate e che l’erogazione delle nostre prestazioni è avvenuta nel modo consueto a seguito di precise richieste formulate tramite il punto terminale in sua esclusiva. Confermiamo – si legge ancora nel documento – la regolarità degli addebiti esposti sulla fattura del primo bimestre 2001”. Inutile dire che la commerciante col cavolo che intende pagare e annuncia di voler far ricorso alle vie legali. Non è questo, dicevamo, l’unico caso. Recentemente, sempre a Sondrio, un altro abbonato si è visto addebitare in un solo giorno 72 ore (lo riscriviamo a caratteri grandi per chi avessi il dubbio di aver letto male: 72 ORE IN UN GIORNO) di collegamento Internet attraverso un solo computer e un sola linea telefonica neppure I.S.D.N.. Per fortuna in questo caso la Telecom ha capito che c’era un “piccolissimo” errore di conteggio.
VIETATO FARE PIPI’ SU QUESTO MURO
BRENNA – (AGOSTO)
“Per tutti quegli stronzi che pisciano sul muro. NON FATELO PIU’ altrimenti saremo costretti a pisciare sulla porta d casa vostra. Firmato: Lo stradino del paese”. Non poteva essere più chiaro di così il cartello che Guido Piccinini, stradino di Brenna, in provincia di Como, ha affisso sul muro della palazzina civica di via Grimello. Redatto a mano, fa bella mostra nella bacheca riservata all’ambulatorio situato in un angolo di paese trasformato in cesso a cielo aperto. Zona poco illuminata e frequentata di sera e di notte diventa luogo di ritrovo per chi ha voglia di liberarsi dei propri rifiuti organici lasciando evidenti tracce del suo passaggio e che tocca poi allo stradino ripulire. Da qui l’incazzatura dello stradino arrivata al punto di minacciare di far pipì sulla porta di casa degli autori di tale sconcezza ai danni di un edificio che ospita pressoché tutti i servizi pubblici del paese: biblioteca comunale, ambulatorio, Poste, dispensario farmaceutico. Si può quindi ben capire come la situazione di degrado sia inaccettabile se non altro per questioni di sana e buona educazione che, a quanto pare, non è propria dei “piscatori” brennesi. Anche perché alla cacca umana spesso si aggiunge quella di cani e gatti trasformando il tratto di strada antistante l’edificio in un cesso unico. Situazione di degrado che in questi giorni di caldo e afa è diventata ancor più indegna. “In genere – spiega Piccinini ai colleghi del Giornale di Cantù – sono ragazzi e credo che il messaggio, pur forte, possa servire a far loro capire di andare da qualche altra parte. Anche per rispetto del lavoro che faccio”.
“GIU’ LE ZAMPE DALLE ZUCCHINE”
SENNA COMASCO – (AGOSTO)
“Giù le mani dalla verdura! Ladro ti conosco e se ti piglio ti faccio un culo così”. Non c’è dubbio: eloquente il cartello dello stradino di Brenna contro i “pisciatori selvaggi”, altrettanto lo è quello comparso nei giorni scorsi all’ingresso di un orto situato in via Gaggio a Senna Comasco. A mettercelo il proprietario del terreno stanco di non trovare mai le verdure coltivate con amore e passione. “Va bene che sono prodotti genuini – dice Caterina Condò che con il marito dedica anima e cuore all’appezzamento – ma i prodotti genuini si trovano anche nei negozi, anche se sono a pagamento”. Il cartello è apparso subito dopo che un mattino i due pensionati sono arrivati nell’orto e non hanno più trovato zucchine, melanzane e fagiolini che il giorno prima avevano già deciso che erano pronti per la raccolta. In quel fazzoletto di terra i due nonnini ci passano gran parte del loro tempo e rappresenta un qualcosa in più di un semplice hobby. Sbotta Caterina chiacchierando con i colleghi del Giornale di Cantú: “Non è la prima volta che capita e questi androcchioni si pigliano sempre i prodotti migliori. Fanno la spesa gratis e lasciano uno scempio orribile. Poi ci tocca tutte le volte ripartire da capo, rimettere a posto tutto e ricoltivare zucchine, peperoni, pomodori ed altro fino a quando tornano i ladri e portano via tutto”.
