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REGIO INSUBRIA: Violenta esplosione alla "Fiocchi Munizioni" di Lecco

Per fortuna non ci sono stati feriti e vittime. L'ultimo episodio analogo aveva ucciso una operaia di Caloziocorte.
REGIO INSUBRIA: Violenta esplosione alla "Fiocchi Munizioni" di Lecco
Per fortuna non ci sono stati feriti e vittime. L'ultimo episodio analogo aveva ucciso una operaia di Caloziocorte.
LECCO. Terrore a Lecco e dintorni oggi poco prima delle 13.00 per un violentissimo boato udito anche in alcuni dei paesi confinanti il capoluogo di provincia. Per cause ancora da accertare si è, infatti, verificata una violenta esplosione all’i...
LECCO.

Terrore a Lecco e dintorni oggi poco prima delle 13.00 per un violentissimo boato udito anche in alcuni dei paesi confinanti il capoluogo di provincia. Per cause ancora da accertare si è, infatti, verificata una violenta esplosione all’interno della “Fiocchi Munizioni”, la famosa azienda lecchese della famiglia di Piero Fiocchi, ex Senatore della Repubblica quando ancora c’era il Partito Liberale Italiano guidato dall’allora Segretario nazionale, Renato Altissimo finito nelle rogne per questioni di tangenti. Solo per puro miracolo non dobbiamo piangere morti e feriti. Infatti l’ing. Giovanni Beretta della “Fiocchi Munizioni” di Lecco ha confermato che l’esplosione non ha provocato il ferimento di nessuno degli operai presenti. Il boato è avvenuto all’interno di una delle aree di stoccaggio degli “inneschi”. Esclusa l’ipotesi dell’attentato, si sta ora cercando di capire se l’esplosione sia da addebitare ad un errore umano oppure ad un corto circuito. “Di sicuro – ha detto Beretta – siamo impegnati a chiarire con esattezza le cause nel pieno rispetto di chi lavora alla “Fiocchi” dove negli ultimi 5 anni gli investimenti sul fronte della sicurezza sono stati continui e cospicui”. All’interno della fabbrica di munizioni la produzione non è stata neppure sospesa, anche se l’intera zona dove è avvenuta l’esplosione è stata posta sotto sequestro dalla Polizia. Alla “Fiocchi” sono subito giunti alcuni periti che dovranno valutare con precisione la dinamica dell’incidente. Solo per un caso fortuito, però, al momento dello scoppio non erano presenti operai: le operazioni di trasporto degli “inneschi”, infatti, avvengono solitamente sotto la super visione degli addetti. Da parecchi anni non si verificavano incidenti del genere in questa fabbrica situata nel quartiere di Germanedo, non lontano, fra l’altro, dal nuovo ospedale “Manzoni” inaugurato poco più di un anno fa. Quando nacque questa azienda, fra le più importanti di tutto il Lecchese, attorno vi erano prevalentemente prati e boschi. Poi, con il passar degli anni, sono stati costruiti complessi edilizi (molte le case popolari di proprietà della “Fiocchi” e che erano state costruite per i dipendenti) e addirittura una scuola materna. L’ultimo incidente avvenne ad inizio Anni '90: eravamo nel cuore della mattina del 23 gennaio 1991, le 8.20 rintoccavano quando l’intera città e i paesi circostanti vennero scossi da un tremendo boato. In pochi minuti si delineò i contorni di una tragedia ancor oggi ben viva nella memoria della gente: una donna, Rosy Vitale, 32 anni di Calolziocorte (Lc), morì saltando per aria assieme uno dei “casotti” dove vengono messi ad essiccare gli “inneschi” delle munizioni. La donna era madre di due bimbi e rappresentante sindacale della Cgil che nella sua sede di via Besonda ha dedicato una sala riunioni. Il marito, camionista, apprese della morte della moglie ascoltando l’edizione straordinaria del G.R. di una emittente radiofonica della città che si collegò in diretta con il luogo della tragedia. Le perizie stabilirono che la poveretta fece cadere a terra alcuni inneschi nel riporre su uno scaffale il “vassoio” con sopra il materiale. Nel spostarsi pestò con i piedi gli inneschi provocando una scintilla che diede origine alla deflagrazione. Per lei non ci fu scampo. Rimase ferita, seppur fortunatamente in modo lieve una collega. L’incidente fu causato (fu questo uno degli aspetti rimarcati durante il processo per omicidio colposo svoltosi in Tribunale a Lecco) dal fatto che la donna era di statura troppo piccola rispetto al ripiano su cui avrebbe dovuto appoggiare il materiale esplodente. I famigliari convinti di questa tesi intrapresero una durissima battaglia giudiziaria per dimostrare quella che ritenevano la responsabilità dell'azienda. Furono anche organizzate giornate di mobilitazione sindacale per rivendicare maggior sicurezza. Un tema più che mai attuale nei luoghi di lavoro e, oggi alla "Fiocchi" e la città che a dieci anni e qualche giorno da quel tragico evento hanno rivissuto le stesse angosce e paure.

di Bob Decker

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