NEL LAGO I LAVARELLI RISCHIANO DI DIVENTARE FROCI
COMO – (AGOSTO)
Qualcuno potrà anche non crederci ma quanto vi raccontiamo ora è realtà, strana ma reale. Nel lago di Como si rischia di avere i lavarelli della “terza Sponda”, ovvero lavarelli froci, per intenderci gay. Si tratta di una questione già emersa 5 anni fa e che ora torna alla ribalta. Secondo i pronostici di uno studio finanziato dalla Fondazione Lombardia per l’ambiente pubblicato anche sulla rivista scientifica “The Lancet” e condotto da Ettore Zuccato, Davide Calamari, Marco Notangelo e Roberto Fanelli (tutti ricercatori e Docenti della Facoltà di Scienze dell’Università dell’Insubria varesina) gli estrogeni usati in grande quantità come contraccettivi orali o come ripiego per rimpiazzare gli ormoni post-menopausa possono causare effetti davvero indesiderati su ragazzi e uomini ma anche su certe specie di animali maschi, in particolare pesci e molluschi. Secondo il gruppo di ricercatori la fonte principale di contaminazione delle acque da ormoni sarebbe dovuta a scarichi diretti ed indiretti delle deiezioni umane ed animali. I fattori contaminanti finiscono così nei corsi d’acqua, torrenti, fiumi e lago. Stesso vale anche per i fanghi risultanti dai depuratori che spesso vengono smaltiti su terreni agricoli per finire poi nei corpi idrici. Problemi sorgono poi anche attraverso sostanze medicinali che si mescolano tra i “rifiuti” che finiscono in acqua. Tracce, ci racconta la collega Maria Castelli, corrispondente lariana per Tg3 Rai e “Gazzettino Padano”, ne sono state trovate nel Po ma anche nel Lambro, nell’Adda, nelle acque potabili del Lodigiano e del Varesotto. Lo stesso discorso emerse nel ’96 anche per il lago di Como e si ipotizzò la “pillola” fra le responsabili della crisi riproduttiva della alborelle che per ben due anni ha portato al provvedimenti di divieto di pesca revocato solo pochi giorni fa. Sulla crisi delle alborelle, tuttavia, l’ittologo e consulente per l’Amministrazione provinciale di Como, Marco Alderigo, esprime qualche perplessità su tutto questo e spiega che la crisi delle alborelle sarebbe di altre origini: ovvero la presenza in abbondanza di svassi che si pappano qualcosa come 19 tonnellate di pesciolini al giorno. Alla faccia e buon appetito.
IL FUNERALE E’ MIO E LO GESTISCO DA ME
COMO – (AGOSTO)
Pensare al proprio domani è sempre meglio. Mettere da parte qualche spicciolo per l’avvenire (inteso come futuro e non il quotidiano) pure. Pagare anticipatamente quelle spese che di sicuro avremo, meglio ancora. Di più, per i parenti, pagare anticipatamente anche quelle del proprio funerale. Insomma funerale prepagato come già è stato fatto in qualche caso nella zona del Basso Varesotto e Bassa Comasca nell’ambito di una iniziativa che, tuttavia, non sembra decollare più di tanto pur la Federazione Nazionale Imprese di Onoranze Funebri, attraverso il suo Presidente, il saronnese (Va) Renato Mazzolo, stia svolgendo una intensa campagna di promozione. Dice il Presidente dei becchini: “Purtroppo, forse per scaramanzia, in pochissimi hanno sinora aderito nella nostra zona, mentre in tutta Italia sono poco meno di un centinaio. Il funerale prepagato è l’ultima novità proveniente dall’estero, in particolare da Francia e Spagna, dove è già una consolidata realtà: si scelgono bara, fiori e gli “addobbi”, si sceglie come e dove far celebrare il rito funebre e si paga, volendo anche a rate con la speranza per i parenti che siano esaurite prima del sopraggiungere del fatidico momento”, molto atteso se l’eredità è cospicua, molto meno se il caro estinto era povero in canna. Quando poi giunge giorno della dipartita, la cerimonia viene effettuata ovviamente senza costi aggiuntivi per i parenti del defunto e con le modalità da lui stabilite
RUBANO SEI BICCHIERI AL BAR MA DIMENTICANO IL LETTORE CD
COMO – (AGOSTO)
Rubano i bicchieri in un bar ma sono così fessi da dimenticare lo zainetto con dentro effetti personali e cd player: per riaverlo hanno dovuto restituire il maltolto al barista. Protagonisti del singolare episodio consumatosi in un esercizio pubblico del capoluogo lariano sei giovanissimi, non più di 18 anni, residenti nella Svizzera tedesca e che nei giorni scorsi, forse in vena più di una bravata che non tanto di un gesto delinquenziale, sono entrati al bar “Arte Dolce” di Via Cantù. Dopo essersi seduti ad un tavolino hanno ordinato sei bevande che hanno pagato regolarmente. Ma al momento di andarsene si sono fottuti i bicchieri da loro usati. Che volessero lavarli personalmente? Ma tanto va la gatta (chissà perché sempre la gatta) al lardo che hanno lasciato su una sedia del tavolino da loro occupato lo zainetto: è bastato attendere che tornasse almeno uno dei sei giovani svizzeri per dare vita allo scambio: “Restituite i sei bicchieri – è stato loro detto – e riavrete lo zainetto con relativo contenuto. Altrimenti scatta la denuncia”. Hanno optato per la prima proposta.
VIGILI E CAZZOTTI
LOMAZZO – (AGOSTO)
Solitamente le prendono da qualche automobilista che non ha gradito la multa appena appioppata. In questo caso se le sono date fra di loro. La singolare scazzottata che ha visto protagonisti (complimenti: vogliamo il bis) due Vigili Urbani, si è consumata ieri notte a Lomazzo dove alcuni agenti appena rientrati da un servizio hanno cominciato a discutere piuttosto animatamente per un malinteso in Municipio. E come tutti gli “uomini-bestia”, due di loro sono venuti alle mani facendo volare cazzotti a volontà. Per fortuna non troppo potenti visto che la prognosi parla di escoriazioni e contusioni guaribili in una manciata di giorni. A far scatenare il “vivace dibattito” e il "civilissimo confronto di opinioni" sarebbe stata una sgommata. Ma vediamo di capirne di più: siamo verso la mezzanotte Gaetano Di Guida ode una forte “sgommata” provenire dal cortile del Comune di fronte al quale abita: si affaccia alla finestra e intuisce che era giunta dall’auto di servizio sulla quale si trovava la pattuglia composta dall’Ispettore Lauro Faustini e altri due agenti e che, secondo quanto ricostruito, sarebbe partita in modo così brusco in quanto aveva notato nei paraggi due persone aggirarsi con fare sospetto. Qualche minuto dopo, non avendo rintracciato quelle due “ombre vaganti”, la pattuglia ha ripreso il suo giro normale. Ma al rientro in Municipio, Di Guida, che è anche custode del Palazzo Municipale, è in cortile ad attenerla. A questo punto possiamo immaginare il seguito: "Porco di qua, porco di là, ma che ca… vuoi tu. No che cazzo vuoi tu invece". Fatto sta che è voltato un cartone e in ospedale ci è finito l’Ispettore. Inevitabile il ricovero in ospedale e relative denunce ai Carabinieri.
BANNER CON DONNA NUDA SU HOME PAGE DELLA DIOCESI
COMO – (AGOSTO)
Incredibile scoperta: un banner raffigurante una donnina virtuale che lo anima attraverso uno spogliarello compare sulla home page del sito Internet della Commissione Giovanile zona Prealpi che fa riferimento alla Diocesi di Como. Si tratta di un semplicissimo spazio pubblicitario come tanti altri ma che, visti i contenuti, hanno messo non poco in imbarazzo la Diocesi lariana e il suo Vescovo, Mons. Alessandro Maggiolini. Chi clicca, infatti, all’indirizzo www.cgz-prealpi.3000.it vede la donnina virtuale che si sfila un accappatoio mostrandosi nuda di spalle. Il tutto sulla pagina web che illustra l’attività, il calendario degli incontri, informazioni di servizio della Commissione Giovanile. In testa alla pagina il “banner dello scandalo” che si apre, appunto, con immagini decisamente inusuali per un sito a carattere religioso. Come è possibile? L’inserimento sarebbe da attribuire ai curatori della stessa pagina che però, va sottolineato, nulla hanno a che fare con la Diocesi di Como, così come lo stesso Maggiolini si è affrettato a far sapere e ai quali ha già ordinato di togliere al più presto l’immagine.
CASALINGA IN FUGA CON AUTO CARICA DI SALAMI
LOMAZZO – ( OTTOBRE)
Prendi il salame e scappa. Non è il titolo dell’ultimo romanzo choc, non quello di un film che non mira alla Palma d’oro, ma agli incassi da botteghino. E’ semplicemente quanto accaduto fra Comasco e Lecchese nel primo pomeriggio di oggi. Un’avvenente signora sui 30 anni, tanto avvenente da “rimbambire” un negoziante, è entrata in azione in uno nota salumeria macelleria del centro comasco ed ha messo a segno un furto da manuale. Ha ordinato salumi e affettati per oltre 300 mila lire poi, facendo l’occhiolino languido, ha annunciato che usciva per caricare l’auto e che sarebbe tornata di lì a poco per saldare il debituccio. Ovviamente, arraffati i salami, ha deciso di darsela a gambe. Al negoziante non è rimasto altro da fare che chiamare i carabinieri, annunciare la scomparsa del salami e descrivere la ladra che si trova in fuga a quanto sembra su una Clio. Le ricerche sono estate estese anche al lecchese: resta da stabilire se sarà più coinvolgente al fine dell’intercettazione della ladra il profumo dei salami o quello che sicuramente si sarà cosparsa sul corpo la trentenne mentre in bagno completava il trucco per la messa in scena a quanto sembra organizzata in ogni dettaglio
GUERRA AL PASSEGGERO “PUZZONE”
COMO – (OTTOBRE)
L’incredibile questa volta accade in Valle Intelvi. Se a Lomazzo la “sciùra” ha fatto scorta di salumi fuggendo poi senza pagare il conto (300.000 lire in tutto), lassù dove quasi non osano le Aquile, al confine con il Ticino accade che… accade che una ventina di pendolari che quotidianamente pigliano il bus per recarsi al lavoro con la linea che porta fino a Como sono scesi sul sentiero di Guerra contro un passeggero. Hanno raccolto firme che hanno presentato al Presidente della S.P.T., della questione ne hanno investito il Prefetto e pure i medici dell’Azienda Sanitaria Locale. Che mai avrà di così insopportabile? Semplice: è una di quelle persone che, suo malgrado e nonostante le continue docce, non riesce a togliersi da dosso quell’insopportabile odore che lo ha bollato come un “puzzone”. Ma in suo soccorso prima c’è la Costituzione che vieta discriminazioni d’ogni sorta, poi il fatto che paga regolarmente il viaggio e, quindi, alla S.P.T. più che allargare le braccia non possono fare anche se si trovano nell’imbarazzante situazione di dover scegliere: O impedire al “puzzone” di salire, oppure perdere gli altri viaggiatori. Ma c’è la Costituzione e anche il Prefetto più che raccomandare al poveretto di adottare quanti più provvedimenti possibili, non può andare. E allora? E allora la soluzione si è paventata quando un dipendente della stessa Società Pubblica Trasporti si è offerto volontario per accompagnare “l’uomo della discordia”. Il dipendente, infatti, tutti i giorni in auto raggiunge Como e “non mi costa nulla fare questo gesto di semplice altruismo. Vorrei vedere – dice – quelli lì che protestano nelle condizioni dell’uomo. Vero è che l’odore è insopportabile. Ma vero anche che esiste la comprensione e, soprattutto appositi tappi per il naso”.
PREGA PER 11 ANNI SULLA TOMBA DELLA MOGLIE, POI SCOPRE…
COMO – (OTTOBRE)
Solo perché abbiamo deciso di titolare questo nostro spazio di fine giornata “Incredibile”, altrimenti in questo caso avremmo attaccato il pezzo a questo modo: “Sconcertante vicenda quella che ha visto protagonista un pensionato che per 11 anni si è recato tutti i giorni al cimitero, acquistando puntualmente un mazzo di fiori freschi, quelli preferiti dalla moglie, per raggiungere la tomba dove era sepolta la donna che le aveva saputo dare tanta felicità”. E fin qui verrebbe voglia di dire: Embè? Embè un cornetto squagliato il giorno di Ferragosto con le nostre gatte che si sono infilate sin dentro il ventilatore per goder di un poco d’aria: lasciamo a voi immaginare la “permanente” quando ne sono uscite. Torniamo alla nostra sconcertante vicenda, o meglio incredibile. Dicevamo che quel pensionato per 11 anni ecc. ecc. raggiungendo il campo 13 dove, ne era convinto, si trovava la tomba che ospitava la sua adorata Gianna P., deceduta all’età di soli 49 anni nell’88: portata via da un tumore. Ma dopo 11 anni la tragica, sconcertante, incredibile (appunto) scoperta: sotto quella lastra di marmo che ripuliva quotidianamente mica c’era sotto la moglie. Lei era un poco più in là, in un’altra fossa. Eppure sulla lapide c’era la foto della “sua” Gianna. E invece sotto quella lapide con tanto di foto, fiori e lumino votivo, e dove qualche volta aveva trascorso intere giornate c’era un uomo che probabilmente lui, Edoardo Q., 65enne commerciante in pensione, non aveva nemmeno mai visto. Ma per 11 anni quei fiori freschi comperati all’ingresso tutti i giorni li ha adagiati con amore sulla tomba. Per undici ha pregato per lei piangendo e, qualche volta, lasciandosi andare a confidenziali discorsi, ricordando i bei tempi di quando erano ancora una felice coppia di sposi. Sgomento, stupore: ma dopo questi sentimenti un altro: rabbia, tanta rabbia. E ora, ad un anno di distanza da quella scoperta che quasi lo stronca, vuole giustizia per il dolore provato nel sapere che là sotto c’era un uomo e non sua moglie, per le tante Ave Marie recitate ai piedi della lapide, per i giorni trascorsi sotto il sole e la pioggia, accompagnato di tanto in tanto dal tarlo del dubbio che lei in questi anni si fosse convinta che l’avesse dimenticata vedendolo soffermarsi sulla tomba di un altro defunto. Ecco perché ora l’ex commerciante chiede al Comune un risarcimento per i danni materiali, e soprattutto morali, mezzo miliardo di lire. Ma davvero valgono tanto quelle preghiere, quei mazzi di fiori, quelle lunghe giornate sotto il sole cocente o la pioggia battente passate su quella lapide a pregare per uno sconosciuto? Il Comune si rimette alle decisioni del Tribunale Amministrativo della Lombardia. Sarà il T.A.R ., infatti, a decidere se questi 11 anni di “tradimento” subìto da un sotterramorti che ha sbagliato a posare la lapide potranno essere tramutati in un bene molto più materiale: il mezzo miliardo di lire.
Questa storia incredibile che vi abbiamo raccontato ci è stata consegnata da un paese non troppo lontano da Como: Cesano Maderno.
SINDACO SARA’ DENUNCIATO PER CANARICIDIO PLURIMO
BRIENNO – (SETTEMBRE)
Quando hanno appreso la notizia non hanno neppure avuto la forza di commentarla. Solo quella di scuotere la testa pensando che mentre il mondo ci crolla addosso, che sta per scatenarsi una nuova guerra, si riesce a far perdere tempo alla già di per sé ingolfata Giustizia con delle baggianate vere e proprie. Ma tanto va la gatta al lardo (chissà perché sempre lei ci va di mezzo)… che il Sindaco di Brienno sarà denunciato per colpa di 12 canarini. Avete letto bene: denunciato per 12 canarini. La storiella: Massimo Caporello, noto leghista lariano che milita nelle fila dei cosiddetti “Angeli Verdi”, lamenta che i suoi 12 canarini altamente selezionati sono stati uccisi dagli stafilococchi che inquinano l’acqua che scorre negli impianti idrici del paesino lariano. Per aver la certezza sulle cause ha pure ottenuto che si facesse l’autopsia sui poveri pennuti cinguettanti. E ora accusa il Primo Cittadino, Marco Bianchi, di non aver fornito alla gente adeguata informazione in merito e questo ha fatto si, secondo Caporello, che non tutti i residenti fossero a conoscenza del fatto che bisogna far bollire l’acqua prima di un consumo alimentare. Consigliere provinciale, Massimo Caporello spiega: “Il 25 agosto scorso l’A.S.L. ha effettuato prelievi di campioni dall’acquedotto rcomunicando in data 4 settembre la presenza dei fattori inquinanti. Da qui l’Ordinanza del Sindaco di far bollire il liquido. Ma – dice il fondatore degli “Angeli Verdi” – non ha fatto adeguata informazione. Io non ne sapevo nulla e i miei canarini sono morti. Stecchiti. Ma la cosa – minaccia – non finisce qui. Presenterò denuncia nei confronti del Sindaco”. Immediata la replica di Bianchi: “Mi spiace per i suoi canarini ma non è l’unico in paese ad avere voliere in casa. Tuttavia nessun altro ha lamentato così tragici lutti. E in ogni caso l’informazione è stata capillare. Inoltre i dati relativi alla presenza di stafilococchi non sono poi tanto fuori dai parametri di Legge. Subito abbiamo ripulito il bacino, le condutture e non capisco come l’inquinamento possa essere collegato al canaricidio”.
DENTI TROPPO AGUZZI, DUE MESI DI CONDANNA
GRANDATE – (SETTEMBRE)
Avere denti troppo aguzzi può costare davvero caro. Ne sa qualcosina un pensionato comasco comparso oggi davanti al Giudice Monocratico del Tribunale di Como per rispondere dell’accusa di lesioni personali: si è beccato due mesi di condanna per aver “azzannato” un autotrasportatore. Protagonista di tale animalesco atteggiamento il 63enne Luigi Zaza residente a Grandate (Como) che durante un acceso diverbio con un camionista straniero gli aveva addentato un dito costringendo il poveretto a ricorrere alle pazienti cure dei medici. La lite fra i due era sorta per le solite banali questioni di viabilità. Il pensionato, fortuna sua, ha ottenuto il beneficio della sospensione della pena. Ma con un avvertimento: quello, se proprio ha voglia di mordere qualcosa, di portare sempre con se un panino o altro di commestibile, purché non siano dita umane.
MATTIA OSPITE A I FATTI VOSTRI: "MA NON DITE CHE SONO UN EROE"
COMO – (SETTEMBRE)
Mattia per qualche minuto “superstar” in Tv? Magari ospite di quella trasmissione dove non si fanno mai gli affari loro, ovvero “I Fatti Vostri?”. E lo è stato. Proprio nella puntata in onda oggi dalle 11.30 alle 13.00 Mattia Commisso, residente in via Anzani a Como è stato ospite del popolare programma di televisivo: “Era molto emozionato” – anticipa la mamma che in questi minuti sta attendendo il rientro del figlio accompagnato da papà Giuseppe –. Non vedo l’ora che arrivino per farmi raccontare da lui come ha vissuto questa esperienza. L’aereo da Roma è partito alle 16.00". E in diretta, davanti alle telecamere di “Mamma Rai” ha raccontato di come si è improvvisato investigatore privato per ritrovare la sua vecchia bici da uomo che le era stata rubata riuscendo nell’intento e anche a far arrestare il presunto ladruncolo. Quella bici le era stata regalata dal nonno e per una decina di giorni l’ha cercata passando in rassegna i quartieri della città. “Mio figlio – ha raccontato mamma Raffaella, infermiera di professione – non vuole essere definito un eroe ma è andato in visibilio quando ha saputo che la Rai lo voleva in Tv. Per i suoi compagni è già un mito. Sono felicissima ed orgogliosa di lui.”... Già: un bell’esempio a fronte delle troppe baby-gang in circolazione proprio nel Comasco.
UNGHIE TROPPO LUNGHE, VIGILESSA RISCHIA LICENZIAMENTO
CAMPIONE – (OTTOBRE)
Unghie troppo lunghe per poter fare la vigilessa: o meglio per poter impugnare l’arma di ordinanza in caso di necessità. E allora vanno tagliate. Ma lei non vuole perchè le ritiene parte integrante del suo look che esibisce nel tempo libero, quando ama dedicarsi al ballo. E allora il Comandante le ritira l’arma. Lei la rivuole, ma lui nulla da fare. Nasce così una serie di conflitti che vedono anche un permesso negato alla donna per poter dare un esame universitario e tutta un’altra serie di “incidenti diplomatici" fino a quando non viene proposto all’agente di prestare servizio al Casinò di Campione. Altra risposta negativa con la donna che, a questo punto, decide di denunciare di essere stata sottoposta a “mobbing”. Ora la vicenda è approdata proprio stamani davanti al Giudice del Lavoro di Como, Beniamino Fargnoli, per un’udienza che ha visto una contro l’altra la vigilessa, Marilena Ghezzi, 34 anni e assunta dal Comune di Campione nel ’97 e l’Assessore al Personale, Marie Muzi. Ma lo scontro vero e proprio si sta consumando tra la “ghisa” unghiuta e il Comandante della Polizia Municipale, Maurizio Tumbiolo. È proprio quest’ultimo, infatti, a decidere il ritiro della pistola all’Agente in gonnella ritenendo che quelle unghie lunghe 24 millimetri (più lunghe, quindi di quelle delle nostre gatte) non possa consentirle di impugnare a dovere l’arma. Quando lei chiede che le venga restituita la risposta è negativa e da qui nasce il conflitto fra i due: una sorta di barzelletta. Trascorso un certo periodo la 30enne chiede un permesso per poter dare un esame universitario di Ingegneria all’Università di Torino, ma tale permesso le viene negato da Tumbiolo che adduce quale motivazione la necessità di aver disponibile quel giorno tutti i vigili in servizio essendo la ricorrenza della Festa della Polizia Municipale. Un altro episodio emerso in Aula stamani: Tumbiolo contesta alla donna un atteggiamento maleducato nei suoi confronti in quanto una volta le avrebbe mancato di rispetto non salutandola al suo passaggio. Semplice e da strappare un sorriso la risposta dell’avversaria: “Io di solito non saluto le auto in transito. E siccome lui era a bordo di un’auto in movimento mica ho potuto riconoscerlo”. Nel tentativo di trovare una soluzione si inserisce, a questo punto, l’Assessore al Personale, oggi presente in Aula, che propone alla 30enne di trasferirsi al Casinò. Lei dopo aver rifiutato la proposta, oggi ha accettato di “pensarci su puirché non sia al Casinò".Potrebbe finire all'Ufficio Tecnico, posto che pare gradisca. Fargnoli, con il consenso della controparte, ha dato tempo 4 mesi per risolvere la bega che si consuma sotto l’Arco di Campione d’Italia.
BLOCCATO 10 ORE IN DOGANA PER UNA PAROLA: “LADEN”
COMO – (OTTOBRE)
Per dieci ore bloccato alla dogana commerciale di Brogeda e senza rendersi conto del perché di tanta e particolarissima attenzione nei suoi confronti e del carico che stava trasportando. E tutto per una parola sui documenti di viaggio: “laden” che tradotto dal tedesco all’italiano vuol dire “carico”. Protagonista suo malgrado della disavventura un camionista alla guida di un autoarticolato giunto dal Montenegro e finito sotto le forche caudine dei ferrei controlli di frontiera dovuti all’allarme attentati diramato nei giorni scorsi e secondo cui un carico di materiale esplosivo sarebbe in viaggio proprio su un Tir destinato verosimilmente in Italia contro viadotti gallerie e proveniente proprio dai Balcani. L’episodio, trapelato solo in queste ore, risale al pomeriggio di sabato quando il camionista arriva tranquillamente alla dogana di Brogeda e senza timori mostra tutti i suoi documenti. Secondo quanto ci riferisce la collega del Tg 3 Lombardia, Maria Castelli, subito dopo scatta una mobilitazione quasi senza precedenti attorno a lui. Alla fine si scopre che il “bisonte” trasporta soltanto una carico di vino, appunto un “laden” detto in tedesco. Sbigottito e incredulo in attesa degli accertamenti l’autista non in grado di spiaccicare neppure una parola in Italiano. E così è scattato il dispositivo di sicurezza disposto dal Prefetto di Como, Guido Adriano Palazzo: sul posto arrivano gli artificieri della Polizia dall’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) accompagnati da cani appositamente addestrati per individuare esplosivi nascosti. E poi gli uomini della Digos che hanno isolato e circondato il tir. E sul posto sono stati fatti giungere anche i tecnici dell’A.S.L.. Alla fine dei controlli e capita la comprensibile cantonata su quella “pericolosa” parola, è stato finalmente dato il via libera.
MULTATI I FEDELI, IL PARROCO PROTESTA
MONTORFANO - (NOVEMBRE)
Come ai tempi di Don Camillo e Peppone a Montorfano, piccolo paese del Comasco che conta 2.500 anime quanto pie non si sa, è nata una “vivace” querelle tra il Sindaco e il parroco dopo che una vera e propria tempesta di multe è piovuta sulle auto dei fedeli che stavano seguendo la Santa Messa. L’ultimo capitolo si è consumato nella giornata di ieri quando il Primo Cittadino, Alberto Bianchi, forte del mandato ad eseguire anche funzioni di Polizia Municipale, si è recato nella zona della chiesa parrocchiale cominciando a mettere multe a tutte le auto in divieto di sosta. Ma questa volta don Italo Brumana non ha alcuna intenzione di starsene zitto e parte all’attacco: “L’atteggiamento del Sindaco – spiega il don – appare quantomeno persecutorio. Ma se devo moderare i termini parlerò di 'eccesso di zelo'. Non è possibile che ogni sabato e ogni domenica si ripeta la solita storia: un quarto d’ora dopo l’inizio di ogni funzione arriva lui con blocchetto alla mano e comincia a multare le auto in divieto di sosta. Quello che non mi va giù – prosegue – è il fatto che non solo in paese ci sono due Vigili, ma che sarebbe sufficiente intervenire prima per impedire agli automobilisti di parcheggiare dove non devono”. Immediata e secca la replica del Sindaco: “Sono sicuro che i fedeli avranno il salvacondotto per il Paradiso, ma non certo quello per farsi beffe delle norme dettate dal Codice della Strada.Che don Italo pensi a fare il suo mestiere, ovvero il prete e a redimere le anime anziché scagliarsi contro di me che non faccio altro che far rispettare l’ordine pubblico, così come impone la mia carica. Il Comune ha speso un mucchio di quattrini per realizzare parcheggi, che la gente impari ad usufruirne”.
MORTO NELL’89 MA L’A.C.I. LO MULTA PER IL BOLLO DEL ‘99
COMO – (NOVEMBRE)
La burocrazia Italiana non rinuncia a macchiarsi di ridicolo ogni giorno che passa. E l’ultima sua vittima è una persona morta nell’89 il cui figlio si è visto recapitare in questi giorni il sollecito dall’A.C.I. per non aver pagato il bollo nell’99. Peccato che la vettura in questione è già stata rottamata ancor prima che l’intestatario passasse a (si suppone) miglior vita. Andiamo con ordine: il nome di Bruno Cantaluppi risulta nell’elenco di tutti quei comaschi che stanno ricevendo il sollecito di pagamento della multa per non aver pagato il bollo di circolazione relativo all’99: 83.000 lire (in euro 42,87), ma lui è morto esattamente dieci anni prima. La notifica è arrivata nelle mani del figlio Alberto che dopo i primi momenti di sbigottimento ha cercato di fare chiarezza rivolgendosi all’A.C.I.. Purtroppo, a quanto pare, si è scontrato con quel tipico muro imbattibile della macchina burocratica, ma anche con la poca cortesia di qualche addetto. In buona sostanza: “Lei deve pagare”. Già è ridicola la vicenda in se. Figuriamoci poi se scopriamo come destinatario sulla busta della notifica “Bruno Cantaluppi e altro”: “altro”… chi? Ma aldilà di questo particolare balza subito all’occhio non solo il nominativo relativo ad una persona deceduta dieci anni prima ma anche il numero della targa che si riferisce ad una vettura Anni Settanta già rottamata ad inizio degli Anni ’80. Eppure la contestazione si riferisce solo all’89. “Resto incredulo – spiega il figlio Alberto –. Mio padre è morto da oltre 10 anni e quella vecchia Ford, se non ricordo male visto che nella notifica non si fa riferimento alla marca e al modello della vettura, è stata demolita da lui stesso. È semplicemente assurdo”. E all’A.C.I. che rispondono? Alla filiale comasca se ne lavano le mani rispondendo che “Questo tipo di pratiche non vengono gestite da noi ma direttamente dalla sede centrale di Roma. Probabilmente – aggiunge il Presidente dell’A.C.I. di viale Masia – si è trattato di un disguido informatico”.
DIVENTA MEDICO, POI SI FA SUORA
ERBA – (NOVEMBRE)
Ha fatto una scelta molto difficile per la sua età ma che di certo le rende onore e merito: Laura Longhi, 25 anni di Erba, dopo aver discussa la tesi di Laurea ha scelto di entrare in convento per poi partire per le missioni. Laura si è appena laureata in Medicina e pochi giorni dopo il brillante risultato si è ritirata nel canobio delle Suore Angeline di Rovellasca per rispondere alla chiamata vocazionale. Lei stesa racconta: “Sono all’inizio del mio cammino e ho iniziato questa esperienza da solo una settimana. In questa comunità siamo in tre, oltre a me e alla Madre Superiora un’altra ragazza pronta per prendere i voti già fra qualche giorno. Ho cominciato a sentire il bisogno di compiere questo cammino di vita un paio di anni fa quando mi dedicavo alle attività di Catechesi alla Casa della Gioventù. Ho sempre stimato e apprezzato le Suore Angeline per la loro grande capacità di mettersi sempre e comunque a disposizione del prossimo e credo che questo abbia influito sulla mia scelta”. Laura ha saputo coniugare lo studio, il raggiungimento della Laurea in Medicina e la preghiera con rigore scientifico e fede per coronare il suo sogno: diventare una suora francescana Medico. Parità poi per una delle tante missioni che la Congregazione ha nel Terzo Mondo “In Paesi come Africa e America Latina – racconta Laura – c’è molto bisogno di noi. Gli studi mi sono stati molto utili. Ora la priorità è quella di incontrare Dio che mi accompagni verso queste genti che hanno bisogno anche di me”.
POMPIERE PENSIONATO DAL MINISTERO, “RIASSUNTO” DAL GIUDICE
ERBA – (NOVEMBRE)
Per quasi 40 anni ha svolto in forma del tutto gratuita il compito di Vigile del Fuoco volontario presso il distaccamento di Erba. Poi, arrivato a 57 anni, si è visto negare dal Ministero dell’Interno la possibilità di continuare questa sua mansione pur nonostante avesse manifestato la volontà di proseguire senza pretendere in cambio alcun pagamento. Per questo Stefano Ciceri, artigiano meccanico di Erba e che abita a tre minuti dal distaccamento erbese dei pompieri si è rivolto al Giudice del Lavoro di Como, Beniamino Fargnoli, per ottenere la possibilità di andare avanti. Una storia quasi alla Grisù, il draghetto che a tutti i costi vuole fare il pompiere. Ma a differenza del personaggio dei cartoni animati, Ciceri la sua battaglia l’ha vinta questa mattina quando Fargnoli ha ritenuto illegittimo il provvedimento adottato il 16 maggio scorso dalla Direzione Servizi Antincendio del Ministero che per far valere le sue ragioni si era appellata ad un articolo di Legge del ’98. Secondo Fargnoli, invece, Ciceri può continuare a svolgere le sue mansioni per altri due anni oltre il limite di età per il collocamento a riposo e ha condannato il Ministero al pagamento delle spese pari a due milioni di lire cui bisogna aggiungere l’I.V.A. e l’addizionale.
ARRESTATI LADRI DI SPAZZOLINI PER DENTI
CAPIAGO INTIMIANO – (DICEMBRE)
Quando si dice: avere particolarmente a cuore la pulizia e l'igiene orale. Basta, però, non prendere l'esempio dei due citrulli arrestati dai Carabinieri di Seregno dopo che avevano rubato un intero autocarro carico di spazzolini per la pulizia dentale. ed è così che sono finiti in manette due fratelli residente a Capiago Intimiano, Antonio e Gerolamo Tursi, rispettivamente di 22 e 21 anni, che ora devono rispondere di furto aggravato. Questi i fatti: i due giovanotti sono penetrati nel magazzino della "Ponzini" con sede a Lazzate, un paese della Provincia di Milano, e una volta dentro hanno fatto incetta, nel vero senso della parola, di prodotti quali, appunto, spazzolini per i denti, fili interdentali ed arti articoli per l'igiene e la salute della bocca. Il tutto caricato su un autocarro bloccato, però, subito dopo dai Militari che, escludendo la possibilità che i due comaschi potessero essere impegnati in una nuova campagna per la prevenzione delle carie, hanno deciso che era il caso di portarli in cella. I fratellini sono già comparsi davanti al Giudice Monocratico di Monza che li ha condannati ad un anno di reclusione, ma con i soliti benefici di Legge. Entrambi, quindi, hanno già riconquistato la libertà. E sempre in tema di ladri: i soliti ignoti sono penetrati nottetempo al Golf Club di Griante-Cadenabbia riuscendo a far sparire un paio di milioni in contanti custuditi nella cassaforte. Non hanno, invece, prelevato altri oggetti di valore. Non è da escludere che sia dovuto al fatto che siano stati disturbati da qualcuno, forse dagli uomini addetti alla vigilanza notturna durante il raid e abbiano preferito tagliar la corda
AUTOMOBILISTA “FOCOSO” BLOCCATO CON IL PEPERONCINO
NOVEDRATE – (DICEMBRE)
Vigili di Novedrate in azione con lo spray al peperoncino per bloccare un aggressore. Fermato da una pattuglia della polizia intercomunale, un automobilista di Cesano Maderno passato con il rosso all’incrocio tra le vie Cimnago e Resegone non ha digerito la multa ed ha reagito violentemente. Di qui la decisione degli agenti di calmare l’automobilista servendosi della bomboletta irritante in dotazione, basata proprio sulle caratteristiche del peperoncino. La vicenda si è conclusa con l’arresto (convalidato dal magistrato) dell’uomo, rimesso poi in libertà con una denuncia sulle spalle.
LA FIABA DEL CORVO KOKY
COMO – (DICEMBRE)
Un giovane corvo era stato trovato, circa due mesi fa, ferito nel bosco. A raccogliere pietosamente il volatile in difficoltà, una intraprendente famiglia di Pigra. Ora Koky, così è stato battezzato il corvo, guarito, non vuole più tornare alla vita selvatica. Non vive in una gabbia , ma saltella libero e felice nel giardino della casa che lo aveva ospitato nella sua degenza. Il simpatico animale gracchia fino a farsi aprire le finestre per ricevere il cibo ed inoltre si reca con fiducia anche nelle vicinanze del bar del paese, dove ottiene spesso gustosi bocconi. Una bella storia...
di Bob Decker
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